Bacon Francis

 

Francis Bacon
Dublino, 1909, Madrid 1992.

 

 

Bacon Francis, pittore inglese d'origine irlandese. Bacon è nato al 63 di Lower Baggot Street, a Dublino (Irlanda) da genitori inglesi.


Gouache 1929

Crocifissione 1933

Interno di una stanza 1935

Figure in giardino 1936


I suoi genitori erano Eddy Bacon, quarant'anni, capitano in pensione che intraprese un'attività di allenatore equestre, e Winnie Bacon, ventisei anni. Il fratello Harley aveva quattro anni. La badante di Francis era Jessie Lightfoot, trentanove anni. Bacon era un bambino molto ammalato, con asma e violente allergie verso cani e cavalli. Era molto timido come bambino ed adorava vestirsi e discutere di vestiti.

 

 

 

Gli piaceva molto vestirsi come una ragazza, e la sua evidente omosessualità faceva infuriare suo padre. Inseguito si è saputo che suo padre lo puniva per questo motivo (anche con vere e proprie frustate) e si pensa che se è vero fu questo a determinare il suo masochismo. Ad un party in costume nella prima casa della famiglia, a Suffolk, Francis indossò un abito a rilievo, rossetto, tacchi alti tenendo una lunga sigaretta con bocchino. Alla fine di quello stesso anno suo padre lo cacciò di casa perché lo sorprese mentre si provava di fronte a uno specchio la biancheria di sua madre. Bacon si trasferì a Londra nel 1925; fu poi a Berlino, dove conobbe il realismo di G. Grosz, O. Dix e M. Beckmann. Dopo esperienze varie in pittura con influenze di "Max Ernst" e "Pablo Picasso" e nell'arredamento nello spirito del "Bauhaus" tornò a Londra, (nell'autunno in l'inverno nel 1926 a Londra, aiutato dalle tre sterline che sua madre gli mandava ogni settimana, vivendo seguendo i propri istinti e leggendo Nietzsche. Per aiutare il proprio reddito, per un po' provò a fare il collaboratore domestico ma, anche se gli piaceva cucinare, cominciò ad annoiarsi e si licenziò. Lavorò poi come telefonista in un negozio di abiti femminili all'ingrosso in Poland Street a Soho. Fu licenziato dopo aver scritto una lettera minatoria al suo datore di lavoro. Sua cugina Diane Watson suggerì che il diciasettenne Francis prendesse lezioni di disegno alla scuola d'arte San Martin.

 


Ritratto 1949

Testa di uomo 1950

Ritratto di Lucian Freud 1951

Paesaggio dopo Van Gogh 1952

Francis scoprì che era attraente, e che era molto carino per alcune persone e pensò subito di trarne vantaggio, concedendosi a uomini ricchi. Uno di questi uomini era un ex compagno d'arme di suo padre, nonché un brigliatore di cavalli, di nome Harcourt-Smith. Più avanti Francis sostenne che suo padre avesse chiesto al suo amico di tenerlo in pugno e di farlo diventare un vero uomo. Senza dubbio, suo padre era a conoscenza della fama di uomo virile del suo amico ma non dei suoi gusti sessuali) cominciò a dipingere nel 1929-30, svolgendo attività di decoratore e illustratore. 

 

 

All'inizio della Primavera del 1927 Francis fu portato da Harcourt-Smith a Berlino che allora faceva parte della Repubblica di Weimar. Fu qui che Francis vide il capolavoro di Fritz Lang "Metropolis". Francis trascorse due mesi a Berlino. Dopo più o meno un mese, Harcourt-Smith lo lasciò. "Si è stancato presto di me, e certamente ora sarà con una donna". Fu così che dopo poco tempo decise di trasferirsi a Parigi.

L'estate del 1927 Francis andò ad una mostra di 106 opere di Picasso nella Galleria Paul Rosenberg a Parigi, cosa che lo ispirò a disegnare e dipingere. Prese il treno circa cinque volte a settimana per visitare la mostra e spesso tornava con disegni ed acquerelli d'ispirazione cubista.

Francis tornò a Londra nel tardo 1928 e cominciò a lavorare come interior designer. Prese un garage e lo convertì in studio a South Kensington e condivise il piano superiore con Eric Alden, che fu il suo primo collezionista. Nel 1929 Jessie Lightfoot, la badante di Francis, si unì a loro. Nella prima edizione del Cahiers d'Art del 1929, Francis vide le figure biomorfiche di Picasso. Francis divenne amico di Geoffrey Gilbey, un corrispondente del Daily Express e per qualche tempo lavorò come suo segretario.

Il nuovo corso della sua pittura si aprì nel 1944 con i "Tre studi di figure per la base di una crocifissione" (Londra, Tate Gallery) che sconcertarono il pubblico con le loro inquietanti, mostruose figure.

 

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studi per le figure alla base di una Crocifissione

Francis passò un anno e mezzo a Parigi. All'apertura di un'esibizione, incontrò Yvonne Bocquentin, pianista e cantante. Essendo a conoscenza del suo bisogno di imparare la lingua francese, Francis visse per tre mesi con Madame Bocquentin e la sua famiglia nella loro casa presso Chantilly. Al Château de Chantilly (al museo Condè), vide La strage degli innocenti di Nicolas Poussin.

Francis scrisse un suo annuncio sul Times come un "gentleman's companion". Fra le varie risposte, attentamente controllate da Jessie Lightfoot, vi era quella di un anziano signore cugino di Douglas Cooper (Cooper aveva la più bella collezione di arte moderna di tutta l'Inghilterra).

 


Il signore, avendo pagato Francis per i suoi servizi, gli trovò un lavoro part-time come operatore telefonico in un club londinese, e lo aiutò a promuoverlo come designer d'interni a suo cugino Cooper (il quale gli commissionò una volta una scrivania in color grigio-navale).
Nel 1929 Francis conobbe Eric Hall al Bath Club mentre stava cambiando un telefono. Hall (il quale era direttore generale della Peter Jones) fu il suo amante e protettore.

 


Studio di nudo 1952-53

Uomo in Blu III 1954

Uomo che beve 1955

Studio per il ritratto di Van Gogh 1957


La prima esposizione al Queensberry Mews, nell'inverno del 1929, era fatta di stracci e mobilia di Bacon (Eric Hall comprò uno straccio) ma pare che vi fossero anche Painted screen (c. 1929 - 1930) e Watercolour (1929), entrambi comprati da Eric Alden. Watercolour ("Acquarello"), il suo dipinto più datato sopravvissuto, sembra sia evoluto dai suoi disegni di stracci, che a loro volta furono influenzati dai dipinti e gli arazzi di Jean Lurçat.


 



Sydney Butler, figlia di Samuel Courtauld e moglie di Rab Butler, commissionò un tavolo di vetro e acciaio ed una serie di sgabelli per il salotto della sua casa di Smith Square.

Lo studio di Bacon di Queensberry Mews, comparve nel numero dell'Agosto 1930 di The Studio, con un articolo di due pagine intitolato "The 1930 Look in British Decoration", che mostrava i suoi lavori, inclusi un grande specchio tondo, stracci e mobilia in acciaio tubolare e vetro influenzata dallo Stile Internazionale, Marcel Breuer, Le Corbusier / Charlotte Perriand e Eileen Gray.

Il  lavoro Bacon  era Espressionista nello stile e le sue forme umane storte erano sconvolgenti. Ha sviluppato il suo stile personale e tema tenebroso durante gli anni 50 L'opera di Bacon ha certamente una linea di continuità con quella di Van Gogh e Munch e ancor prima con quella di Grunewald, ma le figura umane dell'artista inglese, sempre al centro dei suoi dipinti, non sembrano distorte e deformate da drammi esistenziali e interiori, ma dall'azione coercitiva e torturatrice dell'ambiente al limite della mutazione antropologica e genetica.

 


Studio per Innocenzo X 1962

Studio per il ritratto di Isabel Rawstorne 1964
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Innocenzo X

 

In seguito Bacon approfondì la sua analisi, spietata sino all'atrocità, della condizione umana "Painting" 1946, Museum of Modern , New York. «Non c'è tensione in un quadro», scrisse nel 1955, «se non c'è lotta con l'oggetto». E da questa lotta l'oggetto, l'immagine dell'uomo, escono distorti e sfigurati.

 

 

I personaggi dei suoi quadri, esemplari le rielaborazioni del ritratto di "Papa Innocenzo X di Velàzquez" che si trovano a New York, W. Burden Collection e a Londra, Marlborough Fine Art, rispettivamente del 1953 e del 1962, ci appaiono come attraverso un vetro deformante e al tempo stesso, lucidamente osservati con spirito da voyeur.

«Vorrei che i miei quadri apparissero come se un essere umano fosse passato su di essi... lasciando una scia di umana presenza e tracce di memoria di eventi passati»; queste parole possono forse spiegare perché Bacon si serva spesso di immagini preesistenti rielaborandole: fotografie anonime, gli album fotografici di Muybridge, fotogrammi da film di Bufiuel, Eisenstein, Stroheim, immagini mediche di malattie della bocca, il citato "Innocenzo X di Velàzquez" il "Ritratto di V. Van Gogh".

 

 

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Head

Figure distese allo specchio 1971
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Blood

Autoritratto 1971
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Crouch

L'opera di Bacon, le cui radici culturali sono state individuate, fra l'altro, nell'estetica settecentesca del sublime, è caratterizzata da una violenta carica "Espressionistica" formalmente derivata da M. Griinewald "Vincent Van Gogh" "Edvard Munch". Essa ha esercitato un influsso di grande rilievo sui pittori delle generazioni successive, soprattutto su quelli operanti nell'ambito della cosiddetta «nuova figurazione». Una delle opere maggiormente conosciuta di Bacon è il "Doppio ritratto di Lucian Freud e di Frank Aurbach" eseguito nel 1964 ed ora è esposto nel Marlborough Gallery di Londra. Bacon tornò in Germania nel 1930 e partecipò alla Oberammergau Passion Play.

 

 

Bacon non presenta le cause delle deformazioni che intende già conosciute e sofferte da tutti, ne illustra con fredda e spietata lucidità gli effetti, offrendo alla vista la mostruosità di corpi da cui sembra sia stata estratta l'anima, presi da atroci e sfiguranti convulsioni. E la condizione di queste figure appare senza speranza, senza via di uscita, come un preinferno terreno; è una prigionia di terrore, solitudine e sofferenza forse mai espressa con tanta definitiva convinzione.

L'opera di Bacon vive però di una contraddizione derivata dall'adozione di una tecnica pittorica di altissima qualità formale, che lascia trasparire la voluttà insieme sadica e masochistica dell'uso di un colore capace di rendere tanto strazio, dei viola acidi, dei rosa taglienti, degli aranci brillanti mescolati a tinte di un magma scuro e marcescente. Una tecnica elevata che traspare anche dalla calcolata composizione di forme, che sono sospese in uno spazio da cui sembra essere stata tolta l'aria, incarnate nella tensione boccheggiante e convulsa di corpi che si contorcono e rattrappiscono o si sfaldano confondendo i loro confini con lo spazio vuoto che li sostiene. In questo senso l'opera di Bacon è un'ultima espressione dell'estetica del sublime che pone la lucida constatazione della realtà a confronto con le più alte espressioni ideali, benché frustrate, dell'anima.

 

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