Telemaco Signorini Pittore italiano, nacque a Firenze nel 1835.
Fu tra i più significativi e importanti rappresentanti della pittura dei macchiaioli con i quali si legò a partire dal 1855. Dapprima fu allievo di suo padre, Giovanni Signorini, all’Accademia di Firenze mentre nel frattempo fece numerosi viaggi in Italia. Con il suo carattere inquieto e mutevole e dotato di grande apertura intellettuale, Signorini seguì molto attentamente i vari fenomeni artistici internazionali compiendo così moltissimi viaggi a Parigi e a Londra.Nel 1858 Telemaco si reca a La Spezia alla ricerca di un ambiente visivo che gli rendesse più facile nel diretto rapporto con il "vero", la definizione di quel netto contrasto tra luce ed ombre capace di individuare la macchia come elemento grammaticale dell'opera. Dopo l'esperienza garibaldina del 1859 (combatte volontario nella seconda guerra d'indipendenza), inizia il periodo di maggiore intransigenza macchiaiola, affiancata da Banti e Cabianca, durante un soggiorno in Liguria. Nel 1816 fu a Parigi dove vide le opere dei Barbizonniers, conobbe Corot e Courbet. Nel 1862, ospite di Diego Martelli a Castiglioncello, diede vita alla Scuola di Piagentina. Torna a Parigi nel 1862, nel 1868 e nel 1870, ospite di De Nitti, con cui si recò a Londra. Nel 1871-1872 fu a Roma e tra il 1873 e il 1881 furono numerosi i suoi soggiorni in Francia, Svizzera e Inghilterra.
A Parigi nel 1861 per la prima volta conobbe Corot, Troyon e Courbet; mentre più tardi (tra il 1873 e il 1877), a differenza della sua prima produzione (Il vecchio mercato di Firenze, Milano, collezione privata), si avvicinò molto all’impressionismo, in cui i paesaggi e gli scorci ben delineati, caratterizzati dalla lucidità del segno, creano un’atmosfera di nostalgia (Tetti a Romaggione; Settigliano; Piazzetta di Settigliano).
Telemaco Signorini è stato un attento osservatore di tutto ciò che vede, sia in natura, sia in arte. A Lui si è imputato di non possedere uno stile coerente e di oscillare fra l'uno e l'altro degli ambienti artistici conosciuti durante i suoi viaggi. Questa critica nasce da un'osservazione esatta: é vero che il linguaggio di Telemaco Signorini varia a seconda che il quadro rappresenti un paesaggio toscano, parigino o inglese; ma proprio questo indica la facoltà del pittore, di capire e rendere la differente natura, cultura ed atmosfera di un luogo rispetto ad un altro. Si osservi, ad esempio, l'umido grigiore autunnale della Scozia a Leith o, viceversa, la luminosità calda e contrastata dalle ombre, di un giardino a Settignano (Firenze). Signorini morì nel 1901 a Firenze.
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