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CUBISMO Movimento pittorico formatosi a Parigi nel primo decennio del '900 a partire dalle innovazioni formali di Picasso e Braque. I precedenti culturali del Cubismo sono individuati nella ricostruzione della natura e dello spazio per mezzo dei volumi da parte di Cézanne e nella progressiva ricerca di una rappresentazione volta a rivelare visivamente l'essenza delle cose con una forte tendenza all'astrazione dall'apparenza da parte dei postimpressionisti; a questi fattori si può aggiungere il diffondersi della conoscenza dell'essenzialità primitiva e svincolata dall'ambiente così come si ricava dallo studio dell'arte negra e la via aperta dagli impressionisti e dai fauves nella direzione dell'abolizione della prospettiva classica. L'elemento caratterizzante del Cubismo è l'abbandono dell'unico punto di vista e della collocazione statica delle cose nello spazio", a favore della scomposizione e della fusione di ogni punto di vista e ogni piano del reale. Nel primo decennio del Novecento, tra le incomprensioni e le polemiche di critica e pubblico, peraltro elemento ricorrente in tutto il panorama artistico del nostro secolo, la cultura artistica europea è pronta ad un grande cambiamento: l'abbandono della visione certa ed assoluta della tradizione occidentale dal Rinascimento in poi e l'acquisizione di nuove tecniche di lettura e comprensione.
è la molteplicità del punto di vista il punto focale a cui giunge l'arte contemporanea a partire dall'opera di Cézanne: ogni persona non è mai ferma dinanzi agli oggetti della realtà, ma si muove nello spazio, creando una sintesi tra la moltitudine di immagini che l'occhio gli fornisce; lo stesso sguardo non è mai immobile, ma incessantemente in movimento: sposta in continuazione il suo raggio di azione per percepire e ricostruire, attraverso vari tentativi, volumi, piani, superfici, cavità, ecc. è un'idea di quadro che va modificandosi, nel tentativo di superare il grande limite dell'illusione di un mondo piatto, a due dimensioni, per giungere ad una rappresentazione delle cose nella loro interezza.
è la stessa esperienza di moltiplicazione dei punti di vista dell'arte, quella che in letteratura offre spezzoni di linguaggio e in musica allarga le forme sonore consuete come è riscontrabile nella musica di Igor Stravinsky o nella prosa di James Joyce e Virginia Woolf. Sono lo spagnolo Pablo Picasso (1881-1973) e il francese Georges Braque (1882-1963) ad inaugurare la stagione cubista, a partire dal 1907, data in cui una retrospettiva dell'opera di Cezanne contribuisce a diffondere i suoi insegnamenti.
L'opera è frutto di un lungo lavoro e di vari ripensamenti; le figure femminili nude rappresentate hanno significato erotico (la parola Avignon allude a una strada del quartiere delle prostitute di Barcellona) e riprendono le figure nude delle "Grandi Bagnanti" di Cézanne, deformate secondo le indicazioni plastiche suggerite a Picasso dalla scultura iberica pagana e dell'arte nera. I volti appaiono deformati come maschere africane, i corpi sono spezzati come sculture aperte, lo sfondo non è dietro, ma in mezzo a loro. Nel dipinto non c'è la luce naturale, non c'è alcun accenno alla luce che si modifica continuamente, in Picasso l'attenzione si sposta dalla natura per dare rilievo all'idea formale che risolve con un'immediata consapevolezza dello spazio.
Un altro quadro, la "Bagnante" del 1908 è la prima opera di Picasso che racchiude la "doppia testa", una visione frontale che contiene anche il profilo. Ha inizio così la prima fase del Cubismo, detta analitica, (fino al 1912 circa), caratterizzata dal ribaltamento prospettico, dall'esplosione dei volumi e dalla moltiplicazione degli angoli visuali dell'oggetto, come se l'artista gli girasse intorno per poi dispiegarne sulle due dimensioni della tela le varie sfaccettature, riprese da diversi punti di vista, sino a giungere alla scomposizione dei piani in piccoli elementi sempre più sfumati. Questo metodo applicato anche ai ritratti permette tuttavia a Picasso di mantenere ancora la somiglianza ai modelli.
In questi stessi anni nei quadri di Braque compaiono effetti pittorici a "trompe-l'oeil", lettere alfabetiche e numeri stampati, allo scopo di riaffermare all'interno dell'ermetismo del Cubismo analitico il rapporto con la realtà.
E' attraverso Juan Gris che il Cubismo giunge ad una allontanamento dalle sembianze del reale. E' proprio il giovane artista spagnolo trasferitosi a Parigi nel 1906 l'artefice del passaggio al Cubismo "sintetico"; egli afferma che "la verità è al di là di ogni realismo e non bisogna confondere l'apparenza delle cose con la loro essenza". Egli, facendo un percorso opposto a quello degli astrattisti Mondrian e Kandinskij, ha l'obiettivo di rendere reale l'astratto, partendo cioè da una forma geometrica, la riveste di sembianze naturalistiche ("di un cilindro faccio una bottiglia") e soprattutto procede da una visione generale alla descrizione dei particolari. Gris sostiene: "io lavoro con gli strumenti dell'intelletto .... La mia è un'arte sintetica e deduttiva .... il mio intento è di creare dei nuovi oggetti che non possano essere confrontati a nessun oggetto reale".
Il termine "cubismo orfico" è invece coniato da Apollinaire (dal mito di Orfeo) per indicare il lavoro di alcuni artisti che si allontanano dall'analisi cubista della forma per giungere ad un tipo di astrazione lirica e decorativa che indaga sui ritmi di forme di colore e i suoi effetti come Sonia e Robert Delaunay e Fernand Léger, coi suoi moduli tubolari e cilindrici. Allo scoppio della guerra sotto il nome Cubismo si raccolgono varie sperimentazioni che preludono ai futuri sviluppi artistici. Nello stesso periodo, il cammino percorso dall'arte, la cui visione si distacca dall'apparenza, è lo stesso della filosofia della scienza che ammette come l'orizzonte visivo scientifico sia sempre più lontano da ciò che i nostri occhi possono percepire dalla semplice visione "ad occhio nudo". Picasso si troverà pronto ad intervenire per molti anni ancora sulla scena dell'avanguardia artistica, con altre vitali interpretazioni delle forme e dei fatti. E infatti già nel 1916 egli si avvicina al movimento Dada. Nel 1919 viene decretata la fine del Cubismo da parte dei Dada, anche se Tristan Tzara sostiene che "finche vi saranno pittori come Picasso, Braque e Gris... nessuno potrà parlare di morte del Cubismo senza sembrare un idiota". Picasso continua in questo momento ad alternare il Cubismo ad un realismo di notevole monumentalità, a volte raggiungendo lo stile del fregio neoclassico. Alcune grandi composizioni del periodo sono definibili cubismo ornamentale, con colori vivaci, motivi decorativi ovunque e il ritorno alla leggibilità delle figure.
Nel 1924 esce il manifesto del surrealismo; sin dall'inizio Picasso contribuisce ad illustrare la rivista "La revolution surrealiste". In uno dei numeri Breton lo proclama uno di loro, anche se cosciente dell'impossibilità di applicare alla sua opera quella critica rigorosa che i surrealisti intendeva altrove stabilire. Nella prima mostra del gruppo é presente con Arp, de Chirico, Ernst, Klee, Masson, Mirò, Man Ray, ed espone solo opere cubiste.
"Guernica" , del 1937, nasce nella perfetta coerenza dello stile picassiano che non dimentica mai un suo precedente dipinto e che non rimpiange mai o respinge parti della sua precedente creazione. Così lo stesso Picasso aiuta ad interpretare "Guernica": "Il toro non è il fascismo, ma la brutalità e le tenebre, ... il cavallo rappresenta il popolo... il murale è simbolico... allegorico. E' questa la ragione per cui ho usato il cavallo, il toro e così via..."
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