Balla Giacomo

 

Giacomo Balla
1871-1958


Giacomo Balla nasce a Torino nel 1871.

Nel 1891 frequenta per un breve periodo un corso di disegno all'Accademia Albertina di Torino. Conosce Pilade Bertieri che lo presenta a
Pellizza da Volpedo.

 


Lampada
Studio di luce 1909

Young Girl
Running on a Balcony 1912

The Hand
of the Violinist 1912


Dynamism of a Dog
on a Leash 1912


Nel 1895, si reca Roma e inizia ad esporre regolarmente nell’ambito delle mostre degli "Amatori e Cultori".
Nel 1900, visita l'Exposition universelle a Parigi, dove resta parecchi mesi lavorando per l'illustratore Sergio Macchiati.
Torna in Italia e diventa un divulgatore delle tecniche divisioniste: ha allievi come
Severini, Boccioni e SironiNel 1905, fa parte della giuria Amatori e Cultori.

 


Nel 1910, aderisce al Futurismo sottoscrivendo il Manifesto dei pittori futuristi e il Manifesto tecnico della pittura futurista.

 


Compenetrazioni
iridescenti


Abstract Speed
The Car Has Passed 1913


Shape Noise
Motorcyclist 1913


Lines of Movement
and Dynamic Succession 1913


Nel 1912, in Balla si delineano caratteristiche decisamente futuriste e un forte interesse per la fotografia, esprime così l'analisi oggettiva del particolare con opere come il celebre Dinamismo di un cane al guinzaglio.

Nel 1912-14, realizza le "Compenetrazioni iridescenti", una serie di composizioni liricamente astratte, scandite da forme triangolari pure e armonie di colori che aspirano ad un'idea di totalità.

 


Nel 1914, partecipa come attore e scenografo agli spettacoli teatrali di Francesco Cangiullo, dedicandosi alla composizione di "Parole in libertà".
 


Nel 1914-15, Balla compone il ciclo delle Manifestazioni interviste, in cui si rifletteva l'entusiasmo patriottico dei futuristi per l'entrata in guerra dell'Italia.

 


Speed
of a Motorcycle1 1913

Flight of the Swallows 1913

Speeding Automobile
Auto en Course, Etude de Vitesse 1913

Swifts, Paths of Movement and Dynamic Sequences 1913


Nel 1915, con
Depero pubblica il manifesto Ricostruzione futurista dell'universo, che auspicava all'applicazione dell'estetica futurista alla moda, all'arredamento e ad ogni aspetto della vita moderna. Nello stesso anno produce, sempre con Depero una serie di costruzioni, assolutamente non figurative, o "complessi plastici", di cartone, lamiera, seta e altri materiali d’uso corrente.




Nel 1917, disegna le scene per il balletto Feu d'artifice di Sergej Diaghilev con musica di Igor Stravinkij.

Nel 1918, inaugura l’attività della casa di Bragaglia con una mostra personale.



Nel 1921-22, progetta la decorazione del Bal Tic-Tac, sala da ballo in stile futuristica.
Nel 1925, partecipa alla Biennale romana. Nello stesso anno, prende parte all'Exposition des arts décoratifs di Parigi, con Depero e
Prampolini.
 


Velocità astratta 1913

Velocità Astratta e
Rumore 1913-14

Mercury Passing
Before the Sun 1914

Vortic 1914

Nel 1923, crea opere d’ispirazione costruttivista quali "Numeri innamorati".
Nel 1928, mostra personale agli "Amatori e Cultori", in cui emergono i segni di un rinnovato interesse per la figurazione.
Nel 1929, aderisce per un breve periodo al secondo futurismo di
Filippo Tommaso Marinetti firmando il Manifesto dell'aeropittura.
 

 


Nel 1929-30, mostra personale alla Società Amatori e Cultori di Roma.

 

Nel 1931, partecipa alla prima Mostra di aeropittura futurista a Roma.
Fine anni Trenta, Balla si dissocia dal futurismo convinto che l'arte pura debba esprimere un realismo assoluto, senza il quale si cadrebbe in forme ornamentali e decorative.
Mantiene lo stile figurativo fino alla morte, sopraggiunta a Roma nel 1958.

 


Compenetrazione iridescente
numero 5 Eucaliptus 1914
 
ballaformegridoviaval'italiastudio1915.jpg (8915 byte)
Forme
grido viva l'Italia
studio 1915

Plastic Construction
of Noise and Speed 1915
ballafiorefiamma1916.jpg (6268 byte)
Fiore fiamma 1916

Poetica

Nel suo periodo pre-futurista, il suo interesse per la fotografia, associato alla conoscenza del colore propria di impressionisti e divisionisti, lo porta ad analizzare la realtà attraverso tagli particolari, puntando su una irradiazione cromatica intensa e realistica, in grado di creare un’interazione emotiva forte fra opera e spettatore, tratto che contraddistingue sia le produzioni figurative che le opere successive dell'artista.

 

Con l'adesione al Futurismo ne adotta gli assunti dinamici, muovendosì però sempre in maniera fortemente indipendente (tanto da porsi su alcune tematiche anche in contrasto con gli altri futuristi).

E' possibile leggere nelle opere di Balla un percorso che parte da un approccio positivista (senza mai scimmiottare la scienza), che si evolve progressivamente (sensazioni plastiche della realtà), approdando verso un pensiero magico-ermetico-teosofico, di matrice antroposofica e steineriana.

 


Black and White
Futurist Forcefield 1916

Warship, Widow and Wind
Veil of Vedova
and Landscape 1916

Streamlines
Future 1916


L'idea portante della poetica di Balla è quella di totalità, di inscindibile identità fra arte e vita, da intendersi come legge d'amore, di attrazione e di corrispondenze.

L'opera non rappresenta quindi l'oggetto, ma la sua essenza (opera d'arte come "Presenza", "Oggetto" e "Azione").

 

 

Con il Manifesto della Ricostruzione futurista dell'universo si consolidano le istanze sinestetiche e cinetiche e viene sottolineato il carattere autonomo (nel significato di oggetto "somigliante solo a se stesso") dell'opera d'arte, che diventa nuova realtà, condensato nel concetto di Complesso Plastico "oggetti-sculture plastico-pittorici-motorumoristici di natura polimaterica che condensano percettivamente sensazioni visive, uditive, tattili" (cifr. Dizionario del Futurismo – voce "Complessi Plastici").

 


Black and White
Synthesis of Movement 1917

Form-Spirit
Transformation  1918

Alberi Mutilati 1918


Viene promossa la posizione che vuole la dimensione estetica totalizzante e onnipresente, fulcro della formazione dell'identità dell'individuo, con l'obiettivo di promuovere un atteggiamento intellettuale libero e aperto al nuovo (come ben precisa Taiuti nel suo testo Corpi Sognanti, nel Manifesto viene indicata una funzione prostetica degli artefatti per la fruizione globale dell'esperienza estetica).

 

 

Si deve riconoscere all'artista ed a tutto il movimento futurista in genere la loro poliedricità, la volontà di creazione di prodotti polisemici, l'attenzione a quelli che adesso definiamo linguaggi di massa, visti come strumenti per vivificare l'arte e la società, agendo e sperimentando nei nuovi spazi della comunicazione.

Il percorso artistico di Giacomo Balla può essere suddiviso in 3 momenti principali. La prima fase, corrispondente al primo decennio del '900, è importante soprattutto le opere prefuturiste, caratterizzate da un realismo divisionista.

 

 


Black and White Primavera
Spring 1918
ballaprogettopersottopiattoperserviziodatavola1918.jpg (17147 byte)
Progetto per sottopiatto
per servizio da tavola  1918
ballalucefiori1918.jpg (11892 byte)
Luce fiori 1918

Gouache Study, Futur 1918

 

Nel 1911 subentra il periodo di adesione al futurismo, che impegna l'artista fino all'inizio degli anni '30. Quindi, bruscamente, Balla ritorna ad una pittura di stampo realista, a cui rimane fedele fino alla fine. Nel corso della lunga carriera Giacomo Balla ha prodotto molte cose: quadri, un'infinità di lavori su carta, alcune sculture, paraventi, oggetti.

 

 

Ma guardando quello che si vede nei musei, nelle mostre e nelle aste, solo una parte di questa vasta produzione viene presa in considerazione. Come se gli ultimi 25 anni di attività dell'artista non fossero esistiti!

 

 


Pessimismo e Optimismo 1923

Numbers in Love 1924
 ballaparalume1925.jpg (4070 byte)
Paralume 1925
ballamotivoperpiastrellaraddoppiato1925.jpg (7374 byte)
Motivo per piastrella raddoppiato 1925

Di Balla interessano le opere del periodo di adesione al futurismo, soprattutto gli anni "eroici" (fino al 1920) e quelle immediatamente antecedenti. Per quanto esasperata, questa tendenza è senz'altro giustificata.

Le opere di Balla relative al "secondo futurismo" appaiono poco innovative, mentre quelle tarde risultano decisamente involute. Non rimane che far riferimento su un gruppo di opere molto ristretto cronologicamente e numericamente, in gran parte concentrate in poche istituzioni. 
 

 

Bibliografia:

Giacomo Balla, catalogo della mostra a cura di E. Crispolti, M. Drudi Gambillo , Torino 1963;M. Fagiolo, Omaggio a Balla, Roma 1967 (II ed., 1970); M. Fagiolo dell'Arco, Futur-Balla, Milano 1987; G. Lista, Giacomo Balla, Modena 1982; in preparazione: M. Fagiolo, E. Gigli, Giacomo Balla, catalogo ragionato dell’opera, ed. Skira, Milano.

 

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