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Donatello Donato Niccolò de' Bardi detto Donatello nacque a Firenze nel 1386 e vi morì nel 1466. Fu Scultore, tra i massimi del primo Rinascimento. Vissuto in un momento particolare di evoluzione artistica, comprese appieno la necessità di superare le rigidità tardo-gotiche per una nuova libertà espressiva, profondamente realistica e umana, distante nello stesso tempo dai canoni classici di cui proprio allora fioriva l'entusiastica riscoperta.
Fu il primo a comprendere che una forma perfetta non è valida se non esprime uno stato d'animo, una tensione umana e questo cercò di raggiungere nei suoi lavori, in cui il primo elemento è la ricerca di carattere, di definizione personale. Si può dire che Donatello trasse dalla classicità gli elementi di perfezione tecnica, ma trovò in se stesso e nella natura, con profonda verità e ansia di ricerca, l'essenza audace della sua arte. Specie nei bassorilievi (es. quelli bellissimi della basilica di S. Antonio a Padova) raggiunse una visione di «espressionismo» pittorico nel drammatico e intenso articolarsi di linee, luci e piani, creando una specie di ideale ponte tra la profonda e cavernosa passionalità medievale e la nuova espressività formale del Rinascimento.
Le prime opere impegnative del Donatello furono le due statue di Profeti per il duomo di Firenze, ancora tradizionali nella forma, ed il più originale David (Bargello), visto come uno spavaldo ragazzo fiorentino. Seguirono, un Profeta per il duomo, la statua di S. Giovanni Evangelista (Firenze, S. Maria del Fiore), di bella maestà virile, cui sembra si sia ispirato Michelangelo per il Mosè, e il S. Giorgio (Firenze, Museo, Nazionale), figura giovanile la cui intensa fissità esprime arditezza e risoluzione.
A queste opere, caratterizzate da grande equilibrio, seguirono, nella fiorente bottega fiorentina, altre in cui il Donatello, scavando nervosamente le superfici, raggiunse effetti di intensa drammaticità (statue destinate al campanile: S. Giovanni Battista, Geremia, Abacuc). Gradatamente la luce divenne la grande protagonista della sua plastica, scandendo i piani e carezzando i volumi con effetti sempre nuovi, di pensosa malinconia, di intensa drammaticità, di vitalità quasi orgiastica. Ne furono esempi significativi Il banchetto d'Erode (1427) per il fonte battesimale di Siena, l'Assunta per il monumento Brancacci a Napoli (1427), le statue bronzee del Davide e dell'Atys (Firenze, Museo nazionale), le porte bronzee e i tondi in terracotta della sacrestia vecchia di S. Lorenzo (Firenze).
Dal 1443 Donatello operò a Padova dove eseguì i drammatici lavori (statue e bassorilievi) per l'altare della chiesa di S. Antonio ed il grande monumento equestre al Gattamelata, dove la tensione della linea sorregge tutta una compagine di ritmi incalzanti, di superfici compatte e luminose, creando un effetto di grande e potente maestà eroica.
Dopo circa tre anni di quasi completa inattività, a Firenze (1458) eseguì la statua bronzea del Battista (duomo di Siena), la Maddalena (Battistero di Firenze) dal volto scavato e i fluenti capelli che lambiscono membra quasi virili, il gruppo di Giuditta e Oloferne (Firenze, Loggia dei Lanzi), creato probabilmente con molti aiuti e di discusso valore estetico. Morì senza aver potuto portare a termine i due pulpiti lignei per la chiesa di S. Lorenzo ordinatigli da Lorenzo il Magnifico, completati dagli scolari Bellano e Bertoldo.
Biografia: Donato di Niccolò di Betto Bardi, detto Donatello, nasce a Firenze nel 1386. Sembra certo che nel 1403 fosse a bottega da Lorenzo Ghiberti, per compiere lavori di rifinitura della porta del Battistero. La sua formazione continua in seno ai cantieri tardo gotici del Duomo, del Campanile e dell’Orsanmichele.
Ormai artista autonomo rispetto ai cantieri delle grandi opere fiorentine, Donatello nel 1425 apre bottega in collaborazione con Michelozzo. Da questo sodalizio, che durerà fino al 1433, nascono numerose opere: ad esempio, il fonte battesimale del Battistero di Siena (in cui si deve a Donatello lo splendido “Banchetto di Erode”), le tombe dell’antipapa Giovanni XXIII e del cardinal Brancacci. Nel 1433, lo scultore si reca nuovamente a Roma e studia con maggiore assiduità le opere classiche. Qui realizza, con Michelozzo, il “Tabernacolo del sacramento” in San Pietro e la “Lastra tombale Crivelli” all’Aracoeli. Al ritorno, a Firenze, attende ad altri capolavori: il celebre bronzo ritraente il giovane “David”, la “Cantoria” del Duomo. Negli stessi anni, a Prato, realizza il “Pulpito esterno” della Cattedrale. Di nuovo a Firenze, tra il 1435 e il 1443 attende alla decorazione della “Sagrestia Vecchia” di San Lorenzo.
Quando torna a Firenze è ormai il 1454. Donatello è anziano ma continua la sua attività, forse con il supporto d’aiuti di bottega.
Bibliografia: P. Adorno, Storia dell’arte italiana, G. D'Anna, Messina, Firenze 1991; F. Negri Arnoldi, Storia dell’arte, FabbriEditori, Milano, 1988;
R. Buscaroli, L’arte di Donatello, Firenze, 1942; E. Cecchi, Donatello, Roma, 1942;
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