ESPERIENZA DADA - FOTOGRAMMA - PSEUDOSOLARIZZAZIONE - FOTOMONTAGGIO - INIZI DELLA FOTOGRAFIA SURREALISTA - INIZI DELLA FOTOGRAFIA ASTRATTA Nel periodo precedente la fine della prima guerra mondiale, si hanno alcuni primi esempi di scambio alla pari tra esperienze artistiche pittoriche e fotografiche. Ciò avviene soprattutto con il futurismo, il "Foto dinamismo futurista" di Anton Giulio Bragaglia, non è, infatti, né un tentativo di fermare l'attimo d’impressionistica memoria, né uno studio documentaristico simile a quelli di Muybridge, ne infine un semplice spostamento dei canoni letterari o pittorico scultorei futuristi.
Bragaglia introduce con assoluta e determinata coscienza, l'impiego di mezzi specifici e peculiari della fotografia, quali la sfocatura e la sovrapposizione, a scopo espressivo. Attenta soprattutto alle possibilità dl sperimentazione e ricerca di nuove ed originali soluzioni, fu l'esperienza dada della fotografia, che abolirà spesso l'unitarietà ormai tradizionale di camera oscura - materiale sensibile.
Sino al 1918, l'esperienza dada fu piuttosto limitata, mentre tra le due guerre sviluppò un procedimento destinato ad avere un posto stabile e sempre più importante nella pratica artistica fotografica: il fotomontaggio. Se, infatti, gli esperimenti eseguiti per fotografare senza la macchina fotografica, utilizzando oggetti diversi che erano posti tra la carta sensibile e la luce, o per mutare i procedimenti di stampa, non ebbero gran seguito se non per l'interesse suscitato dalle "rayografie" di Man Ray e dalle applicazioni dell'effetto Sabbatier (pseudosolarizzazione), il fotomontaggio assunse presto il carattere di categoria artistica, con rilevanti influssi sulla grafica e la comunicazione di massa. Surrealiste per il versante dell'objet trouvé, appaiono naturalmente persino le vetrine di Atget quali l' "Avenue des Cobelins" ora al Museo d'Arte Moderna di New York. Personalità di rilievo nella fotografia surrealista, sono Josef Ehm, Bili Brandt, Hausmann, List e ancora Man Ray. Una razionalizzazione dell'uso della fotografia e delle sue applicazioni alla comunicazione attraverso la stampa illustrata, fu operata dalla scuola tedesca del Bauhaus, nella quale operarono Moholy-Nagy, Bayer, Peterhans e Feininger.
Forme astratte non riconducibili all'oggetto o materiale frapposto tra la luce e la carta sensibile realizzate con il fotogramma, si cerca di realizzarle anche attraverso la macchina fotografica, tentando quanto più possibile di trascendere il carattere oggettivo di quanto si disponeva dinanzi all'obiettivo; una realtà cioè non rappresentativa del reale, ma di pure forme, effetti plastici, rapporti spaziali o cromatici.
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