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Jean de Boulogne detto Giambologna Douai 1529 - Firenze 1608 Scultore di origine fiamminga, fu indubbiamente il più grande scultore del Cinquecento dopo Michelangelo e quello la cui influenza si fece maggiormente sentire fino ai primi del Seicento. Dopo un tirocinio in patria nell'ambito manieristico,
verso il 1550 si recò in Italia e a Roma studiò le sculture antiche e le
opere di Michelangelo.
Intervenne nella decorazione scultorea di alcuni giardini di ville fiorentine (fontane di Venere, delle Scimmie e dell'Oceano nel giardino di Boboli); degno di nota è la statua di Venere anadiomene (1567; villa della Petraia) che si spreme le lunghe trecce al sommo della Fontana del Labirinto del Tribolo, già a Castello, poi trasferita nella villa della Petraia, di più floride e tondeggianti forme che si assimilano alla tornita purezza dell'angora sulla quale la dea poggia il piede.
A Bologna scolpì la fontana del Nettuno, notevole non solo per la grandiosa e slanciata figura del dio marino, ma altresì per le eleganti figure di genietti, delfini e sirene della base. Di ispirazione manieristica sono opere come
il Mercurio volante
(1572; Firenze, Museo del Bargello),
Ercole e il Centauro e soprattutto
il gruppo del Ratto delle Sabine
(1581; Firenze, Loggia dei Lanzi), dalla complessa struttura, sviluppata
secondo l'elegante modulo della linea serpentinata, che potenzia gli effetti
di spazio e di movimento.
Pittoresca invenzione allegorica dell'Appennino nella villa medicea di Pratolino, dove il Giambologna riuscì a ottenere un mirabile accordo tra scenario naturale e forma plastica, anticipando certi aspetti del gusto barocco. Pregevoli sono, infine, seppure aulicamente composte, le due statue equestri dedicate a Cosimo I (1599; Firenze, piazza della Signoria) e a Ferdinando de' Medici (Firenze, piazza della Santissima Annunziata), opera tarda del Giambologna e terminata dal suo allievo Pietro Tacca nel 1608.
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