Massimo Platani
fotografia
Pittore, scultore, grafico, operatore
estetico e critico d'Arte.
Svolge inizialmente attività di scrittore, (Riconoscimento ufficiale Presidente
della Repubblica Enaudi). Successivamente si dedica sempre più all'arte,
limitando l'attività di scrittore alla critica e alla saggistica.
Svolge inoltre attività nel campo editoriale e dell'organizzazione associativa
nel settore delle Arti.
La sua produzione sembra dividersi in
due filoni paralleli che presentano da una parte l'espressione di un forte
temperamento colmo di tutti gli umori e le passioni mediterranee, dall'altra
una denuncia altrettanto scoperta, lacerante e drammatica dei mali dell'uomo
contemporaneo, che appaiono legati del resto ad una sua immutabile condizione
di disagio.
BIBLIOGRAFIA:
Arts Antiques Auctions, Bruxelles;
Kunst & Kultuur, Bruxelles; Critica
d'Arte Oggi; Quattrosoldi; l'Europeo; Alba, Torino; Arte Nuova Oggi, Jesi:
Comanducci, Milano; Il centauro; Pittura Scultura d'oggi; Bolaffi critico-finanziario;
Grande Dizionario degli Artisti Italiani Contemporanei; Bolaffi; Dizionario
degli Artisti Europei Contemporanei, Salsomaggiore; Who's Who in Italy,
Milano; Enciclopedia degli Accademici con Medaglia d'Oro, Salsomaggiore;
Catalogo Internazionale dell'Arte, Rimeco, Chiasso.
Esposizioni:
Museo di Roma, Palazzo Braschi; Palazzo Venezia, Roma;
Galerie Morantin-Nouvion, Parigi; Galerie Alcoi-Arts, Alicante (Spagna);
Azienda autonoma di Soggiorno, Marina di Massa.
Opere in permanenza a Los Angeles County Museum, Los
Angeles.
Film:
L'immagine e il tempo.
Critica:
E’ pittore, scultore, operatore
fotografico. E’ siciliano d'origine. È perennemente nomade. Ha una spiccata
preferenza per le grandi città. Ha la sua area operativa soprattutto in
Italia, Francia, Svizzera e Spagna. Non appartiene ad alcuna corrente artistica.
Non presenzia alle sue mostre personali. Non si ha una sua fotografia pubblicata.
Per Massimo Platani, l'uomo e l'artista non sono mai due entità diverse.
Quando accade di presentarli separatamente - dice - l'una falsa l'altra:
l'artista diventa un fenomeno che si paragona non agli altri artisti contemporanei
e passati; non si osserva cioè la sua opera confrontandola e calandola nella
storia dell'arte, ma si crea immancabilmente un parallelo tra la sua vita
e quella di tutti gli altri uomini normali, come se lui non fosse, come
tutti gli altri, un uomo normale. Il modo di esprimersi di Massimo Platani
è sempre mutevole, non si è mai fissato in un segno caratteristico e caratterizzante,
in un modulo, soprattutto in pittura. Molti trovano perciò strane le notevoli
differenze esistenti tra le sue opere di diversi periodi ed anche all'interno
di opere singole, differenze insolite oggi nell'opera di un artista. Ormai
si sta riscontrando sempre più una caratteristica quasi modulare nelle mie
opere - spiega Platani - proprio nell'assenza di moduli espressivi fissi.
Il problema è, in effetti, per me molto importante. La fossilizzazione dell'espressione
degli artisti in forme d'arte standard è un fenomeno pietoso dell'arte moderna
e quel che è peggio è che è un fenomeno accolto favorevolmente, anzi sostenuto
da un incondizionato favore da parte del pubblico, il quale vede in questa
uniformità di produzione un motivo di sicurezza e di fiducia nell'artista.
Se si potessero raggruppare
le opere di tante personali di altrettanti artisti, ciascun gruppo in un
proprio pannello, l'uno accanto all'altro, si avrebbe l'impressione dl essere
in un supermercato: prodotti in serie l'uno identico all'altro, salvo che
per le dimensioni, all'interno di ogni scaffalatura, e tante marche diverse
di case produttrici. La libertà dell'arte
moderna è in gran parte diventata libertà di scegliere all'interno di un
proprio spazio preciso e ben delimitato. Io preferisco correre il rischio
che comporta il rifiuto di incanalare la mia opera n uno stile ».
Indubbiamente Massimo Platani è uno dei pittori più positivi di questi anni
difficili: un uomo che ci fa ancora
credere nella vitalità e nell'impegno
etico dell'esperienza artistica. « Una verifica della vitalità di Platani
si legge in una critica sull'ultima produzione dell'artista - del suo potere
di aderire criticamente al movimento e agli sviluppi della cultura figurativa
contemporanea, di accoglierne le istanze più feconde e di assorbirle, risignificandole,
nel quadro del proprio impianto stilistico e della propria cultura, può
provenire dall'esame delle ragioni che hanno determinato la genesi, avvenuta
intorno al '70, di un nuovo orientamento e di una nuova direzione di ricerca.
Platani ha avvertito con molta chiarezza il problema e il senso della vicenda
della pittura di oggi caratterizzata dal costituirsi di una situazione bipolare:
l'arte, con i suoi problemi formali, e l'esperienza estetica, con le sue
sollecitazioni provenienti da sfere di attività extrartistiche e i suoi
tentativi di dissolvimento e di risoluzione dell'oggetto d'arte nel momento
concettuale e della progettazione. Con la caduta del problema formale relativo
ai tratti morfologici e topologici dell'opera artistica e alle sue qualità
percettive, l'esperienza estetica tende a trasferirsi nel mondo del comportamento
e delle situazioni mentali, a farsi esperienza e concetto, inteso anche
nell'accezione di metodo e di conduzione dell'intelligenza. Come ha scritto
Tommaso Trini è probabile che l'arte e l'estetico dopo che per tanti anni
l'estetico è entrato nell'arte non più di quanto ne stia u scendo attualmente
non possano sottrarsi ad una funzione di vasi comunicanti che regoli quegli
scambi che nessuno può seriamente pensare di eliminare. Ciò è vero per Platani,
la cui novità saliente relativa all'ultimo periodo della sua attività è
da ricercare nella peculiarità della sua proposta di riflessione sia sull'arte,
come tra dizione e memoria, sia sull'arte come esperienza e processualità
in fieri aperta e imprevedibile per la sua organica connessione con la vicenda
storica reale. Gli spazi bianchi, non dipinti, dei suoi ultimi quadri sono
la segnalazione di un disinganno rispetto a tutte le categorie e a tutti
gli stilemi della tradizione pittorica. Una tradizione filtrata, nell'opera
di Platani, dall'esperienza neo-dada e vista attraverso un'ottica pop, e
perciò costretta a rivelare o confermare il fatto di essere iscritta nelle
coordinate appena polari e anche unidimensionali del kitsch e del camp.
La tradizione, solidificatasi
in parametri categoriali, è però divenuta imprescindibile: impossibile non
partire dalle condizioni che essa ha creato per la progettazione dell'esperienza
estetica. La figuratività, nell'opera di Platani, é presentata esclusivamente
per il carattere tautologico del rapporto esistente tra l'elemento iconico
e quello semantico, per cui è costretta a manifestarsi come denotante
se stessa.
L'operazione tende, come ha rilevato Dorfles, "ad
una definizione dell'attività artistica" che si stacchi "dai formulari tradizionali
divenuti ormai del tutto arrugginiti", per porsi, invece, come affermazione
di un modo di formare inesistente, o, meglio, di una formatività la cui
esistenza è privata dalla materia di cui ha bisogno ogni principio di individuazione.
Siamo così di fronte non solo ad un’idea da "opera aperta" che coinvolge
il fruitore ad una partecipazione attiva e dialettica, ma anche e soprattutto
di fronte ad una manifestazione estetica tale da spostarne la verifica fuori
dal campo dell'artisticità e della illusoria figuratività e da rompere la
struttura chiusa che la isola dalla realtà per porla nell'orizzonte del
comportamento e della riflessione.
Il processo di nientificazione di Platani è ora trasferito
dal piano della realtà socio-culturale a quello del linguaggio investendo
l'oggetto della stessa categoria artistica. Questo è posto in una situazione
che il tempo modifica liberandolo dalla normatività del codice:
esso diviene così processualità e sviluppo, rifiuta
di definirsi in risultati acronici e di assumere i tratti di un surrettizio
statuto ontologico. Per effetto dei bianchi, delle associazioni iconiche
e delle interruzioni delle sequenze significanti, la forma non si chiude,
ma si fa stimolo e germe di infinite dilatazioni». In sostanza, si dovrebbe
definire la pittura di Massimo Platani molto pessimistica. « In effetti
- afferma Platani lo è in gran parte, ma non sino in fondo. Il massimo del
pessimismo è il concetto dell'inutilità, il nichilismo. Io dipingo, lavoro
il ferro, agisco nelle città, quindi non posso essere del tutto pessimista
a meno di non essere incoerente oppure uno stupido. In realtà esistono delle
forze interiori nell'uomo che Io spingono ad agire. Di questo dato dl natura
bisogna prendere coraggiosamente atto e considerarlo senza false prospettive
per quello che è: un bisogno significante, una realtà misteriosamente naturale
che può essere chiarita solo attraverso l'opera stessa. Questo giustifica
l'esistenza di gran parte del mio lavoro, dei prodotti della mia
mente e delle mie mani». Sandro Cairoli.
Quotazioni opere
olio o acrilico: su tela: cm 40x60 € 2.100; cm 50x60 €2.300; cm 50x70
€ 2.500; cm 60x80 € 3.000; cm 70x100 € 4.000; cm 80x100 € 4.500; cm 100x120
€ 5.500; cm 120x160 € 8.500.
Grafica cm 50x70 € 500.
Sculture
in marmo da € 2.000 a € 8.000.
Sculture in metallo da € 2.000 a € 5.000.
Fotografia da € 800 a € 2.000.
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