Land Art

 

Land Art Forma d’arte contemporanea, nota anche come earth art, earth works («arte della terra», «lavori di terra»), sorta intorno al 1967 negli Stati Uniti e caratterizzata dall’abbandono dei mezzi artistici tradizionali per un intervento diretto dell’operatore nella natura e sulla natura. In tale scelta era insito un rifiuto del museo, come luogo dell’opera d’arte, e del mercato artistico: le opere hanno per lo più carattere effimero e restano affidate specialmente alla documentazione fotografica e video, a progetti, schizzi ecc. Gli artisti che hanno individuato nella natura la loro area operativa, infatti, non puntano tanto al risultato quanto al processo e alla realizzazione di un’esperienza esemplare; donde l’affinità che lega questo tipo di ricerca all’arte concettuale e, più in generale, all’arte di comportamento.

Si ricordano, come esempi di land, i solchi tracciati in un campo di grano e sulla riva ghiacciata di un fiume, nonché lo scavo profondissimo effettuato nel deserto del Nevada, a opera, rispettivamente, degli statunitensi D. Oppenheim e M. Heizer; o anche l’impacchettamento con materiale plastico e corda di diverse migliaia di metri quadri di costa in Australia, a opera di Christo.

 


Monumento al escape

Bus Home 2002

Oppenheim Dennis. - Artista statunitense (Electric City, Washington, 1938 - New York 2011). Ha studiato al California college of arts and crafts e alla Stanford University e poi ha insegnato in varie università americane. Esponente dell'arte concettuale, è autore di opere d'intervento sull'ambiente, di environments e performances (Annual rings, 1968: segni sulla neve e sul fiume gelato; Directed seeding wheat, 1968; ecc.); ha progettato gigantesche sculture cinetiche e opere che riproducono in scala gli oggetti quotidiani più consueti.

A partire dalla metà degli anni Ottanta, nella sua opera, attraversata spesso da una vena ironica, trovano uno spazio sempre maggiore oggetti distorti e mutanti. Alcune sue opere sono esposte nel Kröller-Müller Rijksmuseum di Otterlo, nella Fattoria di Celle presso Pistoia, nell'Olympic Park di Seul. Nel 1997 ha realizzato, per la Biennale di Venezia, l'installazione Device to root out Evil, una scultura in alluminio e vetro che rappresenta una chiesa capovolta. Nel 2006 ha realizzato l'installazione, Garden for the accused, from alternative landscape components, situata al Thomas Paine park, in Foley Square, New York, il cui titolo si riferisce alla zona adiacente a tribunali e carceri, in cui O. colloca un paesaggio artificiale realizzato con materiali quali l'acciaio, l'acrilico, il metallo accanto alla loro versione naturale, creando un dialogo tra organico e sintetico.

 


Valley Curtain Colorado 1970-72

Christo-JeanClaude

Christo - Nome d'arte dello scultore bulgaro Christo Javachev (n. Gabrovo 1935).

Ha studiato a Sofia, a Praga e a Vienna. Giunto a Parigi nel 1958, si è legato al gruppo del Nouveau réalisme; nel 1964 si è trasferito a New York.

In sodalizio con la moglie Jeanne-Claude Denat de Guillebon (1935-2009), è considerato uno dei più significativi esponenti della land art ed è noto in particolare per i suoi progetti ed esecuzioni di "impaccaggi" di celebri edifici pubblici (un grattacielo di Manhattan, la fontana della piazza principale di Spoleto, il monumento a Vittorio Emanuele II a Milano, Porta Pinciana a Roma, Pont Neuf a Parigi, il Reichstag di Berlino) e di scenarî naturali (Wrapped Cost, Little Bay, Sidney, 1969; Valley Curtain, Colorado, 1972; Running Fence, California, 1976; Surrounded Islands, Miami, 1984; The Gates, Central Park, New York, 2004-05). Nel 2011 ha ottenuto, dopo decenni di attesa, l'autorizzazione per realizzare l'ambiziosa opera di copertura dell'Arkansas River, nelle Rocky Mountains (Colorado): il progetto, che sarà ultimato entro l'agosto 2014, prevede l'allestimento nell'area di cavi e pali a sostegno di una struttura di tende argentate, per una lunghezza totale di 62 km.
 

Tra i seguaci di questa tendenza, che nasce da un atteggiamento rigorosamente anti-formale in antitesi con il figurativismo della pop art, come pure con le fredde geometrie della minimal art, e che, con il richiamo a temi ecologici, vuole contrapporsi al tecnicismo e all’urbanesimo esasperati della società contemporanea, ricordiamo ancora gli statunitensi W. De Maria e R. Smithson, gli inglesi R. Long e B. Flanagan, gli olandesi M. Boezem e J. Dibbets. In Italia esperienze di l. si sono avute soprattutto in rapporto con l’arte povera.

 


The 2000 sculpture

Installation view 3


De Maria
Walter - Scultore statunitense (Albany, California, 1935 - New York 2013).

Esponente dell'arte concettuale, partendo da una ricerca interna al movimento delle strutture primarie (il segmento d'acciaio High energy bar, 1966, New York, Mus. of modern art).

Ha svolto esperienze nell'ambito della land art: The vertical earth kilometer (1977, Kassel, Documenta 6); Lightning field (1973-79, New Mexico); The broken kilometer (1979, New York City); 5 continent sculpture (1989, Stoccarda).

 

 


From point to Salt Lake

Smithson, Robert. - Scultore (Passaic, New Jersey, 1938 - Amarillo, Texas, 1973).

Studiò all'Art students league di New York e al Brooklyn museum school.

Dopo un esordio d'impostazione minimalista, si è volto, con una serie di earth works, a una ricerca lucidamente concettuale elaborando, anche teoricamente, l'idea dei sites e dei non-sites (contenitori con frammenti di minerali e materiali, corredati da mappe geologiche, piante e fotografie del luogo di provenienza).
Tra le sue più significative opere: Spiral Jetty (1970, Great Salt Lake, Utah), Broken Circle e Spiral Hill (1971, Emmen, Olanda), Amarillo Ramp (1973, Amarillo, Texas).


Walking and marking

Confessions of a Napper 2011

 

Long Richard. - Scultore, pittore e fotografo inglese (n. Bristol 1945).

Da sempre profondamente interessato al rapporto tra arte e natura, si è affermato tra i protagonisti della land art, realizzando opere incentrate sui concetti di spazio e tempo, in una costante relazione armonica con la natura e il paesaggio: segni lasciati dal suo camminare su un terreno; semplici sculture geometriche di materiali naturali, realizzate in situ o riproposte in ambienti espositivi.

Dopo aver studiato presso il West England College of Art di Bristol (1962-65) e la St. Martin's School of Art di Londra (1965-68), ha presto orientato la sua ricerca verso la sperimentazione di nuove forme espressive, alternando i soggiorni a Bristol con lunghe marce in luoghi lontanissimi, dalla Lapponia al Nepal, dal Circolo polare artico al Sahara, al Sudamerica.
Nel 1972 ha partecipato a Documenta di Kassel e nel 1976 ha esposto alla Biennale di Venezia.
Il suo lavoro ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra i quali il Turner Prize della Tate Gallery di Londra (1989).

 

Dibbets Jan. - Operatore artistico olandese (n. Weert 1941).
Formatosi presso l'accademia di Tilburg, ha subito dapprima l'influsso di pittori come Y. Klein e P. Manzoni. Abbandonate le tecniche tradizionali della pittura, dal 1967 si è dedicato a operazioni ambientali o di land art, documentate per mezzo della ripresa fotografica, in cui appare subito dominante l'interesse per i problemi della percezione (Correzioni prospettiche, 1967-69).

Sviluppando poi tale interesse in un ambito più propriamente concettuale, e adottando la fotografia come mezzo diretto di espressione, ha presentato opere formate da sequenze di immagini di uno stesso soggetto, ripreso in diverse ore del giorno o secondo angolazioni diverse, che invitano non tanto a una fruizione estetica quanto a una riflessione sul tema centrale della convenzione della visione (Orizzonte-mare, 1970; Struttura dell'acqua, 1975; numerosi progetti, film e videonastri). Si ricordano inoltre: San Casciano Ceiling (1980); Spoleto Duomo (1982); Four Courts, Dublino (1983-84); Cupola (1985-86).

Home Su Dizionario Arte

Copyright © Centro Arte 1999-2000