Bodini Floriano
Gemonio, Varese, 1933 - Milano 2 Luglio 2005

Autore di fama internazionale, nasce artisticamente nelle aule della Accademia di Brera intorno agli anni ’50, studiando con lo scultore Francesco Messina ed aderisce al movimento artistico del realismo esistenziale, con opere ricche di vigore drammatico e comunicativo. Egli è tra i pochissimi a artisti della generazione degli anni trenta, a praticare la ritrattistica.

 


Crocifisso 1956

Ritratto della madre1957

Ritratto della signora Clarke1960

L'opera che gli ha dato la maggior fama è infatti la Statua di Paolo VI, du cui ha fatto varie versioni da quella del '68 (ora nei Musei Vaticani), forse la più bella anche per la straordinaria perizia e sensibilità con cui sono commessi i legni di chi è composta, a quelle, pure di altissima qualità, in bronzo. I ritratti di Bodini non si limitano mai, o quasi mai, alle sole teste, ma o sono a tutta figura, o si ergono su busti o basamenti di complessa manifattura di oggetti inanimati o di figurazioni allusive all'identità ed alla vita dei personaggi.

Esemplari a questo riguardo sono la Biografia inquieta di un personaggio femminile del '73-'76 che riproduce i tratti della moglie Wanda e nello stesso ambito familiare, le varie immagini della figlia Paola.

 

 

 

Tra le sue opere ricordiamo inoltre il monumento a Paolo VI al Sacro Monte di Varese (1986), che come affermò lo stesso Bodini, è una statua "ricca di simboli: Paolo VI con una mano ammonisce e con l’altra accoglie, il grande manto che scende fino a terra ricorda il sudario, le pecore sono un po’ smarrite ed una madre protegge il suo agnellino, la tazza rovesciata ricorda la fame nel mondo, il teschio rimanda alla morte che nelle meditazioni di questo Papa ricorre spesso, infine il mazzo di fiori è un omaggio di un fedele verso questo grande personaggio".

 


Lamento dell'ucciso 1961

Vescovi 1962

La guerra 1963

Ritratto di Paolo VI 1970

Ha realizzato monumenti pubblici a Brindisi (Virgilio. 1985); a Hannover, nella piazza del parlamento (I Sette di Gottinga, 1977): a Loreto e Rho (altari dei rispettivi santuari, 1991 e 1995). Più che ricordare i molteplici riconoscimenti alla sua carriera partita con una personale nel 1958 a Gallarate e culminata con l'istituzione del Museo dedicatogli nel paese natale (a Milano arrivò due anni dopo la nascita, ma «milanese», affermò più d'una volta, non si sentì mai del tutto), vale la pena sottolineare qui il suo legame con Giovanni Battista Montini poi Paolo VI, il pontefice tante volte ritratto anche su sollecitazione del fedele segretario particolare monsignor Pasquale Macchi.

 

 

Un rapporto quello tra papa Montini e Floriano Bodini, che per certi versi ricorda molto - senza voler fare paragoni strettamente artistici - quello tra Giacomo Manzù e Papa Giovanni XXIII.

 


Paolo VI
Vaticano, Raccolta d'Arte religiosa moderna

 Paolo VI
Varese, 1986

 Monumento a Virgilio Brindisi, 1985

part. del Monumento I sette Gottinga, Hannover

Scultore di Paolo VI, Floriano Bodini ha realizzato anche ritratti di Papa Giovanni: uno tra i più interessanti si ritrova tra le sculture di Palazzo Vittone a Pinerolo, un lavoro di grande forza interiore anche grazie a un modellato a tutto tondo colmo di contrasti chiaroscurali.
Tra gli altri lavori d'arte sacra, infine, da non dimenticare la statua di Santa Brigida di Svezia per la basilica di San Pietro in Vaticano; la Porta Santa per la basilica di San Giovanni in Laterano a Roma (2000).

 

 

Floriano Bodini è morto sabato 2 Luglio 2005.

 

(…) Nello spietato realismo esistenziale che guida la poetica di Bodini, che sempre più ha bisogno di spezzare la tornitura accademica della statua tradizionale a favore di più complesse orchestrazioni sceniche, con personaggi multipli interattivi e contrastanti (Crocefissione, Concilio, Papa e vescovi), si introduce la valenza espressiva dell’ ”irrealtà profetica”, quel quid misterico che oltre la spietata cronistoria delle miserie umane registra la speranza estrema di una rivalutazione, di un riscatto, comunque, sia.

 


 Bozzetto per il monumento a Paolo VI 1982

cavallo e cane 1984

La scimmia 1993

In questo processo di riesame storico ed esistenziale, per il quale l’artista non disdegna le sollecitazioni del più aggiornati mezzi di comunicazione, trascrivendo e trasfigurando a suo modo nel linguaggio raggelato del bronzo le suggestioni dei rotocalchi, del cinema, della televisione, il crogiuolo ultimo resta la personalità individua, paradigma vero di responsabilità, nella coscienza critica (...) Carlo Pirovano, 1999.

 

 

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