Nel suo periodo pre-futurista, il suo interesse per la fotografia, associato alla conoscenza del colore propria di impressionisti e divisionisti, lo porta ad analizzare la realtà attraverso tagli particolari, puntando su una irradiazione cromatica intensa e realistica, in grado di creare un’interazione emotiva forte fra opera e spettatore, tratto che contraddistingue sia le produzioni figurative che le opere successive dell'artista.
Con l'adesione al Futurismo ne adotta gli assunti dinamici, muovendosì però sempre in maniera fortemente indipendente (tanto da porsi su alcune tematiche anche in contrasto con gli altri futuristi).
E' possibile leggere nelle opere di Balla un percorso che parte da un approccio positivista (senza mai scimmiottare la scienza), che si evolve progressivamente (sensazioni plastiche della realtà), approdando verso un pensiero magico-ermetico-teosofico, di matrice antroposofica e steineriana.
![]() Black and White Futurist Forcefield 1916 |
![]() Warship, Widow and Wind Veil of Vedova and Landscape 1916 |
![]() Streamlines Future 1916 |
L'idea portante della poetica di Balla è quella di totalità, di inscindibile identità fra arte e vita, da intendersi come legge d'amore, di attrazione e di corrispondenze.
L'opera non rappresenta quindi l'oggetto, ma la sua essenza (opera d'arte come "Presenza", "Oggetto" e "Azione").
Con il Manifesto della Ricostruzione futurista dell'universo si consolidano le istanze sinestetiche e cinetiche e viene sottolineato il carattere autonomo (nel significato di oggetto "somigliante solo a se stesso") dell'opera d'arte, che diventa nuova realtà, condensato nel concetto di Complesso Plastico "oggetti-sculture plastico-pittorici-motorumoristici di natura polimaterica che condensano percettivamente sensazioni visive, uditive, tattili" (cifr. Dizionario del Futurismo – voce "Complessi Plastici").
Viene promossa la posizione che vuole la dimensione estetica totalizzante e onnipresente, fulcro della formazione dell'identità dell'individuo, con l'obiettivo di promuovere un atteggiamento intellettuale libero e aperto al nuovo (come ben precisa Taiuti nel suo testo Corpi Sognanti, nel Manifesto viene indicata una funzione prostetica degli artefatti per la fruizione globale dell'esperienza estetica).
Si deve riconoscere all'artista ed a tutto il movimento futurista in genere la loro poliedricità, la volontà di creazione di prodotti polisemici, l'attenzione a quelli che adesso definiamo linguaggi di massa, visti come strumenti per vivificare l'arte e la società, agendo e sperimentando nei nuovi spazi della comunicazione.
Il percorso artistico di Giacomo Balla può essere suddiviso in 3 momenti principali. La prima fase, corrispondente al primo decennio del '900, è importante soprattutto le opere prefuturiste, caratterizzate da un realismo divisionista.
![]() Black and White Primavera Spring 1918 |
![]() Progetto per sottopiatto per servizio da tavola 1918 |
![]() Luce fiori 1918 |
![]() Gouache Study, Futur 1918 |
Nel 1911 subentra il periodo di adesione al futurismo, che impegna l'artista fino all'inizio degli anni '30. Quindi, bruscamente, Balla ritorna ad una pittura di stampo realista, a cui rimane fedele fino alla fine. Nel corso della lunga carriera Giacomo Balla ha prodotto molte cose: quadri, un'infinità di lavori su carta, alcune sculture, paraventi, oggetti.
Ma guardando quello che si vede nei musei, nelle mostre e nelle aste, solo una parte di questa vasta produzione viene presa in considerazione. Come se gli ultimi 25 anni di attività dell'artista non fossero esistiti!
![]() Pessimismo e Optimismo 1923 |
![]() Numbers in Love 1924 |
![]() Paralume 1925 |
![]() Motivo per piastrella raddoppiato 1925 |
Di Balla interessano le opere del periodo di adesione al futurismo, soprattutto gli anni "eroici" (fino al 1920) e quelle immediatamente antecedenti. Per quanto esasperata, questa tendenza è senz'altro giustificata.
Le opere di Balla relative al "secondo futurismo" appaiono poco innovative, mentre quelle tarde risultano decisamente involute. Non rimane che far riferimento su un gruppo di opere molto ristretto cronologicamente e numericamente, in gran parte concentrate in poche istituzioni.
Giacomo Balla, catalogo della mostra a cura di E. Crispolti, M. Drudi Gambillo , Torino 1963;M. Fagiolo, Omaggio a Balla, Roma 1967 (II ed., 1970); M. Fagiolo dell'Arco, Futur-Balla, Milano 1987; G. Lista, Giacomo Balla, Modena 1982; in preparazione: M. Fagiolo, E. Gigli, Giacomo Balla, catalogo ragionato dell’opera, ed. Skira, Milano.