Lega Silvestro

 

Silvestro Lega
Modigliana 1826 – Firenze 1895
Pittore italiano, considerato  fra i maggiori esponenti del movimento dei macchiaioli. Nasce l’8 dicembre del 1826 a Modigliana (in provincia di Forlì sull’Appennino tosco-romagnolo) da Antonio
Lega, proprietario terriero nativo dei dintorni di Brisighella, nel Ravennate, e dalla sua seconda moglie ed ex domestica, Giacomo Mancini, da cui avrà quattordici figli. Viene battezzato il 9 dicembre nella Chiesa di Santo Stefano in San Bernardo.
Nel 1843 Si trasferisce a Firenze per iscriversi il 30 maggio all’Accademia di Belle Arti dove segue i corsi di Servolini, Gazzarrini, Bezzuoli e Pollastrini.

 


Prigionieri di guerra, 1861
Ritorno di bersaglieri italiani da una ricognizione

Ritratto di
Giuseppe Garibaldi, 1861

Il Primo dolore, 1863

Il canto di uno stornello, 1867

Nel 1845 Frequenta lo studio di Luigi Mussini e in seguito la scuola di pittura purista che questi tiene col pittore svizzero Franz Adolf von Stùrler, allievo di Ingres. Nel 1848 Si arruola volontario nella guerra contro l’Austria (Prima Guerra d’Indipendenza), insieme a Mussini, ai suoi compagni di studio e al fratello Carlo. Nel 1850 Inizia a lavorare presso lo studio di Antonio Ciseri che lo incoraggia a dipingere il primo quadro, Incredulità di San Tommaso (Modigliana, Ospedale civile).


All’Accademia del Nudo, dove insegna Giuseppe Bezzuoli, Lega conosce Giovanni Fattori, Luigi Bechi, Antonio Puccinelli ed Egisto Signorini. Questi lo presenta al fratello Telemaco.
Nel 1851 Espone alla mostra annuale dell’Accademia di Belle Arti di Firenze il dipinto perduto Velleda, quadro di gusto romantico tratto dai Martiri di Chateaubriand. Il quadro è ammirato dal giovane Telemaco Signorini.
Nel 1852 Vince il concorso triennale bandito dall’Accademia di Belle Arti con la tela David che placa col suono dell'arpa le smanie di Saul travagliato dallo spinto malo. Tra gli altri concorrenti figurano Antonio Puccinelli, Cecioni, Bezzuoli ed Egisto Ferroni. Muore la madre Giacoma Mancini.

Nel 1853 Sull’onda del successo della premiazione del Saul, il 30 gennaio l’Accademia degli Incamminati di Modigliana accoglie Lega tra i soci.
Nel 1854-55 Esegue i primi studi dal vero. Attraverso le pagine del periodico “Bullettino delle arti del Disegno”, le mostre annuali dell’Accademia di Belle Arti e della Società Promotrice, Lega segue i fermenti del nuovo gruppo di giovani artisti costituitosi nell’intento di liberare la pittura dai condizionamenti accademici. Nel 1857 Si trova nella città natale dove il 26 giugno riceve dalla Pia Opera di Modigliana la commissione di quattro "lunette" per la Chiesa della Madonna del Cantone.
Nel 1858 Esegue a Firenze, tra quest’anno e il successivo, le prime due lunette con La peste e La carestia per la Chiesa della Madonna del Cantone di Modigliana. Non partecipa alla Seconda Guerra di Indipendenza.
Nel 1859 Su stimolo del concorso indetto a Firenze da Bettino Ricasoli, esegue tra quest’anno e il 1861 il cospicuo gruppo delle tele di soggetto militare, tra cui Imboscata di bersaglieri italiani in Lombardia e Ritorno di bersaglieri italiani da una ricognizione, opere esposte entrambe alla Società Promotrice di Belle Arti nel 1861 e, nello stesso anno sempre a Firenze, alla prima Esposizione Nazionale Italiana alle Cascine.
Nel 1860 Prende in affitto una stanza-studio in via Santa Caterina, nel nuovo quartiere del Barbano. Nella zona risiedono molti pittori che frequentano il Caffè Michelangelo, tra cui Banti, Fattori e Giuseppe Moricci. Nei nuovi locali Lega prosegue nella sua opera che, da ora in avanti, sarà orientata alla raffigurazione della vita moderna.


Una visita, 1868

Il pergolato, 1868

Le bambine che fanno le signore

Nel 1861 In primavera-estate il gruppo dei Macchiaioli effettua alcune gite di studio a San Marcello, sull’Appennino pistoiese, e a Castiglioncello, realizzandovi opere destinate a rappresentarlo all’Esposizione Nazionale che avrà luogo in settembre a Firenze. Nella campagna di Piagentina, lungo le rive dell’Affrico, durante il mese maggio Lega realizza una serie di studi dal vero attraverso i quali si attesta la sua definitiva “conversione” al realismo di“macchia”.

Nel 1862 La presenza di Lega a Piagentina favorisce il costituirsi, in quella campagna, di un cenacolo artistico che dà origine alla cosiddetta “Scuola di Piagentina”. Oltre al Lega ne fanno parte Signorini, Abbati, Borrani e Sernesi. I temi richiamano la campagna dove vive la famiglia Batelli, l’ambiente contadino che l’abita e i costumi della vita quotidiana colti nell’intimità domestica. In seno alla famiglia
Batelli, dove vivono anche i fratelli Dante e Ettore, Lega dipinge Le Rose della primavera, Le lavandaie, Motivo di grano.
Nel 1863 Conclude il ciclo per la Chiesa della Madonna del Cantone di Modigliana con le ultime due lunette Terremoto e La guerra. Espone con successo presso le Società Promotrici di Genova e di Torino e presso la Promotrice fiorentina in occasione dell’inaugurazione della nuova sede di via della Colonna del 22 novembre, dove presenta Una veduta in Piagentina e L'educazione al lavoro.
Nel 1864 Sempre più in sintonia con le idee progressiste del gruppo Macchiaiolo, Lega aderisce all’idea di non esporre più alla vecchia Promotrice. La volontà degli artisti più aperti al nuovo - di rendersi autonomi da quella istituzione - trova sfocio nella costituzione di una nuova Società promotrice, organizzata in seno alla Fratellanza Artigiana. Alla mostra inaugurale partecipano Borrani, D’Ancona, Abbati, Zandomeneghi, Signorini, Cabianca, Fattori. Lega invia L’elemosina, una tela di grandi dimensioni.
Nel 1865 In occasione di Firenze capitale del neonato Regno d’Italia e del centenario della nascita di Dante, i Macchiaioli organizzano, nel mese di maggio, una mostra nelle sale dell’Accademia. Lega presenta La nonna e Motivo dal vero presso Firenze. Partecipa poi anche alle rassegne pubbliche di Milano, Genova, Venezia e Verona. Nel 1866 Partecipa, per la prima volta oltre frontiera, all’Esposizione Nazionale di Lille, inviando L’indovina e La lettura.
Nel 1867 Nel catalogo della mostra della Società d’Incoraggiamento di Firenze, Lega risulta residente al numero 1 di via di San Salvi, cioè in casa di Virginia Batelli. Ispirato dall'atmosfera della casa concepisce il quadro Il canto di uno stornello.
Nel 1868 Per Lega è uno degli anni più fecondi tra quelli del decennio di Piagentina. Signorini definisce questa fase come “punto culminante e apogeo” della sua arte. A coronamento della “trilogia poetica” iniziata nel 1867 con la scena de Il canto di uno stornello dipinge il suo capolavoro, Una visita, seguito da Un dopopranzo.
Nel 1869 Espone a Torino La pittrice e, a Firenze, I promessi sposi.
Nel 1870 II 6 giugno muore Virginia Batelli. Lega torna nella sua terra d’origine, a Tredozio, nei dintorni di Modigliana. Partecipa alla Esposizione Italiana d’Arti Belle di Parma, dove si afferma vincendo la medaglia d'argento.
Nel 1871 Torna a Firenze dove partecipa alla Promotrice con alcune opere tra cui Paesaggio romagnolo.

Nel 1872 Tra quest’anno e il successivo dipinge il bellissimo Gli ultimi momenti di Giuseppe Mazzini e comincia ad avvertire quei disturbi alla vista che in seguito si aggraveranno.
Nel 1874 Lega ha in animo di esporre a Londra il quadro del Mazzini in ragione della grande popolarità conseguita in Inghilterra dal personaggio italiano. Decide quindi di rivolgere la sua richiesta al poeta Algernon Charles Swinburne, in ricordo del sentimento di amicizia che lo univa a Mazzini. Questi assicura al pittore la propria disponibilità coinvolgendo nell’iniziativa Guglielmo Rossetti, fratello del famoso pittore Dante Gabriele Rossetti.
Nel 1875 Lega e Borrani danno vita ad una società denominata “Galleria di quadri moderni Borrani Lega & C.”. L’indirizzo artistico della nuova attività è orientato sulla proposta di “lavori dei più distinti artisti italiani che studiano…” L’iniziativa è ben vista da molti pittori della loro cerchia, i quali, inizialmente, la considerano una grande opportunità per il mercato. Purtroppo la scarsa attitudine per gli affari che ben presto i due artisti rivelano li costringe a cessare l’attività dopo solo un anno.


Ritratto di Giulia Bandini L'inglesina

I fidanzati, 1869

Il ritratto di Luigi Tommasi

Ultimi momenti di Giuseppe Mazzini

Nel 1878 Dopo tre anni di completa assenza dalle mostre pubbliche, si presenta all’Esposizione Universale di Parigi, inaugurata il 7 maggio.
Nel 1880 Dopo cinque anni di assenza da ogni manifestazione italiana partecipa alla Prima Esposizione Internazionale di Quadri Moderni indetta dalla Società Donatello di Firenze.

 

Il carattere internazionale della mostra è assicurato dalla presenza di quadri di Alfred Stevens, Lembach, Marie Bracquemond, Millet, Desboutin, Diaz, Rousseau, Jongkind, Gerome, Jules Dupré, Corot, Delacroix, Courbet, Gustave Moreau, Fantin-Latour e Manet. Lega espone Una scena di famiglia, da identificare forse con La lezione.

Nel 1881 Ritrova la serenità d’ispirazione presso la famiglia Tommasi - come maestro dei figli Adolfo, Angiolo e Lodovico - di cui è spesso ospite a Bellariva, nei sobborghi di Firenze.

Nel 1883 Esce postumo il volume “Profili d’artisti”, scritto da Chiaro Chiari, letterato di modesta fama. I giudizi espressi sulla pittura di Lega rivelano la sua capacità di percepire i concreti valori pittorici: “…In tutti i quadri di S. Lega vi è quella scrupolosa ricerca che l’arte richiede non allontanandosi da quella bellezza del vero che forma ancora la grandezza degli antichi pittori. Ivi è quello che chiamasi solidità, cioè quell’effetto totale in cui sembra che le figure abbiano corpo reale e non restino come ombre triste sopra una parete”.

Nel 1884 In primavera-estate esegue il grande dipinto Una madre, che verrà esposto in settembre alla mostra della Reale Accademia di Milano. Sul giornale “Fieramosca” Signorini elogia Lega presente alla promotrice con Una madre: abbinandone il nome a quello di Fattori scrive: “…la critica non capisce le loro qualità, ma vede i loro difetti, e se in Lega li combatte e in Fattori li tace è perché il primo è un eterno aviatore, il secondo è un giurato in posto accademico, col titolo di professore”.

Nel 1885 È a Modigliana dove partecipa il 26 novembre ai funerali del famoso prete rivoluzionario Don Giovanni Verità e ne esegue un ritratto. In questo periodo, si aggrava la malattia agli occhi di cui soffre da anni.
Nel 1886 Alla prima Esposizione di Belle Arti di Livorno invia quattro dipinti tra cui Una madre, che trova un acquirente. Tra luglio e agosto inizia a frequentare la villa Bandini al Gabbro, nella campagna dell’entroterra livornese, e la villa dei Tommasi a Crespina, vicino a Pisa. Lega ha modo di venire a contatto con una nuova realtà umana e con una natura che ha mantenuto intatto il suo aspetto primordiale. La scoperta di quel mondo significa per lui l’inizio del terzo capitolo della sua storia di uomo e pittore. Inizia a dipingere la serie delle Gabbrigiane.
Nel 1887 Prima di partire, in primavera, per il Gabbro, dove generalmente risiede, ma da dove periodicamente si allontana per brevi soggiorni altrove, prepara due opere con cui partecipare all’Esposizione Nazionale Artistica di Venezia inauguratasi in maggio: Una contadinella fiesolana e Una gabbrigiana.
Nel 1888 Continua a risiedere al Gabbro ed esegue opere come Gabbrigiana in piedi e La scellerata. La sua considerazione per quel tipo di modelle nasce dalla femminilità vivace e naturale che esse esprimono. I ritratti che egli realizza le esalta nel loro fiero carattere e nella realtà etico-sociale che esse rappresentano. Si reca poi nel Mugello dai nobili Guidacci e a Firenze per la mostra della Società dell’Incoraggiamento.
Nel 1889 In gennaio espone alla Società di Belle Arti i paesaggi dipinti in Mugello. In marzo partecipa all’Esposizione Universale di Parigi con Le Gabbrigiane e un Paesaggio. Trascorsa l’estate a Firenze torna al Gabbro, dove sperimenta la tecnica del pastello. Alla fine dell’anno espone alcuni paesaggi del Gabbro alla Promotrice fiorentina.
Nel 1892 Continua a lavorare al Gabbro concentrandosi in particolare su soggetti femminili. Viene inoltre a contatto con le nuove formule del neoimpressionismo parigino introdotte a Firenze da Alfredo Muller. Vedendo alla Promotrice Il naufrago di Nomellini, dipinto secondo le nuove tecniche della scomposizione del colore, Lega e Signorini lo ammirano come un’autentica rivelazione.
Nel 1893 Al disturbo agli occhi si aggiungono anche i primi sintomi del carcinoma allo stomaco che in due anni lo porterà alla morte. In autunno invia all’Esposizione Nazionale di Roma La casa di Don Giovanni Verità salvatore di Garibaldi.
Nel 1895 Dopo una serie di soggiorni sempre più lunghi a Firenze, ospite di Angiolo Tommasi a Villa San Giorgio in via Faentina, in estate è al Gabbro. Costretto a due ricoveri per il peggioramento del cancro allo stomaco, muore nell'ospedale fiorentino di San Giovanni di Dio il 21 settembre. La salma viene seppellita nel Cimitero di Santo Stefano in Pane, a Rifredi.

 

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