Filippo De Pisis Luigi Filippo Tiburtelli, Filippo De Pisis in arte è nato a Ferrara nel 1896. Negli anni della giovinezza ferrarese De Pisis porta a termine gli studi regolari, ma coltiva ad un tempo molteplici interessi: dalla botanica alla storia dell'arte, dalla pittura alla letteratura. Molte di queste esperienze, e in particolare quella letteraria, riaffiorano e tornano utili in seguito al suo lavoro pittorico. Altrettanto vale per l'incontro avvenuto a Ferrara, nella seconda metà degli anni Dieci, con i padri della pittura metafisica: De Chirico, Savinio e Carrà.
Anche i frutti di quell'esperienza maturano più avanti, negli anni di Parigi. Nel 1920 si trasferisce a Roma, dove lavora alla definizione di un proprio linguaggio figurativo. Il suo pennello diventa infatti una sorta di sismografo capace di registrare con inimitabile immediatezza ciò che accade nell'attimo dell'incontro-scontro tra la sensibilità dell'artista e l'emozione che gli procurano le cose, anche le più umili: una semplice penna d'oca a terra, nel mezzo di una strada, o una conchiglia abbandonata su una spiaggia.
Paesaggi, nature morte, frutti, fiori, animali e uomini sono tratteggiati, sulle sue tele, con pennellate lievi, vibranti, luminose, fragili in apparenza, ma dure in realtà come il fil di ferro.
Anni di sofferenze che si riflettono nelle opere di quel tempo estremo della sua arte, ma che non gli impediscono di prosciugare la sua "vena pittorica", costruendo una sintassi figurativa ridotta all'essenziale, capace di esiti all'altezza di quanto di più grande e di più moderno andava avvenendo in pittura, in Italia e fuori. Nel 1925 si trasferì a Parigi, dove acquistò solida fama anche come poeta. Se vogliamo riferirlo alla tradizione nostrana vengono in mente Magnasco e Guardi, specialmente Guardi.
Sulla tela dalla lievissima imprimitura si espandono le pennellate a furia, larghe, non grasse di colore, intense nella materia, scorrevoli, asciutte e solo a tratti raggrumate in una sosta più densa, come i nodi in una canna di bambù" (Raimondi).
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