Van Dick Anton

Anton Van Dyck
1599-1641

Pittore e incisore fiammingo, nato ad Anversa nel 1599 e morto a Londra  nel 1641, fu allievo di Rubens. Profondo fu l’influsso dell’arte italiana, in particolare veneta, durante i suoi viaggi e soggiorni nella penisola.
Alcune opere dell'artista, espresse in termini di esuberanza barocca, mostrano la lezione appresa dal Rubens (Madonna del Rosario, Palermo, Oratorio del Rosario); ma fu nel ritratto che Van Dyck eccelse, tanto da essere considerato uno dei massimi ritrattisti di ogni tempo e paese.
A Londra, dal 1632 fino alla morte, fu il primo pittore del re Carlo I, trovando un clima adatto alla sua naturale vocazione in un ambiente in cui si attribuiva una grandissima importanza al ritratto per la sua funzione sociale. Grande fu l'influenza che esercitò sulla pittura inglese, sia nella ritrattistica sia nel paesaggio, realizzato quest'ultimo in splendidi acquerelli.

 


Carlo I° d'Inghilterra, 1635
Museo del Louvre, Parigi

Francs Snyders,
1620
Frick Collection, New York

Ritratto di nobildonna genovese con suo figlio (Paolina Adorno), 1626 circa, National Gallery, Washington

Van Dyck si dedicò precocemente all'attività artistica: nel 1615 aprì una propria bottega ad Anversa e solo tre anni dopo fu maestro nella guida e collaborazione di Rubens: Le opere di questo periodo rivelano il forte influsso dell'arte rubensiana (Caccia al cinghiale, 1647-18, Monaco. Altre Pinakothek: San Martino e il povero, 1621, chiesa di Saventhem). Dal 1621 al 1627 soggiornò in Italia, in prevalenza a Genova, ma campì anche visite a Roma, Firenze, Bologna, Venezia, Palermo.

 

 

 

L'artista ebbe cos' modo di studiare le grandi opere del Rinascimento Italiano che disegnò in un taccuino di schizzi, oggi conservato al British Museum di Londra. Le opere eseguite durante il soggiorno in Italia risentono in particolare dell'influenza di Tiziano, evidente nell'uso di una gamma di toni morbidi e sfumati e nelle eleganti composizioni: oltre alle numerose opere religiose, Van Dyck eseguì una serie di ritratti dell'autocrazia genovese, per lo più a figura intera, che manifestano la sua piena maturità stilistica (Ritratto della marchesa Caterina Durazzo, Genova, Palazzo Reale).

 

 


Rinaldo e Armida, 1629
Museum of Art, Baltimora

Ritratto di Carlo I° in tre posizioni, 1635
Collezione Reale, Castello di Windsor

Vertumno e Pomona, 1625
Galleria di Palazzo Bianco, Genova

Al rientro in Olanda fu nominato pittore di corte dell'arciduchessa Isabella e dipinse soprattutto ritratti e pale d'altare (estasi si sant'Agostino, 1628, Anversa, chiesa di Sant'Agostino). Tra le tele di soggetto mitologico spicca il capolavoro Rinaldo e Armida 1630-31 circa, Parigi, Musèe du Louvre) la cui leggerezza di esecuzione sembra anticipare il gusto rococò.

 

 

 

A partire dal 1632 si stabilì in Inghilterra dove lavorò come pittore ufficiale alla Corte di re Carlo I, che gli conferì il titolo di cavaliere. Qui l'artista realizzò un cospicuo numero di ritratti (Ritratto di Anton Giulio Brignoli) che offrono un'importante testimonianza del mondo nobiliare inglese della prima metà del Seicento e che influenzano i grandi ritrattisti inglese del Settecento, Gainsborough e Reynolds.

I personaggi ritratti in abiti sontuosi, stagliati su sfondi paesaggistici dai toni luminosi. Celebri sono i ritratti di Carlo I (Londra, National Gallery, Musèe du Louvre; Madrid, Museo del Prado.

 

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