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Picasso Pablo Ruiz
Pablo Picasso nasce a Malaga, in Spagna, il 25 ottobre 1881, dall'insegnante di disegno José Ruiz Blasco è da Maria Picasso, dalla quale prenderà poi il nome che ha reso celebre in tutto il mondo.
Negli anni successivi si reca anche a Madrid, per rendersi conto e trarre profitto dei vari insegnamenti accademici, quindi, nel 1897, già padrone di una tecnica sperimentata e abilissima, si avvicina agli ambienti artistici d'avanguardia di Barcellona, partecipando alla vita accesa di discussioni che si svolge principalmente nei cabares, dal cui clima è fortemente attratto, e collaborando a varie effimere riviste.
Pur continuando a frequentare principalmente artisti spagnoli, da Iturrino a Gargallo e a Gonzales, non manca di penetrare nell’ambiente artistico parigino legandosi d'amicizia con Coquiot e, specialmente, con Max Jacob: tra l'altro tiene, insieme a Iturrino, una mostra nell'importante galleria di Vollard. Fino alla primavera del 1904, quando si stabilisce definitivamente a Parigi nel famoso « bateau-lavoir » di Place Ravignon, alterna la permanenza a Barcellona con brevi puntate a Parigi dove nel 1902 aveva esposto nelle gallerie di Vollard e di Berthe Weill; nella capitale francese la cerchia delle sue amicizie e dei suoi interessi si allarga e nel giro di un paio di anni il suo studio diventa un indirizzo caro a personalità in formazione e in crescita come Jacob, Jarry, Raynal, Salmon, Reverdy, Apollinaire, Duhamel, gli Stein. In questo clima di serenità, pur nelle angustie economiche, avviene il trapasso dal periodo « blu » al periodo « rosa », contrassegnato da una classica armonia formale.
Nel 1910 va a lavorare a Cadaques con Derain, durante te l'estate, l'anno dopo con Braque e Céret ed ogni volta torna a Parigi con un patrimonio di opere cariche di novità e di geniali intuizioni. Ormai sulla scia c’è tutta una schiera di giovani, che non sempre sanno intendere la complessità, realistica delle sue strutture di linguaggio: accanto a Léger e Gris, certo i migliori, vi sono troppi epigoni, da Gleizes a Metzinger, da Herbin a Marcoussis, fino a coloro che utilizzano in senso diverso le sue soluzioni, da Delaunay a Roger de la Fresnaye, dai futuristi italiani a Villon, a Duchamp e Picabia, per dire dei più noti. Dopo la rottura con Fernand Olivier, si lega con Marcello Humbert (Eva, il cui nome ricorre in tanti quadri) e vi trascorrono lunghi periodi insieme ai Braque, specie durante le estati del 1912-13-14. Nel 1914, allo scoppio della guerra, Picasso rimane a Parigi, mentre i suoi compagni partono per il fronte: non è una separazione occasionale, ma la rottura di una comunanza di interessi, poiché Derain volgeva verso un recupero della tradizione e Braque ad una sistemazione delle conquiste cubiste. Da questo momento inizia una forsennata ricerca di forme sempre più nuove, in un continuo tentativo di espressione che si manifesta soprattutto, fino al 1921, nelle varie correnti cubiste.
Nel 1928 l'estate trascorsa sulla spiaggia di Dinard porta a una nuova svolta la sua pittura tormentata, tesa ora ad una forma rappresentativa del movimento che si risolve dapprima in pacate poi sempre più tumultuose figure delle quali snatura i tratti.
Quest'arte aggressiva, talvolta dolorosa, si manifesta ancor più evidente non tanto nelle scene di corrida da lui dipinte durante i viaggi compiuti in Spagna, quanto nel periodo della guerra civile spagnola (quando viene nominato dal governo repubblicano direttore del museo di Prado) in cui l'artista dipinge tra l'altro Guernica, il più fascinoso grido di rivolta e di commozione contro gli orrori della guerra. La violenza degli uomini e delle cose si ripercuote per tutto il periodo della seconda guerra mondiale nelle opere dell'artista, sempre tormentate, sempre cattive nella crudele rappresentazione dell'umanità. Dal dopoguerra al 1973 Negli anni del dopoguerra l'attività di Picasso si esplicò in molteplici settori. Oltre alla numerosa produzione litografica degli anni 1945-46 (più tardi si dedicò anche alla linoleografia), particolarmente copiosa e intensa fu la sua opera di ceramista, iniziata a Vallauris nel 1947, che lo portò a modellare centinaia di pezzi estrosi nella forma e nella decorazione: vasi a forma di testa, bottiglie a forma di donna, animali vari (soprattutto civette), piatti incisi e dipinti, ecc. Non meno importante in questi anni fu l'attività scultorea dell'artista, che rivelò anche nell'arte tridimensionale una straordinaria capacità inventiva, feconda di sviluppi. Tra le opere più note (soprattutto animali) è la Capra (1950, New York, Museum of Modern Art), assemblage di oggetti “trovati”, o di uso comune, fusi poi in bronzo. Del 1949 è la celebre Colomba della pace disegnata per il manifesto del Congresso della Pace Mondiale a Parigi. Gli avvenimenti politici dell'inizio degli anni Cinquanta sono documentati nel Massacro della Corea (1951) e nei due pannelli della Guerra e della Pace eseguiti quest'ultima nel 1952 per la cappella di Vallauris. Seguirono poi i cicli delle “variazioni”, dalla serie sulle Donne di Algeri di Delacroix (1954-55) a quella su Las Meniñas di Velázquez (1957) fino a quelle dedicate al Déjeuner sur l'herbe di Manet (1961) e al Ratto delle Sabine di Poussin, eseguita quest'ultima nel 1962, anno in cui Picasso ottenne il premio Lenin per la Pace.
Tema costante degli anni Sessanta è la composizione Pittore e modella, caratterizzata da affettuose annotazioni sentimentali sommerse da empiti sensuali ed erotici che restituiscono l'intimo temperamento dell'uomo e la possente misura dell'artista, non insensibile alle suggestioni del paesaggio e del sentimento. Nel 1963 fu realizzato, per iniziativa dell'antico amico e poi fedele segretario Jaime Sabartés, il Museo Picasso a Barcellona. La serie di grandi mostre organizzate in tutte le parti del mondo, vivente l'artista, si concluse, dopo la sua morte, con la grande rassegna di circa 210 opere (eseguite nel periodo compreso tra il 1970 e il 1972) presentate nel 1974 ad Avignone nel Palazzo dei Papi.
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