Severini Gino

Gino Severini
1883-1966

 

Pittore
Giunge a Roma verso il 1899 e stringe amicizia con Balla e Boccioni, con i quali condivide l'attenzione per le tematiche a sfondo sociale e per la tecnica divisionista, di cui Balla è in quegli anni, a Roma, maestro riconosciuto. Frequenta la scuola libera del nudo all'Accademia e la scuola serale del disegno a Villa Medici. Nel 1905 organizza con Boccioni, nel foyer del Teatro Costanzi, la "Mostra dei rifiutati", in polemica con l'esclusione dalla mostra "degli Amatori e Cultori".

Nel 1906 è a Parigi, dove si afferma come uno dei protagonisti dell'avanguardia, ma non per questo interrompe i suoi rapporti con l'Italia.

 


Pulcinella e Arlecchino

la ragazza

Apocalisse 1941

Bal Tabarin

Danzatrice in blu

Etude pour Arlequin

E' in contatto col gruppo di Marinetti (espone a Roma, in mostre futuriste, nel 1913 e '14), e poi con "Valori Plastici", rendendo possibile la pubblicazione del secondo numero della rivista di Broglio, dedicato interamente alla situazione francese; scrive inoltre una monografia su Manet nella collana di "Valori Plastici" dedicata all'arte moderna.


 

Dal 1916 al '21, anno in cui pubblica "Du cubisme au classicisme", passa dal purismo cubista a un neoclassicismo con echi metafisici.

Nel 1923 è presente alla Biennale romana; partecipa alle due mostre milanesi del Novecento italiano (1926 e '29) e a quella di Ginevra (1929).

 


La danza del PAN PAN al Monico

La Danza, 1909-1916

mare=ballerina

L'estate, 1951

Red Cross Train

Serenade à la lune

Nel 1928 fa ritorno nella capitale, mentre iniziano ad apparire nel suo lavoro elementi tratti dal paesaggio antico di Roma.
Nel 1930, con gli altri "italiani di Parigi", è presente alla Biennale di Venezia; partecipa quindi alle Quadriennali del 1931 e '35, anno in cui vince il Gran premio per la pittura, presentando un'intera sala e si stabilisce a Roma.

 


Tornato a Parigi, alterna soggiorni tra la Francia e Roma. Realizza una decorazione per l'Esposizione Universale di Parigi e nel 1938 espone i suoi mosaici alla Galleria della Cometa.
Dopo la guerra, è tra i maestri riconosciuti delle nuove generazioni (tra l'altro è presidente dell'Art Club). Oltre che alla pittura da cavalletto si dedica a impegnative imprese decorative.

 

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