Cubismo

 

CUBISMO

Movimento pittorico formatosi a Parigi nel primo decennio del '900 a partire dalle innovazioni formali di Picasso e Braque. I precedenti culturali del Cubismo sono individuati nella ricostruzione della natura e dello spazio per mezzo dei volumi da parte di Cézanne e nella progressiva ricerca di una rappresentazione volta a rivelare visivamente l'essenza delle cose con una forte tendenza all'astrazione dall'apparenza da parte dei postimpressionisti; a questi fattori si può aggiungere il diffondersi della conoscenza dell'essenzialità primitiva e svincolata dall'ambiente così come si ricava dallo studio dell'arte negra e la via aperta dagli impressionisti e dai fauves nella direzione dell'abolizione della prospettiva classica. L'elemento caratterizzante del Cubismo è l'abbandono dell'unico punto di vista e della collocazione statica delle cose nello spazio", a favore della scomposizione e della fusione di ogni punto di vista e ogni piano del reale.
I protagonisti più grandi del Cubismo sono Picasso e Braque; ad essi si aggiungono, alcuni solo per breve tempo,
Juan Gris, Jean Metzinger, Henri Le Fauconnier, Albert Gleizes, Robert Delaunay, Raymond Duchamp-Villon.

Vicino al cubismo per il versante della ricerca plastico-volumetrica è
Fernand Léger. Ad una prima elaborazione formale volta alla scomposizione dei piani semplici, succede il Cubismo analitico in cui il reale non è solo visto da più prospettive, ma si smembra con la scomposizione dei piani.
Infine il Cubismo sintetico che ricompone l'oggetto in una nuova visione organizzata ormai senza relazione con le limitative leggi spazio-temporale della tradizione.
 

Nel primo decennio del Novecento, tra le incomprensioni e le polemiche di critica e pubblico, peraltro elemento ricorrente in tutto il panorama artistico del nostro secolo, la cultura artistica europea è pronta ad un grande cambiamento: l'abbandono della visione certa ed assoluta della tradizione occidentale dal Rinascimento in poi e l'acquisizione di nuove tecniche di lettura e comprensione.

 

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Pablo Picasso
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Fernand Léger
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George Braque

è la molteplicità del punto di vista il punto focale a cui giunge l'arte contemporanea a partire dall'opera di Cézanne: ogni persona non è mai ferma dinanzi agli oggetti della realtà, ma si muove nello spazio, creando una sintesi tra la moltitudine di immagini che l'occhio gli fornisce; lo stesso sguardo non è mai immobile, ma incessantemente in movimento: sposta in continuazione il suo raggio di azione per percepire e ricostruire, attraverso vari tentativi, volumi, piani, superfici, cavità, ecc. è un'idea di quadro che va modificandosi, nel tentativo di superare il grande limite dell'illusione di un mondo piatto, a due dimensioni, per giungere ad una rappresentazione delle cose nella loro interezza.


 

è la stessa esperienza di moltiplicazione dei punti di vista dell'arte, quella che in letteratura offre spezzoni di linguaggio e in musica allarga le forme sonore consuete come è riscontrabile nella musica di Igor Stravinsky o nella prosa di James Joyce e Virginia Woolf.
Queste novità accadono a Parigi nei primi anni del secolo, nel momento in cui sulla scena artistica è ampiamente diffuso il primitivismo e un certo naïf (specialmente per il ruolo importante di
Henry Rousseau, detto il Doganiere).

Sono lo spagnolo Pablo Picasso (1881-1973) e il francese Georges Braque (1882-1963) ad inaugurare la stagione cubista, a partire dal 1907, data in cui una retrospettiva dell'opera di Cezanne contribuisce a diffondere i suoi insegnamenti.
La scomposizione cezanniana dell'opera incontra la scomposizione della forma praticata nella scultura negra che sintetizza in piani volumetrici le strutture semplificate di un corpo o di un volto; il risultato è l'opera di Picasso "Les demoiselles d'Avignon", che getta le basi del movimento cubista, sulla scena dell'avanguardia parigina fino al 1914 e che riunisce artisti, alcuni solo per un breve periodo, come
Juan Gris, Jean Metzinger, Henri Le Fauconnier, Albert Gleizes, Fernand Léger, Robert Delaunay, Duchamp-Villon, superando ben presto il confine francese.
Picasso, dopo i periodi blu e rosa della sua pittura, inizia un processo di stilizzazione delle sue figure che applica ad una serie di nudi realizzati a partire dal 1907 e che lo portano, nella primavera dello stesso anno, a lavorare alla grande tela già citata conosciuta come "Les Demoiselles d'Avignon", orientato verso una sempre maggiore schematizzazione e un contorno appiattito e spigoloso.

 

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Juan Gris

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Robert Delaunay

L'opera è frutto di un lungo lavoro e di vari ripensamenti; le figure femminili nude rappresentate hanno significato erotico (la parola Avignon allude a una strada del quartiere delle prostitute di Barcellona) e riprendono le figure nude delle "Grandi Bagnanti" di Cézanne, deformate secondo le indicazioni plastiche suggerite a Picasso dalla scultura iberica pagana e dell'arte nera. I volti appaiono deformati come maschere africane, i corpi sono spezzati come sculture aperte, lo sfondo non è dietro, ma in mezzo a loro. Nel dipinto non c'è la luce naturale, non c'è alcun accenno alla luce che si modifica continuamente, in Picasso l'attenzione si sposta dalla natura per dare rilievo all'idea formale che risolve con un'immediata consapevolezza dello spazio.
 

 

Un altro quadro, la "Bagnante" del 1908 è la prima opera di Picasso che racchiude la "doppia testa", una visione frontale che contiene anche il profilo. Ha inizio così la prima fase del Cubismo, detta analitica, (fino al 1912 circa), caratterizzata dal ribaltamento prospettico, dall'esplosione dei volumi e dalla moltiplicazione degli angoli visuali dell'oggetto, come se l'artista gli girasse intorno per poi dispiegarne sulle due dimensioni della tela le varie sfaccettature, riprese da diversi punti di vista, sino a giungere alla scomposizione dei piani in piccoli elementi sempre più sfumati. Questo metodo applicato anche ai ritratti permette tuttavia a Picasso di mantenere ancora la somiglianza ai modelli.
Il
Cubismo analitico è allo stesso tempo una forma di estremo realismo e un modo di inserire nella pittura la dimensione del tempo, della successione degli eventi, della loro durata (anche in seguito agli studi di quegli anni del filosofo Henri Luis Bergson). Il lavoro fondamentale dei cubisti è dunque quello di trovare la soluzione al problema di come dipingere non solo ciò che si vede di un oggetto, ma anche tutto ciò che di lui si sa. Dal 1911-12 Picasso, il cui stile è ormai volto al non figurativo, mentre le ultime tracce di modellato plastico si dissolvono in un unico appiattimento ed i piani, sempre più segmentati, diventano trasparenti, lavora in stretta affinità con Georges Braque ("Case all'Estaque", 1908; "La mandola", 1910; "Il tavolo del musicista", 1913; "Il grande tavolo", 1929): l'estrema contiguità del loro lavoro è evidenziata da opere come "Il suonatore di fisarmonica" di Picasso e "Il Portoghese" di Braque.

 

In questi stessi anni nei quadri di Braque compaiono effetti pittorici a "trompe-l'oeil", lettere alfabetiche e numeri stampati, allo scopo di riaffermare all'interno dell'ermetismo del Cubismo analitico il rapporto con la realtà.
Il 1912 è l'anno dell'apice raggiunto dalla qualità del grande
Cubismo
analitico e dell'assoluta astrazione rivelatasi in opere come "Ma jolie" e "Uomo con mandolino" di Picasso. Egli tuttavia diserta tutti i Salons, ma al Salon des Indépendants, malgrado la sua assenza, Apollinaire rileva che molto profonda è la sua influenza sugli altri artisti presenti mentre Juan Gris (1887-1927 / "Natura morta con vaso cilindrico", 1911; "La tavola", 1914; "Chitarra, bicchiere e fruttiera", 1918) espone nella stessa occasione un "Omaggio a Picasso". Nello stesso periodo, a partire dall'opera "Chitarra", scultura in lamine e filo metallici, omologo tridimensionale della pittura cubista, Picasso inaugura il costruttivismo plastico del XX secolo e si rivolge anche ai "Papier collés" che Braque sperimenta per primo usando carte da parati. Le forme più appiattite e compatte segnano il passaggio dell'artista al cubismo sintetico, evidente nell'opera di transizione "Violino e uva". Le fasi del lavoro vengono fotografate: prima disegna la composizione, dopo vi applica pezzi di giornale ed infine ridisegna a carboncino le linee rimaste coperte. Non si dà più la frammentazione dell'oggetto nelle sue parti successive, ma un'immagine che ne sintetizza le forme essenziali e la materia; il quadro si rivolge sempre più all'intelligenza e propone un nuovo rapporto tra vero e falso, realtà e rappresentazione, aprendo la strada a nuovi sviluppi come il dadaismo e il polimaterismo.

 

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Marcel Duchamp


Jean Arp
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Giorgio de Chirico

E' attraverso Juan Gris che il Cubismo giunge ad una allontanamento dalle sembianze del reale. E' proprio il giovane artista spagnolo trasferitosi a Parigi nel 1906 l'artefice del passaggio al Cubismo "sintetico"; egli afferma che "la verità è al di là di ogni realismo e non bisogna confondere l'apparenza delle cose con la loro essenza". Egli, facendo un percorso opposto a quello degli astrattisti Mondrian e Kandinskij, ha l'obiettivo di rendere reale l'astratto, partendo cioè da una forma geometrica, la riveste di sembianze naturalistiche ("di un cilindro faccio una bottiglia") e soprattutto procede da una visione generale alla descrizione dei particolari. Gris sostiene: "io lavoro con gli strumenti dell'intelletto .... La mia è un'arte sintetica e deduttiva .... il mio intento è di creare dei nuovi oggetti che non possano essere confrontati a nessun oggetto reale".

 
Come abbiamo visto, con l'esperienza cubista
Picasso porta a compimento il discorso iniziato da Cézanne e, mentre giunge a dichiarare apertamente la totale autonomia della rappresentazione rispetto al rappresentato, che diviene un pretesto, un semplice punto di partenza del processo di scomposizione dell'oggetto o punto di arrivo della sua ricostruzione attraverso i puri strumenti formali del linguaggio dell'arte, mantiene sempre un ferreo rapporto con il contenuto e i valori comunicativi dell'opera, che avrà l'apice in un dipinto come "Guernica" del 1937.
è
questa compresenza di elementi di lucida e rivoluzionaria elaborazione formale e di primari interessi comunicativi che si riversa in un'opera come
Guernica del 1937, in cui un eccidio è testimoniato come tragica cronaca e nello stesso tempo assunto, attraverso l'uso del linguaggio sino ad allora maturato, ad evocare le categorie della "brutalità" e delle "tenebre".

 


Pablo Picasso
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Joan Mirò

Max Ernest

Il termine "cubismo orfico" è invece coniato da Apollinaire (dal mito di Orfeo) per indicare il lavoro di alcuni artisti che si allontanano dall'analisi cubista della forma per giungere ad un tipo di astrazione lirica e decorativa che indaga sui ritmi di forme di colore e i suoi effetti come Sonia e Robert Delaunay e Fernand Léger, coi suoi moduli tubolari e cilindrici. Allo scoppio della guerra sotto il nome Cubismo si raccolgono varie sperimentazioni che preludono ai futuri sviluppi artistici.

 

Nello stesso periodo, il cammino percorso dall'arte, la cui visione si distacca dall'apparenza, è lo stesso della filosofia della scienza che ammette come l'orizzonte visivo scientifico sia sempre più lontano da ciò che i nostri occhi possono percepire dalla semplice visione "ad occhio nudo". Picasso si troverà pronto ad intervenire per molti anni ancora sulla scena dell'avanguardia artistica, con altre vitali interpretazioni delle forme e dei fatti. E infatti già nel 1916 egli si avvicina al movimento Dada. Nel 1919 viene decretata la fine del Cubismo da parte dei Dada, anche se Tristan Tzara sostiene che "finche vi saranno pittori come Picasso, Braque e Gris... nessuno potrà parlare di morte del Cubismo senza sembrare un idiota". Picasso continua in questo momento ad alternare il Cubismo ad un realismo di notevole monumentalità, a volte raggiungendo lo stile del fregio neoclassico. Alcune grandi composizioni del periodo sono definibili cubismo ornamentale, con colori vivaci, motivi decorativi ovunque e il ritorno alla leggibilità delle figure.

La sua vicenda successiva al
Cubismo, per il quale aveva abbandonato una figurazione come quella dei periodi blu e rosa, intensamente partecipe del dramma dell'esistenza, è contrassegnato da un continuo cambiamento di stile, più apparente che reale però, in quanto guidato da una coerenza superiore che si avverte al di là delle apparenze e che riposa nelle risposte che Picasso dà di volta in volta alle urgenze che gli pongono da un lato la storia e dall'altro il quotidiano.
Esemplare in proposito è ciò che l'artista risponde ad un ufficiale tedesco che gli domandò se è l'autore di
Guernica, il quadro dipinto dall'artista spagnolo dopo il bombardamento della piccola cittadina basca che vi causò migliaia di morti. Picasso risponde che non lui, ma i nazisti sono gli autori di Guernica.

 

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Man Ray

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Paul Klee

Nel 1924 esce il manifesto del surrealismo; sin dall'inizio Picasso contribuisce ad illustrare la rivista "La revolution surrealiste". In uno dei numeri Breton lo proclama uno di loro, anche se cosciente dell'impossibilità di applicare alla sua opera quella critica rigorosa che i surrealisti intendeva altrove stabilire. Nella prima mostra del gruppo é presente con Arp, de Chirico, Ernst, Klee, Masson, Mirò, Man Ray, ed espone solo opere cubiste.
 


Nel 1926 realizza alcune opere caratterizzate da un ritmo decorativo e gestuale applicato ad una sorta di
Cubismo curvilineo ed una serie di collages astratti sul tema della chitarra, realizzati con strofinacci grezzi, vecchie camicie, aghi da maglia. Inizia l'analisi del tema dello studio e del relativo "pittore e modella".

Del 1928 sono le "costruzioni in filo metallico" costituite da bastoncini di metallo, simili a disegni nello spazio. La scultura picassiana di questo periodo rappresenta una forte innovazione, soprattutto per lo sviluppo che avrà in artisti successivi: è quel tipo composto solitamente da elementi di metallo, saldato o bullonato, assolutamente astratti, e che tuttavia
Picasso abbandonerà per tornare al modellato di figure.
Dal 1929 parecchi suoi dipinti rivelano un disperato attaccamento alle ultime possibilità di dipingere la figura umana, già esclusa dai surrealisti, creando una sorta di conservatorismo che trasforma i soggetti della sua arte da formalmente rivoluzionari ad eversivi di ciò che é tradizionalmente consacrato, divenendo suoi interessi principali la mitologia classica e cristiana ed un
simbolismo del tutto personale che trasforma la figura umana in un insieme di arti, lingue, peni e vulve di forte impatto e potenza sessuale.

"Guernica" , del 1937, nasce nella perfetta coerenza dello stile picassiano che non dimentica mai un suo precedente dipinto e che non rimpiange mai o respinge parti della sua precedente creazione.

Così lo stesso Picasso aiuta ad interpretare "Guernica": "Il toro non è il fascismo, ma la brutalità e le tenebre, ... il cavallo rappresenta il popolo... il murale è simbolico... allegorico. E' questa la ragione per cui ho usato il cavallo, il toro e così via..."
Dopo la guerra la nuova alba picassiana è data dai ritratti dell'ultima moglie, Françoise Gilot, ispiratrice di "Joie de vivre" e dai successivi maestosi dipinti eseguiti in modo piuttosto approssimativo e casuale: Picasso comincia la sua nuova carriera come leggenda di se stesso.

 

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