Ernst Max

 

Ernst Max
Bruhl, 1891 - 1976

Maximilien (Max) Ernst é nato a Brûl (Germania) il 2 Aprile 1891.


Dopo aver studiato filosofia, storia dell’arte e psichiatria a Bonn, fondò poi  a Colonia un gruppo dadaista molto attivo, inizia a disegnare scoprendo la sua vocazione all'arte.
Stabilitosi a Parigi, ebbe una parte importante nel movimento surrealista francese e anche negli Stati Uniti.


Testa d'uomo

Acque sommerse 1919

Ein Kupferblech 1919-20

Verso la pubertà, o le Pleiadi
1921 tempera e olio su carta, cartone, collezione René Rasmussen, Parigi

senza titolo

Nel 1913 con Sturm espone i primi quadri a Berlino e conosce Guillaume Apollinaire.

Nel 1914 Max Ernst, che si presenta con il nome di battaglia Dadamax, comincia a lavorare
con
Hans Jean Arp e Johannes Baargelded insieme aderiscono al movimento del "Blaue
Reiter" di Monaco e con il gruppo
"Der Sturm" di Berlino.


 


La scoperta di
Giorgio De Chirico, la conoscenza di Freud, della psicoanalisi e l'esperienza diretta fatta da studente negli ospedali psichiatrici, contribuiscono in varia misura alla definizione del particolare dadaismo che si esprime soprattutto nel collage.

Nel 1920, Max con altri pittori, realizza uno dei più scandalosi happenings mai realizzati dai dadaisti.

Ancora con i dadaisti Ernst organizza una esposizione personale, ma la voluta negazione del piacere estetico dei Dadaisti mal si addice alla ricca immaginazione di Max Ernst che già nel 1926 lascia il movimento e si appassiona al surrealismo dando al termine un'interpretazione estremamente personale.
 


La vestizione della sposa, 1939
olio  su legno 96 x 130
collezione Peggy Guggenheim, Venezia

Ubu Imperator 1923-24

The Fireside Angel, 1937

Le tentazioni di Sant'Antonio 1945

senza titolo

 

Sperimentando continuamente nuove tecniche del disegno e della pittura, dando libero sfogo al suo profondo senso dell'irrazionale e del mistero, Max Ernst prosegue nel cammino dell'arte.


 

 

Nel 1929 viene pubblicato il primo dei suoi romanzi-collages "La Femme 100 têtes", seguito nel 1930 da "Reve d'une petite fille qui voulut entrer au Carmel", mentre nel 1934 è la volta di "Une semaine de bonté", ultimo dei suoi originalissimi romanzi-collages.
Il montaggio dei collage era volutamente dissimulato, per regalare all'opera un'apparenza di unità, evidenziata dalla veste tipografica. Trasferitosi a Parigi Max Ernst è uno dei cofirmatari del “Manifesto del surrealismo” e partecipa a tutte le esposizioni del movimento.
Nella nuova interpretazione della pittura Max si trova involontario alleato dei nazisti contro "l'arte degenerata" dei dadaisti.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il pittore viene internato in un campo di detenzione francese per la sua nazionalità.
Nel 1941 Max Ernst riesce a rifugiarsi negli Stati Uniti dove rimarrò fino al 1953.
Erede degli antichi incisori germanici, nel dopoguerra Max Ernst continuata la sua produzione con un ritmo molto intenso, sia nei dipinti e nella grafica, che nella scultura.

Grazie a lui, il genio fantastico e crudele dei maestri incisori riemerge nella pittura moderna.
La giovinezza renana di Max Ernst, nutrita ampliamente delle fantasmagorie boschive di Altdorfer e dalle letture dei romantici e dei metafisici tedeschi, guidano il pittore nell'invenzione e nell'utilizzo di nuove tecniche, come le colature di colore del "drapping" e l'utilizzo della fotografia come tecnica artistica.

Celebri le sue opere: Visione provocata dall'aspetto notturno della porta Saint-Denis, Dilettazione carnale complicata di rappresentazioni visuali, L'occhio del silenzio.

 

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