Ceroli Mario
Castel Frentano, Chieti, 1938
 

Mario Ceroli è nato a Castel Frentano, in Abruzzo, nel 1938. Si è formato nell’Accademia di Belle Arti di Roma, e a Roma vive da metà degli anni Cinquanta. Inizia a lavorare negli anni Cinquanta negli studi di Leoncillo, Ettore Colla e Pericle Fazzini.

Dopo i primi lavori - tronchi d'albero con chiodi infilzati - Ceroli scopre la possibilità di utilizzare forme e figure ritagliate, legate a immagini della quotidianità e della pubblicità. La metà degli anni Sessanta è per Mario Ceroli il periodo delle "lettere" e degli oggetti in legno "ingigantiti"; l'artista risente delle influenze pop statunitensi, anche se la sua ricerca figurativa è legata alla tradizione umanistica della pittura italiana.

Si volse poi ad una tipologia che sarebbe diventata tipica della sua opera: sagome di figure umane ritagliate nel legno grezzo, ripetute in modo ossessivo (La Cina, 1966) o inserite in ambienti in cui lo spazio diviene il tema centrale (Cassa Sistina, 1966).

 


La Cina (1966)

Cassa Sistina


Nel '67 si avvicina all'Arte Povera ma in Ceroli l'uso del materiale "povero" è unito alla definizione della forma. Il carattere "invasivo" del suo lavoro lo porta a sconfinare nel cinema, nella scenografia, nel disegno di ambienti, nella progettazione di chiese e del loro arredo interno, fino a un progetto, mai completato, di teatro.

 

 

In questi anni Ceroli inizia le rivisitazioni di grandi opere di artisti del passato, ricostruendo tridimensionalmente La battaglia di S. Romano di Paolo Uccello, L'uomo di Leonardo, I Bronzi di Riace o i braccianti del Quarto Stato di Pelizza da Volpedo.

A metà degli anni Ottanta le lastre di legno vengono sostituite da lastre di vetro che danno vita a effetti cromatici. Contemporaneamente realizza opere pubbliche come Il Cavallo della RAI. Autore del proprio ambiente di vita e di lavoro, Ceroli ha raccolto in uno spazio di 3000 metri quadrati i suoi lavori, in una sorta di casa-museo.

Sono "sculture" che non rappresentano l'uomo, ma che attendono l'uomo: come quello sgabello e quella poltrona che in una interpretazione plastico-spaziale un po' ironica (1966) del noto dipinto dei Mobili nella valle di De Chirico attendono che vi si siedano gli enigmatici, e anche un po' inquietanti, personaggi di una tramontata stagione metafisica.

 


Quinto Stato


 
Mobili nella valle (1965)

Nuclei di scenografie, dunque; e proprio nella scenografia teatrale il Ceroli ha dato i più alti e persuasivi saggi del suo straordinario talento: nella scenografia che se è arte nobilissima e di insigne tradizione, scultura non è di certo.

Numerose le sue istallazioni monumentali.

 

 

Le più note Piazzetta dell’Orientale (1972) e Teatro (1989) a Portorotondo, Squilibrio, nella Sala Voli Internazionali dell’Aeroporto di Fiumicino, 1986; Cavallo alato, Centro Direzionale RAI di Saxa Rubra, Roma, e Squilibrio a Vinci, ambedue 1987; Goal - Italia’90, Foro Italico, Roma, 1990. Ha operato a livello ambientale anche in edifici sacri, dalla Chiesa di Portorotondo (1972) a quella di Santa Maria de Redentore, a Roma, Tor Bella Monaca (1987), a quella del Centro Direzionale di Napoli (1990).

 

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