Anton Van Dyck Pittore e incisore fiammingo, nato ad Anversa nel 1599 e morto a Londra nel 1641, fu allievo di Rubens. Profondo fu l’influsso dell’arte italiana, in particolare veneta, durante i suoi viaggi e soggiorni nella penisola.
Van Dyck si dedicò precocemente all'attività artistica: nel 1615 aprì una propria bottega ad Anversa e solo tre anni dopo fu maestro nella guida e collaborazione di Rubens: Le opere di questo periodo rivelano il forte influsso dell'arte rubensiana (Caccia al cinghiale, 1647-18, Monaco. Altre Pinakothek: San Martino e il povero, 1621, chiesa di Saventhem). Dal 1621 al 1627 soggiornò in Italia, in prevalenza a Genova, ma campì anche visite a Roma, Firenze, Bologna, Venezia, Palermo.
L'artista ebbe cos' modo di studiare le grandi opere del Rinascimento Italiano che disegnò in un taccuino di schizzi, oggi conservato al British Museum di Londra. Le opere eseguite durante il soggiorno in Italia risentono in particolare dell'influenza di Tiziano, evidente nell'uso di una gamma di toni morbidi e sfumati e nelle eleganti composizioni: oltre alle numerose opere religiose, Van Dyck eseguì una serie di ritratti dell'autocrazia genovese, per lo più a figura intera, che manifestano la sua piena maturità stilistica (Ritratto della marchesa Caterina Durazzo, Genova, Palazzo Reale).
Al rientro in Olanda fu nominato pittore di corte dell'arciduchessa Isabella e dipinse soprattutto ritratti e pale d'altare (estasi si sant'Agostino, 1628, Anversa, chiesa di Sant'Agostino). Tra le tele di soggetto mitologico spicca il capolavoro Rinaldo e Armida 1630-31 circa, Parigi, Musèe du Louvre) la cui leggerezza di esecuzione sembra anticipare il gusto rococò.
A partire dal 1632 si stabilì in Inghilterra dove lavorò come pittore ufficiale alla Corte di re Carlo I, che gli conferì il titolo di cavaliere. Qui l'artista realizzò un cospicuo numero di ritratti (Ritratto di Anton Giulio Brignoli) che offrono un'importante testimonianza del mondo nobiliare inglese della prima metà del Seicento e che influenzano i grandi ritrattisti inglese del Settecento, Gainsborough e Reynolds. I personaggi ritratti in abiti sontuosi, stagliati su sfondi paesaggistici dai toni luminosi. Celebri sono i ritratti di Carlo I (Londra, National Gallery, Musèe du Louvre; Madrid, Museo del Prado.
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