Dix Otto

 


Otto Dix
1891-1969

 

 

Otto Dix, nacque a Gera-Untermhaus, in Germania, il 2 dicembre 1891.

 


Self-portrait as Mars, 1915

Moon Woman , 1919

The Skat Players , 1920

Die Skatspieler Kartenspielende
Kriegskrüppel 1920

At the Mirror , 1921

Nel 1910 entrò alla Scuola d’arti decorative di Dresda, specializzandosi come ritrattista; sempre a Dresda, nel 1912, visitò una mostra di Vincent Van Gogh, restandone fortemente colpito.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Dix si arruolò entusiasticamente volontario nell’esercito tedesco.

 

 

In qualità di sottufficiale combatté sia sul fronte occidentale, contro gli eserciti inglese e francese, che sul Fronte Orientale, contro l’esercito russo; nel corso della guerra fu ferito e decorato più volte.


L’esperienza della guerra scioccò profondamente Dix, trasformandolo in un convinto pacifista: una parte importante dell’opera di Dix rifletterà proprio quel tragico periodo.

Dipinse le sue opere più note durante gli anni della fragile Repubblica di Weimar, incentrate su tematiche forti e disegnate con crudezza, come la guerra e la morte al fronte, i reduci storpi nelle città del dopoguerra, le deformità della bruttezza, il rapporto tra eros e morte, oltre a numerosi ritratti e gli autoritratti che realizzerà con costanza per tutta la vita.

 


Dr. Hans Koch
the Dermatologist
and Urologist 1921

To Beauty, 1922

Portrait of Dr. Heinrich
Stadelmann, 1922

Nelly with Toy , 1924

Portrait of the Art
Dealer Johanna Ey, 1924


Al termine della Prima Guerra Mondiale, Dix tornò a Dresda.
Nel 1919 aderì al gruppo espressionista della Secessione di Dresda ma ben presto, con George Grosz, Rudolf Schlichter e John Heartfield, diede vita al gruppo dadaista, organizzando nel 1920 a Berlino la Prima fiera internazionale dada.


 


Nel 1922 si trasferì a Dusseldorf, dove nella locale accademia perfezionò il suo tipico stile: un realismo acuto, narrativo e morale, pieno di significati simbolici.

 

È di questo periodo la serie dei dipinti con mendicanti, mutilati, marinai, prostitute e scene di violenza sessuale, tecnicamente eseguiti tramite una pittura volutamente antiartistica e infantile, tipica del dadaismo.

Dix fu estremamente critico nei confronti della società tedesca del tempo e le sue opere ne espressero gli aspetti più squallidi; tra questi, particolare enfasi venne data al tema della guerra e alla conseguente emarginazione sociale dei reduci (questo concetto fu sviluppato anche in ambito letterario da scrittori come Erich Maria Remarque).

 


Still Life with
Widow's Veil, 1925

Portrait of Journalist
Sylvia Von Harden, 1926

Otto Dix and Portrait
of Journalist Sylvia
Von Harden, 1926

Newborn Baby
on Hands, 1927

Portrait of the Painter
Franz Radziwill, 1928

 

Come modelli usò spesso immagini reali di soldati sfigurati, raffigurando corpi squartati e decomposti in trincee e in campi di battaglia, servendosi di un realismo crudo e tragicamente impietoso per lanciare un violento atto d’accusa antimilitarista.

 

 

Nella Germania del tempo, queste tele causarono un tale turbamento che spesso furono rimosse dai musei e dalle gallerie d’arte dove erano esposte.

Nel 1925 Dix partecipò alla mostra della Nuova oggettività a Mannheim e nel 1927, dopo due anni di soggiorno a Berlino, fu chiamato a insegnare all’Accademia di Dresda.

Nel 1933, con la presa di potere nazista, Dix fu considerato un artista degenerato, perse l’incarico di professore all’Accademia di Dresda e gli venne proibito di esporre le proprie opere, alcune delle quali furono esibite nell’esposizione nazista d’arte degenerata e furono poi bruciate.
Nel 1939, dopo un breve periodo di carcere, si trasferisce nel sud della Germania, rifiutandosi di lasciare il paese nonostante il pericolo.

 


St. Christopher IV 1939

Donna con cappello rosso

Aquarelles

Aquarelles

Aquarelles

Richiamato sotto le armi con la mobilitazione generale, malgrado l'età, nel 1945 viene fatto prigioniero dall'esercito francese.

Nel 1946 si stabilisce sul lago di Costanza e fu costretto a dedicarsi esclusivamente alla pittura di paesaggio, evitando i temi sociali.

 


In quanto veterano pluridecorato della Prima Guerra Mondiale, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale Dix fu nuovamente richiamato nell’esercito tedesco; catturato dalle truppe francesi, fu rilasciato nel 1946.

Nel dopoguerra riprese l’attività artistica realizzando soprattutto allegorie religiose e scene di sofferenze legate alla guerra.
Nel 1955 è nominato membro ufficiale dell'Akademie der Künste di Berlino Est.
Nello stesso anno partecipa a Dokumenta I di Kassel.

Otto Dix morì a Singen, in Germania, il 25 luglio 1969.

 

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