Cronologia storica e cultura

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1870

Il 19 agosto la Francia dichiara guerra alla Prussia. Una parte dell’esercito francese è assediata a Metz, un’altra armata francese guidata da Napoleone III e dal Maresciallo Mac Mahon è sconfitta a Sedan; Napoleone III è fatto prigioniero. Finito il secondo impero napoleonico, è proclamata la Terza Repubblica.

Il 20 settembre le truppe italiane, comandate dal Generale Cadorna, entrano in Roma dalla breccia di Porta Pia. Con un plebiscito Roma e il Lazio proclamano la loro annessione all’Italia.

Pio IX convoca a Roma dal 1869 al 1870 il Concilio Vaticano Primo, ottiene a proclamazione del dogma dell’infallibilità pontificia in materia di fede e di morale.

Roberto Ardigò (1828-1920), esponente del pensiero positivista italiano, pubblica "Psicologia come scienza positiva".

Muore Charles Dickens.

Viene pubblicato il romanzo "Venere in Pelliccia" dello scrittore Leopold von Sacher-Masoch (1835-1895) dal cui nome deriverà il termine masochista.

Arte figurativa:

In Francia muore a soli 29 anni il pittore Jean-Frédéric Bazille (1841-1870). Dedicatosi alla pittura dopo iniziali studi di medicina, Bazille divise l’atelier con Monet e Renoir, fu amico di Cezanne, divenendo uno dei tramiti fra i vari gruppi d’impressionisti. Le opere degli ultimi anni: "Donna seduta in un paesaggio", "Bagnanti", "Negra con fiori", "L’atelier dell’artista" (Parigi, Louvre) rivelano già una piena maturità. Nell’ultimo periodo il colore tende verso una luce monocroma, raffinata da blu e rosa intensi.

Claude Monet e Camille Pissarro entrano in contatto durante un soggiorno a Londra con la pittura di Turner e Constable e con il mercante Durand-Ruel che negli anni successivi lancerà gli impressionisti sul mercato internazionale.

Monet (1840-1926) frequentò l’Académie Suisse e l’atelier di Gleyre a Parigi. Con Pissarro, Renoir e Sisley decise di abbandonare la pittura accademica per dipingere en plein air nella foresta di Fontainebleau. Fino al 1866 si dedicò a una pittura realistica tributaria di Courbet e di Corot che culminò nel "Déjeuner sur l’herbe" (1865, riprendendo il motivo di Manet e di cui restano frammenti) e nelle "Donne in giardino" (1866-67, Parigi, Louvre). Negli anni dal 1870, circa, fino al 1882-84 sviluppa pienamente gli strumenti rappresentativi del nuovo linguaggio pittorico di cui egli stesso aveva creato le premesse, più di ogni altro. Arrivò a sviluppare fino alle estreme conseguenze le possibilità espressive, fino a dissolvere la forma nelle aeree vibrazione dei tocchi di colore. Approfondì la ricerca luministica usando lo stesso soggetto, ma ritratto ad ore e stagioni diverse (ad esempio La cattedrale di Rouen). Famosa la serie di "Ninfee "(in gran parte conservata all’Orangerie des Tuileries) che rappresentano la sintesi del suo discorso pittorico.

Pissarro (1830-1903) esordì con dipinti di paesaggi al Salon del 1859 e al Salon des Refuses nel 1863, epoca in cui si incontrò con Cezanne, Monet e Guillaumin. Fu protagonista di primo piano nello sviluppo dell'impressionismo, partecipando a tutte le relative esposizioni. Nel 1883 si incontrò con Gauguin dando inizio a uno scambio di interessi e di influenze. Si unì alle esperienze del Pointillismo di Seurat, ma presto riprese, in modo più trasparente e luminoso, il libero cromatismo impressionista, dando vita a una felice serie di vedute di Parigi e della Francia ("La Senna a Rouen", 1896, Parigi, Durand-Ruel).

In Italia, a Parma, si tiene la prima Esposizione Italiana d’Arte. Ottiene una medaglia d’oro E. Rayper (1840-1873), membro della cosiddetta Scuola di Rivara e del gruppo dei macchialoli in Toscana.

Giovanni Costa, detto Nino, partecipa alla presa di Porta Pia e si trasferisce definitivamente a Roma. Costa (1826-1903) fu patriota e lasciò un libro di memorie sulle sue esperienze risorgimentali. Nella pittura fu influenzato a Parigi da Corot e a Londra dai preraffaelliti.

In Svezia verso Ia metà del secolo specialmente nella pittura di Johan August Malmström (1829-1901) e in quella di Marten Eskil Winge (1825-1896) rifiorirono i miti dell’antica mitologia nordica e quelli tratti dall’antica storia svedese. Artisticamente più valida, rispetto a questa ricerca di motivi nazionali, fu la raffigurazione di scene tratte dalla tradizione popolare e la descrizione mitica della natura. In questo tipo di lavoro si distinsero Johan Gustav Sandberg (1782-1854) e Wilhelm Wallander (1821-1888). La pittura romantica di paesaggio è rappresentata soprattutto da Carl Johan Fahlcreantz (1774-1861) che rinuncia completamente ai motivi simbolici letterali. Tra il 1840 e il 1870 la pittura svedese conosce una grande fioritura; parecchi giovani artisti si trasferiscono a Düsseldorf e coltivano un’arte popolare tratta dalla vita quotidiana della città e delta campagna. Tra questi: August Jernberg (1826-1896) che si trasferì a Düsseldorf definitivamente e ivi morì; Bent Nordenberg (1822-1902); Axel Henrik Kulle (1846-1908) e Jakob Kulle (1838-1898) e Killian Zoll (1818-1860). Alcuni artisti si dedicarono a particolari ricerche sul colore come Johan Fredrik Nöckert (1826-1866) e Egron Sellif Lundgren (1815-1875), che lavorò soprattutto a Londra. Largamente coltivata la pittura di paesaggio con toni drammatici o intensamente lirici (Peter Gabriel Wickenberg (1812-1846) e Larsson Marcus (1825-1864) morto a Londra. Ma la pittura "en plein-air" francese sarà studiata solo da Lars Teodor Billing (1817-1892) e assumerà importanza in Svezia solo dopo il 1880. Infatti intorno al 1880 penetrano nel paesismo svedese influenza della scuola di Barbizon. I più bei paesaggi di tutta la pittura svedese si devono a Carl Fredrik Hill (1849-1911). I pittori di ritratti si ispirano soprattutto alla scuola di Monaco e di Parigi. Sempre più viva diviene l' interesse per i problemi riguardanti il colore a la luce, la pittura diviene più chiara e predominano le figure all’aperto, secondo l’insegnamento francese. A fine secolo primeggia tra i pittori attivi Ernst Josephson (1851-1906), colorista molto brillante e va ricordato Carl Olaf Larsson che aderì ai modi del simbolismo internazionale soprattutto nei ritratti, idealizzati in un alone di sogno, e nelle piccole composizioni ad acquerello, usando un linguaggio pittorico molto raffinato. Negli acquerelli vi aggiunge un gustoso umore popolaresco. Egli realizzò affreschi nel Teatro dell’Opera e nel Museo Nazionale di Stoccolma. Visse dal 1853 al 1919.

Lo scrittore August Strindberg (1849-1912) fu pittore dilettante e creò una serie di pitture straordinariamente espressive che a volte sembrano anticipare l’informale. Durante il secolo XIX la scultura non ebbe in Svezia una grande fioritura: alla fine del secolo operarono tuttavia le figure rinnovatrici di Per Hasselberg (1850-1894), autore di opere di un naturalismo sensuale, e di Christian Eriksson (1858-1935). Di una certa rilevanza anche la figura di Carl Eneas Sjöstrand (1828-1906), che influenzò la scultura finlandese, portandola ad un rinnovamento.

In Norvegia la tendenza romantica in pittura ebbe particolare sviluppo dopo il 1840, quando Düsseldorf divenne, dopo Copenaghen, il più importante centro di studio per i pittori norvegesi. Tra questi vanno ricordati: Adolph Tidemand (1814-1876), pittore di soggetti popolareschi, i paesisti Hans Fredrik Gude (1825-1903), Herman August Cappelen (1827-1852), Lars Hertervig (1830-1902). Dopo il 1870 Monaco di Baviera diviene un importante centro artistico che attrae numerosi pittori come Eilif Petersen (1852-1928) e H. Heyerdahl (1857-1913). Un altro gruppo di pittori si formò prima a Monaco di Baviera e poi si trasferì a Parigi. Tra questi Christian Krohg (1852-1925), che può considerarsi l’esponente del realismo norvegese intorno al 1880, Harriet Backer (1845-1932), che è uno dei più grandi coloristi norvegesi e Enik Theodor Werenskiol (1855-1938) che è particolarmente noto quale illustratore di parecchi racconti popolari norvegesi. Theodor Kittelsen (1857-1913) e Chr. Skrevedig (1854-1924) hanno sviluppato la tendenza naturalistica e popolaresca dell’arte norvegese. Harald Sohlberg (1869-1935) e Haffdan Egedius (1877-99) hanno contribuito alla reazione, che si delineò alla svolta del secolo, contro la pittura realista; Sohlbeng appartenne al gruppo di giovani artisti che con Munch combatterono il naturalismo facendo uso dell’immagine, nel suo caso prevalentemente paesaggi, per esprimere stati d’animo; Egedius, illustratore assai sensibile di saghe nordiche, è figura notevole per la sua interpretazione quasi espressionista di un mondo popolaresco vista come un sogno. Sulla stessa linea fu Nicolai Astrup (1880-1928) che inoltre fu tra i più moderni xilografi insieme a Munch, che fu senza alcun dubbio il più importante pittore norvegese di questo periodo.

Nell’ultima parte del XIX secolo la scultura in Norvegia non presenta figure di grande importanza. H. Michelsen (1789-1859) e J. Middelthun (1820-86) furono gli esponenti della tendenza classica; S. Sinding (1846-1922) di quella romantica.

In Danimarca, mentre in precedenza si era fatto sentire maggiormente l’influsso dell’arte italiana, verso il 1860 si afferma l’influenza dell’arte tedesca, soprattutto della Scuola di Düsseldorf, Carl Block (1834-1890) si impose con grandi composizioni storiche o religiose ricche di figure. Peter Sevenin Kroyer (1851-1909), invece, lavorò a Parigi, dove compì ricerche luministiche. Egli fu un seguace del realismo o oggettivismo di Gustave Courbet che cercava di dipingere lasciandosi guidare dalla percezione pura, svincolata da ogni pensiero e sentimento. In seguito, con un gruppo di altri pittori, si stabilì nella Jutlandia settentrionale (Skagen), interessandosi alla vita dei pescatori.
K. Zahrtmann (1843-1917) si ritirò dall’Accademia d’Arte e aprì una scuola libera, venne spesso in Italia ispinandosi alla vita popolare abruzzese.
Theodor Philipsen (1840-1920) fu paesaggista e animalista, seguì la scuola impressionista e fu anche valente scuttore. Vilhelm Hammerchoi si specializzò in interni che dipinse con delicata partepicazione.
Figura di rilievo fu Jens Ferdinand Willumsen, che passò dal naturalismo al simbolismo e infine all’espressionismo. Jens Ferdinand Willumsen (1863-1958). Studiò architettura e pittura e lavorò anche come scultore e ceramista. Tra il 1888 e il 1894 visse saltuariarmente a Parigi; negli intervalli viaggiò in Spagna. Fu amico di Van Gogh che gli face conoscere Odilon Redon, la cui opera fu determinante per il suo momento simbotista. Il suo fu un simbolismo drammatico, condotto con una gamma di colori accesi che trasformano le raffigurazione naturalistiche in immagini fantastiche e preludono alla sua successiva fase espressionista.
Influenza postimpressioniste francesi sono avvertibili anche nell’opera di F. Weie (1878-1943), di H Giersing (1881-1927), di K. Isakson (1878-1922), fra gli altri.
Tra i gruppi d’avanguardia si ricordano "Den Frie udstilling", che partecipò al Salon des Refuses nel 1891 a Parigi e "Gronningen" del 1915.
Rappresentante della scultura romantica danese fu Jens Adolf Jerichau (1816-1883), che malgrado un suo soggiorno giovanile a Roma, fu violentemente contrario al neoclassicismo. Nella seconda metà del secolo XIX prevale un piatto naturalismo, perchè incomincia a farsi sentire l’influsso della scultura francese; bisognerà attendere l’inizio del secolo XX perchè qualcosa muti. Kaj Nielsen (1882-1920) spicca, da questo punto di vista. Egli, opponendosi alla tradizione accademico-classicistica, influenzò, non poco, i successivi sviluppi della scultura danese.

In Russia Il’ja Efimovic Repin dipinge uno dei suoi quadri più famosi: "I trascinatori di barche sul Volga". Sempre nel 1870, a Pietroburo Kramskoj ad altri artisti creano l’Unione delle Mostre Artistiche Itineranti. Nei quadri di questi pittori predominano rappresentazioni realistiche della vita popolare, rivelando chiaramente il loro legame con il movimento democratico, attraverso l’analisi attenta della situazione sociale. Gli "Itineranti" (Peredvizniki) si proponevano di avvicinare l’Arte a larghe masse, non soltanto attraverso i soggetti trattati, molto spesso intimi e commoventi e sempre espressi realisticamente, ma anche in modo pratico: le loro mostre si spostavano per il paese risvegliando ovunque interesse per la nuova arte, soprattutto dove per la prima volta penetrava l’arte contemporanea. La società durò fino al 1923, tenendo vivi, nei primi anni dopo la rivoluzione, i legami della giovane pittura sovietica con il realismo democratico del XIX secolo. Ma il periodo della maggior fioritura risale agli anni 1870-80, quando agli Itineranti era legato in parte ciò che vi era di vivo e creativo nell’arte russa, verso la quale si volsero le forze artistiche dei Paesi Baltici, dell’Ucraina e in parte della Transcaucasia.
Repin (1844-1930) aderì al gruppo realistico naturalista degli Ambulanti o Itineranti in contrapposizione al classicismo dell’Accademia, al quale tuttavia, in vecchiaia tornò ad avvicinarsi, il suo particolare interesse per la storia a le tradizioni russe ha evidenti addentellati con l’opera letteraria di Tolstoi (Ritorno inatteso, 1884, Mosca, Tretikosvskaja Gal.). La sua ricerca non è solo orientata, come quella dai grandi realisti francesi, verso la rappresentazione della natura e dei temi tratti dalla vita moderna, ma piuttosto verso un rinnovamento dell’antica pittura russa d’argomento religioso, storico e militare (Altai del Voga, Arresto del Nihilista, Mosca, Tretiakovskaja Gal.) fu anche autore di ritratti, colti psicologicamente.
Ivan Nicolaevic Kramskoj che, fin dall’inizio, fu a capo dei tredici diplomati che fondarono l’Atelier degli Artisti, rifiutando di sottoscrivere la formulazione di un programma su di un tema assegnato, esigendo la libertà di rivolgersi a soggetti presi dalla vita circostante, fu uno dei principali teorici e ispiratori della corrente realistica russa, che fu sempre però un realismo un pò particolare, infatti la pittura di Kramskoj fu definita anche reatismo "religioso-sociale". Kramskoj fu inoltre un ottimo ritrattista molto attento alla resa psicologica e un buon grafico.
Notevolissimi anche i quadri storici di Nikolai Nikolaevic Ge (Gay), sempre nell’ambito degli Itineranti. Artista brillante ed emotivo che, nelle scene evangeliche ispirate a Tolstoi, percorse una via che va dall’accademismo postromantico al realismo spietato a all’acuta espressivitá psicologica e che seppe conservare tutta l’immediatezza dell’osservazione della natura nelle tele epiche.

Antecedente i pittori itineranti, ma quasi un loro antesignano fu Vasilij Grigorevic Perov, capo della scuola moscovita, autore di quadri di denunzia sociale e noto ritrattista.
Sempre nel' ambito degli “Itineranti”, ma dediti alla pittura di genere furono:
Konstantin A. Savickij (1844-1905), G. 13. Mijasoedov (1835-1911) e particolarmente interessante come narratore pieno di spirito di osservazione Vladimir E.c Ma kovskij.
Tra gli itineranti dediti alla
pittura di paesaggio si possono segnalare: Aleksej Kondrat’evic Savrason (1830-1897), piano di toni romantici, I. I. Siskin (1832-1898), addirittura prosaico nelle sue precisioni è Isaak Il’ic Levitan (1860/61-1900) che nei suoi paesaggi lirici scopre nella natura russa una fine grazia, avvincinandosi allo spirito di Cechov.

Altro insigne maestro della scuola pittorica realista russa fu Vasili Ivanovic Surikov (1848-1916), insigne autore di monumentali tragedie pittoriche, nelle quali è inter­pretato lo spirito di rivolta popolare. II Iinguaggio realistico nell’opera di Sunikov assume un’espressività decorativa particolarmente accentuata. Agli Itineranti si ricollega Vasilij Vasil’evic Verescagin (1842-1904), accanito oppositore della guerra, che acquistò larga notorietà con i suoi quadri di battaglie dipinti con realistica sobrietà a imparzialità.
In conclusione, si può dire che la pittura russa alla fine del secolo XIX si organizza in una grande e indipendente scuola nazionale, gli artisti russi seguirono attentamente gli sviluppi dell’arte europea, ma in sostanza ne rimasero lontani a causa dei precisi compiti civici, di programma sociale, che l'arte russa si propose, benché, nella fase finale della sua evoluzione, lo stile pittorico creato, plasticamente ricco, riproducente in modo libero e vivace il mondo oggettivo echeggi l’impressionismo. L’arte russa d’avanguardia in quel periodo attrasse molte giovani culture.
Di ciò testimonia Ia pittura dell’ucraino Nicotai Kornilievic Pimonenko (1862-1912) che fu molto affine agli Itineranti e quella di K. Huns (1830-1877) e di Janis Rozentals (1866-1916), entrambi lettori, e di Köter Johann (1826-1899) estone.
Grande influenza suite formazioni delle nuove concessioni artistiche esercitò il cri­tico d’arte N. Cernysevskij, filosofo materialista, oppositore aII’assolutismo e autore net 1855 dei Rapporti estetici dell’arte con Ia realtà.

Architettura:
Comincia ad essere usato il cemento armato, soprattutto per opera di Monier.

In Svizzera muore l' architetto surges Ferdinand Staler (1831-1870) che era stato il caposcuola del movimento neogotico Svizzera per tutto it secolo XIX.

Ad Amsterdam surgeon edifici monumentali in eclettico revivals; tra questi, tutti progettato da Petrus Josephus Hubertus Cupper (nato nel 1827), Ia Chiesa del Sacro Cuore (1870), il Rijksmuseum (1877-1885, La situazione centrale (1881-89).

Nel l'architettura portoghese del secolo XIX non si può portage di indirizzi stylistic, ben si del prevale di correnti eclectic in cui si fondono, e non sempre felicemente, il culto del classicismo, il ritorno agli stili del passato ed elementi di tradizione nazionale. A Lisbona sorge in stile classicheggiante il Teatro Nazionale (architetto Fortunato Lodi, 1842-46), il Municipio (Domingos Parente, 1867-75), la statua di Pietro IV (architetto Davioud, scultore Elias Robert, 1870) e il monumento dei Restauradores (Antonio Tomàs da Fonseca, 1866), la Fontana d’El-Rei (neo rinascimentale); a Oporto, la Cappella dos Pestanas (Albino Cordeiro Cascao, 1878-1888, neogotica), il salone arabo del palazzo della Borsa; di nuovo a Lisbona la Stazione Ferroviaria del Rossio (Luis Monteiro, in stile neo-manuelina), la Società Martins Sarmento di Guimarães (Marques de Silva, 1881, stile bizantino) e molti altri.
Più coerente, equilibrata espressione di razionalismo l’opera di Ventura Terra (1866-1889), (Palazzo del Parlamento a Lisbona, adattamento del Convento di S. Bento da Saüde). Sempre nella seconda metà del secolo XIX José Luis Monteiro (nato nel 1848), già citato per la stazione ferroviaria del Rossio a Lisbona, precedette l’affermarsi di una generazione che dette un carattere più nuovo all’arte portoghese, inserendola nell’alveo europeo.
Raul Lino (nato nel 1879) tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo si afferma come precursore delta corrente nazionalista.

In Svezia l’architettura si mosse in concomitanza con l’eclettismo europeo; dal 1840 al 1870, al neoclassicismo, fino allora imperante, si viene lentamente sostituendo una corrente eclettica che riprende i motivi romanici e gotici, rinascimentali e barocchi. Axel Nastro (1793-1868) fu il
primo rappresentante dello stile neogotico, autore delta Casa Vescovile a Lund. Primeggiarono inoltre in quel periodo gli architetti Fredrik W. Scholander (morto nel 1881) e Johan Fredrik Abom (morto del 1900). Nell’insieme l’architettura svedese non presenta personalità di rilievo internazionale, in questo periodo.
Dopo
il 1870 tendenze realistiche comportarono il ritorno ad esigenze di autenticità nella scelta dei materiali e di funzionalità nella progettazione dell’edificio, che nell’esterno riflette la razionale disposizione interna. Il più tipico rappresentante di questo periodo fu Helgo Zettervall (1831-1907). Va anche ricordato lsak Gustav Clason (1856-1930), autore tra l’altro del Palazzo di Hatlwyt, del Municipio di Norrköping e del Nordiska Museet, a che, pur aderendo alte nuove tendenze di razionalizzazione dei progetti, non rinuncia a particolari decorativi tratti dagli stili stand.

L’architettura norvegese del secolo XIX fu caratterizzata dalla costruzione di edifici di rappresentanza e amministrativi,
soprattutto a Oslo. Han Ditley Frantz Linstow (1787-1851) progettò il Castello Reale. Christian Hennik Grosch (1801-1865), insieme all’architetto tedesco Karl Friedrek Schinkel (1781-1841), edificò l’Università di Oslo, (1852). Entrambi questi edifici sono esempi di un classicismo in cui si inflettono influssi tedesco-danesi. Grosch progettò inoltre una serie di costruzioni a Oslo e in altre città, costruì anche i bazar vicini alla cattedrale di Oslo, secondo una impostazione romantica di revival medievale. Johann Hennik Nebelong (1817-1871) nel 1848 costruì il Castello di Oscarshall, in stile neogotico.
Agli inizi del secolo XX si ha una reazione antiromantica con Olaf Nordhagen (1883-1925), che realizza la biblioteca di Bergen, con Arnstein Arneberg (1882-1961) e con Magnus Poulsson (1881) autore del Palazzo del Telegrafi di Olso.
Nel secolo XIX in Danimarca era operante una vivissima tradizione popolare, stimolata ulteriormente dallo storicismo nazionalista imperante. Michael Gottlieb Bindesboll (1800-1856), ripudiò il classicismo accademico in name del romanticismo, ispirandosi anche al Medioevo e al Rinascimanto locale, avviò uno stile "nazionale" che rimase viva fino al 1915-1920.

I principali rappresentanti di questo stile furono: Johan Daniel Herholdt (1818-1902) che progettò dal 1857 al ‘61 la Biblioteca dell’Università di Copenaghen in stile neogotico; H. B. Storck (1839-1922) e A. Clemmensen (1852-1928), entrambi abili restauratori e studiosi del medioevo, soprattutto di quello locale.

I viaggi in Italia influenzarono molto il gusto degli architetti danesi, ad esempio, Martin Nyrop (1849-1921) nella progettazione, nel 1900, del municipio di Copenaghen si ispirò al palazzo pubblico di Siena. Antagonista di Nyrop e fautore di uno stile "europeo" fu Ferdinando Meldahl (1827-1908), che esercitò una vasta influenza sugli architetti della sua generazione. Egli fu autore della ricostruzione del castello di Fredeniksborg e del completamento delta Frederikskirke di Copenaghen. Pressoché unico rappresentante delta "Jugandstil" fu Anton Rosen (1859-1928) che cercò di unire alla ricerca delta funzionalità una grande libertà di ideazione fantastica.

Musica:

Il poeta Antonio Ghistanzoni (1824-1893) scrive il libretto per l’Aida di Giuseppe Verdi (1813-1901). Tra i maggiori compositori di tutti i tempi, Verdi lo fu in particotare del melodramma, che liberò dalle convenzioni formali del Settecento e nel quale introdusse complesse e moderne ambientazioni in cui l’azione drammatica dei personaggi nasce dalla loro stessa psicologia. La sua opera è tradizionalmente divisa in tre periodi. Il primo comprende la sua prima composizione teatrale, "Oberto canto di San Bonifacio", più il "Nabucco", primo trionfo verdiano e inizio dell’apparire della grandi figure scolpite a tutto tondo e aperte all’esplosione delle più travolgenti passioni (impartante la funzione del coro assunto a vera e proprio personaggio dell’opera), "I Lombardi alla prima crociata", "Ernani", prima collaborazione con il librettista Francesco Maria Piave, "Macbeth", in cui le passioni dirompono con tinte di sangue, "La battaglia di Legnano" e "Luisa Miller", opera di estremo abbandono lirico. Nel secondo periodo si comprendono le opere più mature di Verdi quali "Rigoletto", tragica rappresentazione dell’amore filiale e della lotta impari contro la fortuna e tracotanza dei potenti, "II trovatore "geometricamente disegnato nel flusso musicale che investe i protagonisti, "La traviata", esempio di dramma musicale moderno con la sua perfetta coincidenza tra musica a parole che accompagna lo svolgersi dei Sentimenti portati ai limiti estremi dell’abbandono emotivo, "I vespri siciliani", nello stile del Grand-opera, "Un ballo in maschera", completa partitura che raccoglie pressoché tutti gli aspetti dello stile e della poetica di Verdi, della tinte forti del Rigoletto, alla forza del Trovatore, ai languori della Traviata , "La forza del destino", "Don Carlos", grandiosamente severo, e "Aide", severa anch’essa e nello stesso tempo colma di passioni traboccanti.. In un terzo periodo della sua straordinaria vicenda artistica Verdi rinnova il suo stile. con "Otello", celebre dramma sulla gelosia a una della vette dell’opera verdiana che si basa sui chiaroscuri e sulla forte caratterizzazione dei personaggi, e "Falstaff" opera buffa e del tutto nuova e diversa di un Verdi ottantenne teso verso l’innovazione del suo stesso stile.

In Svezia il prima esempio di arte musicale svedese che incomincia ad essere affiancata dai modelli stranieni si ha con Adolf Berwald, considerate il maggior sinfonista svedese dell’Ottocento. Berwald (1796-1868) fu violinista e compositore. Ebbe una vita molto avventurosa con soggiorni all’estero e periodi in cui, pur continuando a comperre, doveva dedicarsi ad altre attività perché musicalmente non riusciva ad imporsi. Solo nel 1862 la sua opera Estrella de Soria fu rappresentata, fra dissensi, a Stoccolma. Due anni dope venne eletto membro dell’Accademia musicale svedese e solo nel 1867 ottenne un posto di insegnante al conservatorio di Stoccolma. lncompreso in vita, oggi viene apprezzato per la sua produzione che, pur discutibile sotto molti punti di vista, lo rivela innovatore geniale. L’indinizzo nazionatistico si afferma con Ivar Christian Mallström (1826-1901), autore di opere ricche di elementi popolari. Egli fu direttore della scuola musicale A. F. Lindblad di Stoccolma. Sempre nella stessa visuale nazionatistica può essere ricordato anche J.A. Söderman (1832-1876) che fonde sistemi di acquisizione tedesca can mateniale indigeno.
Nel genere liederistico si impose nella seconda metà del XIX secolo l‘arte di E. Sjogren (1853-1918), autore di circa duecento melodie d’ispirazione romantica ravvivata dal colore locale.

Verso 1840 iniziò in Norvegia la brillante fioritura musicale che ebbe in Edvard Hagerup Grieg l’esponente più significativo e celebrato. Grieg (1843-1907), dal 1858 al 1862 Studiò al conservatorio di Lipsia, venendo in questo periodo in contatto con il mondo del romanticismo tedesco da Schumann a Mendelssohn. Si perfezionò in seguito con Gade (vedere Danimarca) a Copenaghen e qui con R. Nordraak fondò la Società Euterpe, per la diffusione della musica scandinava. Nel 1867 fondò l’Accademia di Musica Norvegese a dal 1871 al 1880 diresse a Oslo una società musicale sempre allo scope di diffondere la musica nazionale. Fece ripetuti viaggi in Italia. Ritornò a Lipsia dove venne in contatto con Liszt a Ibsen. Fu anche a Bayreuth, essendo un ammiratore entusiasta dell'opera di Wagner. Dopo il 1875 effettuò numerosi concerti come pianista e come direttore d’orchestra in tutta Europa, ottenendo grande successo. Nel 1893 fu nominato dottore in musica "Honoris causa" dall’Università di Cambridge e nel 1906 dall’Università di Oxford. Negli ultimi anni di vita si nitirò presso Bergen, mantenendo solo sporadici contatti con il mondo ufficiale. Compositore eminentemente lirico, Grieg trovò la sua maggiore fonte di ispirazione nella vita semplice e laboriosa di contadini e marinai che riesce a evocare con intensa e profonda originalità creativa; nella sua musica sa rendere l’ambiente nordico, quello dei paesaggi melanconici dei fiordi, con montagne incappucciate di nave e cupe foreste di abeti. Le sue musiche sono brevi miniature curate nella tecnica e vigorose nei colori. Nei suoi temi abbondano le melodie popolari (o popelareggianti, ideate da lui), usò le musiche di danza tipicamenti nervegesi: gangar, springas e halling. Tra le sue composizioni sono famose le musiche di scene per ii Peer Gynt di Ibsen, (Oslo, 1876), da cui successivamente Grieg trasse 2 Suites per orchestra; le musiche di scena per Sigurd Jorsatfar ("Sigurd il crociato"), composte nel 1872 per un lavoro teatrale di B. Bjärnson, di cui resta famosa la Marcia trionfate del Sigurd Jorsatfar. Per musica strumentale: I Möst ("In autunno" del 1868); Humoresker (1865); Folkevsbilleder Humarsker ("Scene della vita popolare, umoresche", 1870); Firhaendige Danse ("Danze norvegesi", 1881); Concerto per pianoforte e orchestra (1882-83).

Altri importanti compositori norvegesi del periodo furono Nordnaak Rikard, Sinding, Johan Severin Svendsen, Olsen Ole.
Rikard (1842-1866), amico di Grieg da cui fu influenzato e cugino di B. Biörnson, di cui musicò i versi, fu autore, tra l’altro, dell’inno nazionale norvegese. Sinding (1856-1941) fu pianista e compositore, si perfezionò a Berlino, Dresda e Monaco di Baviera, ebbe una sovvenzione e una pensione dal governo norvegese. Formatosi in particolare sulla musica di Wagner, introdusse nella propria produzione elementi popalari norvegesi, ma raramente seppe superare un discutibile manierismo, causa principale dell’oblio che oggi avvolge le sue opere al di fuori della Norvegia. Svendsen (1840-1911) fu compositore, violinista e direttore d’orchestra. Rivelò precococi doti musicali. Viaggiò molto in tutta Europa e in America. Nel 1871 diresse a Lipsia i concerti Euterpe e dal 1872 al 1877, accanto a Grieg, diresse i concerti della Società musicale, dedicandosi anche all’insegnamento. Molto eseguite ancora oggi nei paesi del Nord le sue Rapsodies Norvégiennes (1871-1877) a il Carnaval des artistes narvégiens (1874).
Olsen Ole (1850-1927). Fu organista e compositore; la sua attività fu rilevante seprattutto nel campo della musica popolare e militare, dal 1899 fu ispettore nazionale della musica militare norvegese.

Tra i primi compositori nazionali danesi di tendenza romantica vi fu Johann P. E. Hertmann (1805-1900), compositare e pianista che insegnò dal 1827 al conservatorio di Copenaghen e fu tra gli organizzatori e presidente della Società Musicale Danese. Dal 1867, con il genero Gade e con Paulli, diresse inoltre il conservatorio di Copenaghen.
Altro compositore danese che sentì in maniera decisiva l‘influenza della musica tedesca, a lui contemporanea, fu Niels Wilhelm Gade, che seppe innestare nelle grandi forme sinfoniche di provenienza centroeurapea una spiccata sensibilità nazionale. Gade (1817-1890) fu seguace e ammiratore di Mendelssohn e di Schumann; ebbe una grande importanza nell’evoluzione della musica scandinava e influì in maniera non trascurabile sulla formazione dello stesso Grieg. Figlio di un costruttore di strumenti musicali, esordì come pianista, ma si impose come compositore nel 1840 in seguito alla vincita di un concorso. Nel 1844 si recò a Lipsia, dove trovò un aiuto e un sostegno in Mendelssohn. Insegnò al conservatorio di Lipsia guadagnandosi anche le lodi di Schumann, ma nel 1848 face ritorno in patria. Si propose di fare di Copenaghen un centro di attività musicale pari a Lipsia. Riuscì nel suo intento dirigendo nell’arco di quarant’anni oltre 400 concerti e contribuendo alla fondazione del conservatorio, diffuse così in Danimarca l’amore per la produzione romantica tedesca. Compose soprattutto musiche strumentali, ispirandosi ai canti popolari danesi.
Holger Simon Paulli (1810-1891), compositore a violinista, svolse anch’egli opera proficua in favore dell’organizzazione musicale danese. Nel 1868 fondò il conservatorio di Copenaghen e la Società di musica da camera. A lui si devono le prime esecuzioni in Danimarca di opere di Verdi e di Wagner.

In Jugoslavia il compositore croato Ivan Zajc si stabilisce a Zagabria come direttore d’orchestra dell’Opera fino al 1889 e della scuola musicale fino al 1908. Zajc (1832-1914) fu compositore e direttore d’orchestra. Dopo aver studiato al Conservatorio di Milano, lavorò come insegnante e direttore d’orchestra a Fiume. Si trasferì poi a Vienna assumendo il nome di Giovanni von Zaytz. Scrisse opere teatrali su libretti italiani, ma anche opere e operetta su testi croati; fu anzi il primo autore di opera teatrali in croato. Una della sue opere Nicola Subic Zrinjski fu assunta a rappresentare il teatro lirico  croato.


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