ACQUAFORTE
Tecnica incisoria nella quale il disegno viene inciso su una lastra di rame mediante acido citrico (anticamente chiamato "acqua forte"). La lastra, precedentemente ricoperta di un sottile strato di vernice grassa resistente all'acido, viene incisa dal disegnatore con una punta d'acciaio fino a giungere al rame. Successivamente si passa alla "morsura": la lastra viene immersa in una soluzione di acido nitrico e acqua che intacca le parti scoperte, lasciando intonse quelle su cui c'è la vernice. Questa viene poi tolta, per passare alla fase dell'inchiostratura e della stampa. L'acquaforte si differenzia dall'incisione a bulino su lastra metallica per la naturalezza delle linee che dà effetti simili a quelli di un disegno a matita o a penna.
ACQUATINTA
Tecnica di incisione su lastra di metallo, analoga all'acquaforte, ma in cui la lastra, prima di essere incisa e poi immersa nell'acido, viene cosparsa di una polvere protettiva granulare, che conferisce alla stampa così ottenuta un delicato effetto di chiaroscuro.
AEROPITTURA
Espressione del Futurismo, che la celebrò con un apposito Manifesto, edito nel 1929. Da principio aveva un'accezione generica di esaltazione del volo e della vita aerea; poi, alla Biennale di Venezia del 1926, l'aeropittura assunse il carattere di formulazione plastica spaziale con elementi figurativi casuali e contrapposizione di piani in movimento. Eloquenti manifestazioni di aeropittura sono la decorazione dell'aeroporto di Ostia, realizzata da G. Dottori nel 1929, e il dipinto La candela sull'aeroporto di T. Crali.
AFFICHE
Manifesto stampato, affisso in luogo pubblico per reclamizzare o un prodotto, o un evento, o uno spettacolo. A partire dalla fine dell'Ottocento assume una sua dignità artistica per gli stretti contatti con i movimenti artistici d'avanguardia, di cui divulga in maniera immediata ed estremamente comunicativa contenuti e forme, fino a diventare parte della moderna pubblicità. Il periodo d'oro dell'affiche è legato all'art nouveau, quando artisti di altissimo livello si impegnano nella realizzazione di questi stampati, facendone vere e proprie opere d'arte. Vanno citati almeno i nomi dei francesi J. Chéret, A. Mucha, H. Toulouse-Lautrec; degli italiani M. Dudovich, F. Laskoff; dei tedeschi Gaigg, Wagulo; degli inglesi J. de Holden Stone, H. Dudley e dei polacchi J. Palka e Lipinski.
ART DECO
Manifestazione artistica affermatasi nell'Esposizione delle arti decorative di Parigi del 1925 (viene infatti anche chiamata Stile 1925). Deriva dall'Art nouveau di cui però rifiuta le sinuosità e le formule lineari naturalistiche, prediligendo il geometrismo e l'essenzialità delle forme e delle composizioni. Con Art déco ci si riferisce non solo ai singoli prodotti della arti decorative di quel periodo ma al gusto che si afferma nel primo dopoguerra, soprattutto in Francia e in Austria, per poi spegnersi con la crisi del 1929. Agli inizi dell'Art déco si collocano la Compagnie des arts français Suë et Mare, l'opera di ebanisti come Ruhlman e Rateau, il nuovo indirizzo preso dai laboratori viennesi (Wiener werkstatte) diretti dall'architetto J. Hoffmann. In Italia l'Art déco si sviluppa grazie all'opera di fervidi creatori quali G. Ponti, D. Cambellotti, T. Lancia, G. Balsamo Stella, le cui opere sono conosciute nelle Esposizioni di arti decorative che si svolgono a Monza ogni due anni.
ART NOUVEAU
Movimento artistico che ha coinvolto molti paesi europei e gli Stati Uniti, tra fine Ottocento e primo Novecento. Viene chiamato in modi differenti: Liberty o stile floreale in Italia, Modern style in Gran Bretagna, modernismo in Spagna, Jugendstil in Germania, Sezessionstil in Austria. Comune è la reazione all'arte accademica e storica, contro la quale si afferma la forza vitale di un'arte che trae la propria ispirazione direttamente dalla natura. Da qui deriva l'estetica naturalistica dell'art nouveau, il linearismo raffinato, la ricerca decorativa da applicare e questo è uno degli aspetti più interessanti in campo architettonico, uno dei più vitali non in modo circoscritto ma tale da coinvolgere in un unico e organico progetto decorativo tutte le parti, senza soluzione di continuità tra l'interno e l'esterno dell'edificio. I principali protagonisti dell'art nouveau sono in pittura A. Beardsley, G. Klimt, J. Toorop, F. Khnopff, F. Hodler; in architettura V. Horta, A. Van de Velde, J. Hoffmann, H. Olbrist.
ASSOCIAZIONE DEGLI ACQUARELLISTI
Nel 1875, ispirata alla Old Water Colour Society inglese, nasce a Roma l'Associazione degli Acquarellisti. Ne sono fautori Ettore Roesler Franz, Nazareno Cipriani, ai quali si aggiungono come fondatori, secondo il motto "decem in uno" altri otto artisti: Vincenzo Cabianca, Raimondo Tusquets, Cesare Maccari, Attilio Simonetti, Cesare Biseo, Pio Joris, Gustavo Simoni e Onorato Carlandi. Le prime mostre dell'associazione si tengono presso il negozio di colori di Dovizielli in via del Babuino e nelle sale del Caffehaus del palazzo Colonna in Santi Apostoli. Dal 1889 gli Acquarellisti espongono annualmente al Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale insieme agli Amatori e Cultori, servendosi spesso di uno stesso catalogo.
BIENNALE ROMANA
Le celebrazioni per il Cinquantenario di Roma Capitale (1920) sono l'occasione per l'istituzione delle Biennali Romane d'Arte, le cui uniche tre edizioni si svolgeranno dal 1921 al 1925. Le Biennali Romane scandiscono il periodo di ripensamento che attraversa gli artisti italiani, -già segnato dalla fine del futurismo legata alla morte di Boccioni, dalla nascita della metafisica e di "Valori Plastici"- evidenziando il desiderio di riflessione sulla storia della pittura e della scultura in Italia e conseguentemente la determinante svolta della classe artistica verso quello che sarà il "ritorno all'ordine". Contestualmente le Biennali vogliono offrire il più ampio panorama documentario sull'arte italiana, e successivamente straniera, dell'Ottocento e del Novecento.
BIENNALE VENEZIANA
La prima edizione risale al 1895, è la più antica e ancora la più famosa rassegna internazionale di arte contemporanea. Insieme al Padiglione Centrale dell'Italia, nei giardini della Biennale si trovano i Padiglioni dei principali paesi del mondo (di proprietà di ciascuna nazione, che nomina commissari propri). A partire dagli anni Settanta, non essendo più sufficienti i Padiglioni dei Giardini, le manifestazioni espositive della Biennale hanno progressivamente invaso gli spazi della città.
CUBISMO
Movimento artistico del Novecento. Si forma a Parigi intorno al 1907, partendo dalla pittura di Picasso e Braque. Il termine viene coniato dal critico Vauxcelles che, recensendo su Gil Blas una serie di paesaggi di Braque (1908), sottolinea la tendenza del pittore a ridurre le forme a cubi. Fondamentale per l'elaborazione del Cubismo è la retrospettiva di Cézanne, tenutasi al Salon d'Automne nel 1907. La creazione dello spazio attraverso i volumi operata dal maestro francese, influenza profondamente Picasso, Braque e F. Léger, spingendoli ad esprimere una visione relativistica della realtà, in cui l'oggetto non si dà in una collocazione spaziale assoluta, ma in una simultaneità di punti di vista. Gli oggetti vengono dunque scomposti e presentati secondo diverse angolazioni, in uno spazio costruito attraverso l'intersecarsi e il sovrapporsi dei piani. Questa fase, che va sotto il nome di Cubismo analitico, inizia verso la fine del 1909. Segue, nel 1912-13, il Cubismo sintetico, che si concentra sulla ricostruzione dell'oggetto libero da legami spazio-temporali. DADAISMO
Movimento artistico-letterario d'avanguardia sorto a Zurigo verso il 1915 intorno ad un gruppo di intellettuali che si riuniscono al Cabaret Voltaire, rimasto attivo fino al 1919. Al Dadaismo partecipano poeti, critici e pittori (T. Tzara, E. Hennings, H. Arp, M. Janco, R. Huelsenbeck, H. Richter) tutti concordi nel rifiutare i valori e i modelli della cultura tradizionale, dissacrandone le forme ed i significati, e nell'esaltare la spontaneità creativa. Il nome "dada" (in francese giocattolo) è scelto per caso, sfogliando un dizionario e T. Tzara (il letterato estensore dei manifesti del D.) dice: "dada non significa nulla. Dadaismo è un prodotto della bocca". I protagonisti pubblicano le riviste Dada (organo del movimento, diretto da Tzara) e Cabaret Voltaire. Le creazioni del Dadaismo (pitture e sculture allusivo-simboliche, collages e processi fotografici) mettono in luce l'importanza attribuita al "linguaggio" come fonte di creatività. Nel 1918 aderiscono al gruppo V. Eggeling e F. Picabia, il quale stabilisce un contatto con il Dadaismo americano, fondato a New York nel 1916 da M. Duchamp, Man Ray e Picabia, analogo negli scopi al Dadaismo zurighese.
DECADENTISMO
Corrente artistico-letteraria che, nata a Parigi intorno agli anni '80-'90 del XIX secolo, si è poi irraggiata in tutta Europa. Ma è solo in Francia che il Decadentismo assume un carattere organico, raccogliendo l'eredità dei "poeti maledetti" (in primo luogo Verlaine e Rimbaud), per rielaborarla in un programma definito. Questo viene sviluppato in diversi cenacoli, riunitisi intorno a riviste e caffè, e viene diffuso attraverso varie riviste tra le quali emergono Le Chat noir, Lutèce, Le Décadent, La Plume. Ma il vero "manifesto" del Decadentismo è rappresentato dal romanzo di J. K. Huysmans A Rebours (Controcorrente), del 1884, che ne consacra la nuova poetica: predilezione per gli aspetti estetizzanti della vita e dell'arte, il gusto per l'esotico, il raffinato, l'eccentrico, l'artificioso. Queste scelte esprimono anche la reazione contro il naturalismo, frutto del positivismo borghese. In Italia il Decadentismo viene impersonato soprattutto da Gabriele D'Annunzio, che ne abbraccia principalmente gli aspetti estetizzanti.
DIE BRÜCKE (IL PONTE)
Die Brücke costituisce il primo nucleo del movimento espressionista. Sorge a Dresda nel 1905 per volontà di un gruppo di artisti accomunati dal desiderio di reagire alla tradizione accademica e alle convenzioni della società borghese. I rappresentanti principali sono E. L. Kirchner, F. Bleyl, K. Scmidt-Rottluff, E. Heckel, E. Nolde (che vi prende parte per soli tre anni), E. Pechstein, K. Van Dongen, O. Muller. Nel 1911 la Brücke si trasferisce a Berlino dove vive un periodo di forti contrasti per poi sciogliersi nel 1913. Lo spirito di fondo della Brücke è la volontà di affermare in modo energico la realtà soggettiva e la necessità da parte dell'artista di esprimere liberamente e con forza "il grido originario", in contrasto con l'approccio accademico all'operare artistico. I pittori della Brücke si rifanno anche all'opera di Van Gogh, Munch ed Ensor, di cui apprezzano l'intensità drammatica e soggettiva. Un grande peso ha la tecnica dell'incisione, con la quale si vuole recuperare una tradizione tedesca di forte impatto visivo. DIVISIONISMO
Corrente artistica nata in Italia alla fine del XIX secolo e attiva fin verso la metà del secondo decennio del '900. Il Divisionismo prende le mosse dal Pointillisme francese di Seurat e Signac, basato sul principio della scomposizione del colore nei suoi elementi di base, rifacendosi alle ricerche ottiche sulla luce ed il colore di Chevreul. Il Divisionismo riprende queste teorie rielaborandole in testi teorici, come quello di G. Previati Principi scientifici del divisionismo (1906), che spiega: "(Il Divisionismo) riproduce le addizioni di luce mediante una separazione metodicamente minuta delle tinte complementari". Il Divisionismo si impone all'attenzione della critica e del pubblico con la Prima Triennale di Milano del 1891, e viene sostenuto in particolar modo dal critico ed artista Vittore Grubicy de Dragon. I maggiori interpreti del Divisionismo sono, oltre a Previati, Segantini, Morbelli, Pellizza da Volpedo, Nomellini. Accanto ai soggetti naturalistici e simbolisti, il Divisionismo viene applicato anche a tematiche sociali. Il Divisionismo ha grande importanza per il successivo movimento del Futurismo, che vede nella scomposizione del colore un mezzo per esprimere il carattere di simultaneità della realtà.
ENCAUSTO
Tecnica pittorica che consiste nello stendere i colori mescolati per mezzo di cera riscaldata. I colori e la cera possono anche venire diluiti con oli essenziali quali la trementina e la nafta; la cera può venire "saponificata", cioè resa solubile con la lisciva (contenente soda). L'encausto è il procedimento pittorico maggiormente diffuso nell'antichità. Viene perfezionato nel IV secolo a.C.; successivamente continua ad essere usato ma più raramente, finché viene abbandonato intorno al VIII-IX secolo. Il termine encausto attualmente sta ad indicare una miscela di cera e resina usata per rendere più facile la stesura dei colori.
EN PLEIN AIR
Con la definizione "en plein air" (all'aria aperta) ci si riferisce alla ripresa pittorica della natura dal vero, direttamente all'aria aperta e non più nel chiuso dell'atelier. Sono i pittori impressionisti, preceduti da quelli della scuola di Barbizon, ad affermare decisamente questo nuovo, rivoluzionario approccio alla pittura, che si diffonde poi al resto d'Europa influendo profondamente sull'elaborazione delle successive esperienze artistiche. La pittura en plein air permette di cogliere tutto il valore dell'incidenza della luce naturale sul paesaggio, liberandolo in tal modo da una costruzione fittizia e standardizzata.
ESPRESSIONISMO
Movimento culturale nato in Germania all'inizio del XX secolo in opposizione al naturalismo e all'impressionismo. L'Espressionismo, che tra il 1910 ed il 1924 si allarga a tutte le arti, in principio riguarda le arti figurative, rappresentate dal gruppo Il ponte (Die Brücke), sorto a Dresda nel 1905. Di questo facevano parte i pittori E. Kirchner, E. Nolde, Pechstein, che si richiamano all'arte di Van Gogh, Munch, Ensor. Gli artisti de Il ponte condannano le convenzioni ed il materialismo della società borghese, sostenendo la necessità di dare ascolto alla vera e più profonda natura umana. Il gruppo si trasferisce a Berlino nel 1911; si scioglie due anni dopo ed i suoi membri continuano ad operare autonomamente. L'altro importante gruppo artistico dell'Espressionismo è quello del Cavaliere azzurro (Die blau reiter), fondato a Monaco nel 1912 da Kandisky e Marc, caratterizzato da una tendenza all'astrazione e allo spirituale. Poco prima dell'avvento del nazismo (che condanna l'Espressionismo quale "arte degenerata"), l'Espressionismo vede una esasperazione della sua poetica nell'opera di Grosz e Beckmann.
FAUVES
Sono chiamati "fauves", cioè belve, quei pittori che suscitano scandalo al Salon d'Automne di Parigi del 1905 con i loro quadri dalle forti tonalità pure, accostate con "selvaggia" irruenza. Si tratta di H. Matisse, M. Vlaminck, A. Marquet, A. Derain, K. Van Dongen, A.E.O. Friesz, H.-Ch. Manguin, Ch. Camoin, R. Pichot, J. Puy, L. Valtat, P. P. Girieud. La formazione del fauvisme risale agli anni 1894-97, quando nell'atelier di G. Moreau si riuniscono Matisse, Manguin, Marquet e Camoin, interessati soprattutto alle macchie di colore liberamente disposte e agli arabeschi del maestro. Il fauvisme propone una nuova concezione dell'opera d'arte, svincolata dalla rappresentazione della natura: questa deve servire come "trampolino" per affrontare la realtà con libera forza espressiva, basata sul colore puro e sui suoi accostamenti inediti. I fauves, a cui si aggregano R. Dufy e G. Braque, sono influenzati dalla pittura di Van Gogh (una sua retrospettiva si svolge a Parigi nel 1901) e da Seurat e, dopo il 1904, principalmente da P. Gauguin.
FORMA 1
Il 15 marzo 1947 Carla Accardi, Ugo Attardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato fondano a Roma la rivista Forma. Mensile di Arti figurative e firmano il manifesto che appare sul primo ed unico numero pubblicato. La pubblicazione del manifesto avviene in un momento in cui forti sono le divergenze sulle scelte estetiche tra i sostenitori dell'arte astratta e i fautori di un'arte figurativa d'impegno civile. Guttuso (1912/1985), che durante il periodo del fascismo ha rappresentato un punto di riferimento per i giovani artisti, si schiera a favore di una pittura neorealista aderendo alle posizioni del Partito comunista italiano. Il segretario generale del P.C.I. Palmiro Togliatti entra personalmente nella controversia: condanna senza mezzi termini l'astrattismo e si schiera a favore del realismo sociale. La prima frase del manifesto, "Ci proclamiamo formalisti e marxisti, convinti che i termini marxismo e formalismo non siano inconciliabili (...)", sta a significare il tentativo di conciliare le opinioni politiche del gruppo con la scelta dell'astrattismo. L'adesione al linguaggio astratto permarrà nel lavoro di Carla Accardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, e Giulio Turcato. Ugo Attardi già nel '51 torna al figurativo mentre Mino Guerrini lascia la pittura per dedicarsi al giornalismo e al cinema. Gli artisti firmatari del manifesto sono identificati come gruppo Forma o Forma 1 dal titolo del primo numero della testata, anche se non si costituiscono mai in un vero e proprio gruppo: non utilizzano questa sigla né per presentare i loro lavori né per firmare testi (lo stesso manifesto è firmato con i nomi dei singoli artisti). La scelta dell'astrattismo, i rapporti di amicizia e collaborazione tra gli artisti e le frequenti iniziative comuni, hanno portato a sintetizzare la loro attività tra la fine degli anni '40 e gli anni '50 sotto la denominazione di Gruppo Forma o Forma 1.
FUTURISMO
Movimento artistico italiano dell'inizio del XX secolo. Nasce con la pubblicazione sul francese Figaro del Manifesto di F. T. Marinetti, il 20 febbraio 1909, a cui segue, l'11 febbraio del 1910, il Manifesto dei pittori futuristi e il Manifesto tecnico, firmati da U. Boccioni, G. Balla, C. Carrà, L. Russolo, G. Severini. Lo spirito di fondo che anima i Futuristi è la reazione contro la tradizione, l'accademia, le convenzioni borghesi e, per contro, l'affermazione di tutto ciò che esprime modernità (da qui il mito dell'automobile, della velocità, della fabbrica, della città), coraggio di infrangere le regole. I Futuristi riprendono la tecnica divisionista della scomposizione per esprimere i concetti di simultaneità e durata, elaborati dal filosofo H. Bergson, applicandoli sia alle realtà moderne della città, sia all'interiorità dell'individuo. Contrastato fu il rapporto con il Cubismo, abbracciato in modo personale da Carrà (con Funerali dell'anarchico Galli) e rifiutato da Boccioni che tuttavia ne subisce l'influsso. Pur presentando caratteri diversi nei vari artisti, il Futurismo ha uno dei suoi punti di partenza nel Divisionismo, da cui infatti molti Futuristi, tra cui Balla e Boccioni, prendono le mosse. La scomposizione del colore e della forma permette infatti di rendere i concetti di simultaneità, di durata (teorizzati da H. Bergson), e quindi di affermare una visione della realtà.
IMPRESSIONISMO
Movimento pittorico sorto in Francia tra 1862 e 1880. Un gruppo di giovani pittori decide di riscoprire la natura non più attraverso la luce dell'atelier ma dipingendo direttamente all'aria aperta. L'Impressionismo si avvantaggia notevolmente dei risultati della scienza e della tecnica (i pratici colori in tubetto, il treno, le ricerche ottiche), concentrandosi sulle possibilità di rendere l'atmosfera, la sensazione, l'impressione attraverso la giustapposizione di colori puri. L'esposizione al Salon des Refusés del 1863 del quadro di Manet Le déjeuner sur l'herbe, segna l'inizio del vivace dibattito intorno alla nuova pittura. La mostra che presenta al pubblico i risultati di questa nuova ricerca artistica viene organizzata da Degas nel 1874 nello studio del fotografo Nadar a Parigi. In quell'occasione viene presentato il quadro di Monet Impression, soleil levant (1872) da cui deriva originariamente in senso dispregiativo il nome del gruppo. Non ci è stata un'elaborazione teorica, e i suoi protagonisti (da citare almeno Cézanne, Renoir, Bazille, Sisley) sviluppano poi ricerche diverse.
IN ARTE LIBERTAS
Fondata nel 1886 da Nino Costa la Società In Arte Libertas raccoglie un gruppo di artisti in disaccordo con l'arte ufficiale. La Società opera fino al 1900 e successivamente gran parte dei suoi artisti confluiscono nel gruppo dei XXV della Campagna Romana.
LITOGRAFIA
Tecnica di stampa (incisione in piano) che utilizza una lastra di pietra calcarea sulla quale le zone stampanti e non stampanti sono sullo stesso piano e vengono differenziate da un diverso trattamento chimico: il disegno e i caratteri da riprodurre sono infatti tracciati con particolari sostanze grasse che, non assorbendo l'acido di cui viene cosparsa la superficie, restano sensibili alla successiva inchiostratura, rendendone possibile la stampa su carta mediante pressione a torchio.
INFORMALE
Indirizzo generale di una parte dell'arte contemporanea nel quale si riconoscono correnti, movimenti e personalità diverse, accumulati solo dall'abbandono di ogni schema strutturale significante. L'espressione Arte Informale viene usata dal critico francese M. Tapié nel libro Un Art autre (1952) e destinata a prevalere su altre denominazioni intese a classificare criticamente tendenze e correnti (Action painting, Tachisme, Espressionismo astratto, ecc.). Comprende nella sua ampia definizione una condizione estetica nuova, quale si é venuta a determinare nel corso degli anni Quaranta e Cinquanta.
IPERREALISMO
Corrente dell'arte contemporanea americana, nata negli Stati Uniti all'inizio degli anni Settanta e poi diffusasi in Europa. Chiamata anche superrealismo, realismo radicale, realismo fotografico, iperfotografismo, l'iperrealismo rifiuta la realtà, proponendone una riproduzione meccanica, spesso a partire dalla sua immagine fotografica ingrandita. Ne risulta dunque una visione che va al di là della realtà, stravolgendola. Pur derivando dalla Pop-art, l'iperrealismo non si propone come satira, giungendo talvolta ad un virtuosismo esasperato. I suo massimi esponenti sono R. Goings, C. Close, R. Ester, R. McLean, S. Posen per la pittura, e D. Hanson e J. De Andrea per la scultura.
LA VOCE
Rivista politico-letteraria, fondata da G. Prezzolini nel 1908 a Firenze. Fino al 1914 è settimanale poi, fino al 1916, quindicinale. G. Prezzolini ne è il direttore quasi ininterrottamente dal 1908 al 1914 quando, in seguito a violente critiche ai suoi articoli a favore dell'interventismo, lascia la direzione a G. De Robertis per fondare una seconda Voce. Ai suoi inizi La Voce si pone vicino al pensiero di B. Croce e G. Gentile, ma al suo interno confluiscono vari orientamenti espressi da G.Papini, G. Amendola. A. Soffici. G. Salvemini, S. Slataper, G. Boine, C. Rebora, P. Jahier. Comune è l'impegno ad affrontare temi politico-sociali, come la questione meridionale e il suffragio universale, la scuola, l'impresa di Libia. Ne seguono accesi contrasti: Salvemini abbandona la rivista per fondare L'Unità, e così Amendola e Papini che danno vita al periodico L'Anima. Dopo il 1912 Prezzolini orienta decisamente La Voce verso posizioni interventiste che sono duramente attaccate su Lacerba. Il successivo direttore, De Robertis, dà alla rivista carattere prettamente letterario, puntando sulla qualità.
LIBERTY
Il termine Liberty deriva dal nome dei magazzini londinesi di Arthur Lasenby Liberty, che vendevano prodotti per l'arredo di gusto floreale. In Italia il Liberty si identifica con una corrente di gusto ispirata essenzialmente ai modelli dell'Art Nouveau, che permea le arti decorative dagli ultimi decenni del XIX all'inizio del XX secolo. Si propaga più decisamente a partire dall'Esposizione d'arte decorativa moderna, che si svolge a Torino nel 1902. Vi partecipano alcuni fra i più importanti protagonisti europei del nuovo stile, come C. R. Mackintosh, J. Hoffmann, J. Olbrich. Gli stessi padiglioni della mostra, realizzati dall'architetto R. D'Aronco, sono una delle prime manifestazioni ufficiali del Liberty in Italia. Il nuovo stile tuttavia, essendo sostanzialmente legato ad una cultura prettamente urbana ed industrializzata, non trova in Italia -ancora troppo arretrata- un terreno adatto ad accoglierlo e svilupparlo; e, conseguentemente, si afferma soprattutto nelle aree più industrializzate, e più al nord che al sud del paese.
L'ITALIANO
Rivista fondata da L. Longanesi a Bologna nel 1926. Da principio ha una frequenza settimanale, poi quindicinale, quindi mensile. Da Bologna viene trasferita a Roma dove termina la pubblicazione nel 1942. Longanesi ne è il fervido animatore, ricollegandosi alle posizioni del fascismo di fronda espresse anche insieme a M. Maccari ne Il Selvaggio. Esprimono le posizioni di quella corrente di Strapaese che cerca di affermare i valori positivi dell'Italia contadina e provinciale. Alla rivista collaborano da principio alcuni scrittori della rivista La Ronda, come E. Cecchi, G. Raimondi e A. Baldini. Una delle note salienti de L'Italiano è la ripresa, tra "l'ironico e il nostalgico" dell'epoca umbertina, di cui Longanesi dà acute interpretazioni grafiche.
MACCHIAIOLI
La rivoluzione della "macchia" viene messa in atto da un gruppo di pittori che tra il 1855 e il 1867 si riuniscono al Caffè Michelangelo a Firenze. Il loro intento è quello di fare una pittura antiaccademica, basata sul vero e sulla giustapposizione di macchie di colori che diano l'impressione della realtà vista direttamente, senza il filtro del disegno. Il nome "macchiaioli" viene usato per la prima volta in senso dispregiativo in un articolo sulla Gazzetta del Popolo del 1862, in cui si accusa i pittori toscani di ridurre il quadro ad un semplice abbozzo. E' T. Signorini ad accogliere il nome, traducendolo in senso positivo. La scelta del vero non è limitata soltanto ad una questione di linguaggio formale, bensì esprime anche la volontà di rifiutare i limiti di una pittura di storia accademica e di una pittura fittizia, per allargarne il campo di interessi alla dimensione non solo naturale ma anche storica del presente. I principali protagonisti del gruppo sono G. Fattori, S. Lega, T. Signorini, V. Cabianca, R. Sernesi, V. D'Ancona, O. Borrani e, importante figura di critico sostenitore, è D. Martelli.
MANIFESTO DEL PRIMORDIALISMO PLASTICO
Firmato dai pittori Emanuele Cavalli, Giuseppe Capogrossi e Roberto Melli il 31 ottobre 1933 è redatto da un gruppo più ampio di artisti accomunati da una ricerca pittorica improntata al Tonalismo (vedi la relativa voce). Questo movimento svolge una ruolo di primo piano nella scena artistica romana degli anni Trenta e primi anni Quaranta, coinvolgendo in varia misura l'opera di numerosi pittori tra cui Scipione, G. Ceracchini, M. Mafai, C. Cagli, F. Pirandello. L'idea del Manifesto viene elaborata in seguito all'accordo con la Galleria Bojean di Parigi, dove deve essere trasferita la mostra di Cavalli, Capogrossi e Cagli svoltasi nel 1932 alla Galleria di Roma e nel febbraio 1933 alla Galleria del Milione di Milano. Nella presentazione alla mostra parigina il critico Waldemar George conia la famosa definizione di Ecole de Rome che indica una comunanza di idee e di intenti nel gruppo di pittori. Ed infatti questi decidono di dichiararle apertamente e diffonderle attraverso un Manifesto che tuttavia, in seguito a contrasti (successivamente risolti) sorti tra loro, Cagli non sottoscrive.
METAFISICA
La data di nascita della pittura metafisica viene indicata nell'anno 1917, quando si svolge l'incontro tra Giorgio De Chirico e Carlo Carrà a Ferrara. Tuttavia già a partire dal 1910 (L'enigma dell'oracolo) De Chirico elabora una poetica basata su una lettura enigmatica ed astratta della realtà, che si riallaccia alla sua formazione filosofica (Nietzsche, Schopenhauer, Weininger) e pittorica classicista e visionaria (Lorrain, Boklin, Friedrich, Klinger). Questa visione caratterizzerà tutta la successiva produzione dechirichiana, da Le Muse inquietanti (1916) alle serie dei "gladiatori", "archeologi", "mobili nella valle" degli anni '20 e '30. Alla Metafisica aderisce nel 1918 anche Giorgio Morandi che, come Carrà, vi giunge più attraverso una propria ricerca stilistica che per suggestioni culturali. Per entrambi infatti, la Metafisica costituirà solo una fase della loro ricerca artistica. Nel 1921, anche per lo svilupparsi delle tendenze di Valori Plastici, la Metafisica si conclude; ad essa hanno aderito anche A. Savinio (fratello di De Chirico) e Filippo De Pisis.
MOSAICO
Tecnica artistica basata sull'accostamento di piccoli frammenti, chiamati tessere, di materiali vari (ciottoli, pietre dure, vetro, terracotta, smalti, marmi), di forma più o meno regolare, usata sin dall'antichità per decorare pavimenti (soprattutto in epoca classica), pareti, soffitti (in periodo altomedievale è la tecnica più usata per l'ornamentazione delle pareti e dei soffitti delle chiese). La forma irregolare delle tessere e della superficie che caratterizza i mosaici antichi, accentua gli effetti luministici e cromatici della decorazione, grazie alla rifrazione sulla superficie scabra.
MOSTRA D'ARTE MARINARA
Le Mostre d'Arte Marinara furono promosse dalla Lega Navale Italiana. La Prima Mostra si tiene a Roma nel 1926 presso il Palazzo delle Esposizioni. I soggetti delle opere esposte illustrano episodi di vita marinara. Come specificato nel Regolamento della Prima Mostra Nazionale d'Arte Marinara: "(L'esposizione) ha lo scopo di stimolare l'interessamento dei nostri artisti per i soggetti di carattere marinaresco e di farne conoscere al pubblico le varie manifestazioni."
NAÏF
Con il termine Naïf (parola francese che corrisponde all'italiano ingenuo, primitivo) ci si riferisce ad un atteggiamento estetico-espressivo dell'artista nei confronti dell'opera. Caratteri di fondo dell'arte Naïf sono una certa estraneità alla storia, una creatività istintiva, non colta, una visione positiva della natura. L'arte Naïf non va confusa con l'arte popolare, né col folklore, o con l'arte infantile o manicomiale. Dal punto di vista della storia dell'arte, la pittura Naïf si può far cominciare con i quadri di H. Rousseau esposti al Salon des Indépendants del 1886. Questa nuova arte viene guardata con interesse da Kandiskij e dagli artisti del Blaue Reiter. Gli elementi che rimangono costanti nell'arte Naïf dei vari paesi (in Italia vanno ricordati O. Metelli, A. Ligabue, Rosina Viva, B. Passotti, Covili), sono il gusto per la narrazione animata, la semplificazione dei tratti decorativi, un certo surrealismo misticheggiante e onirico, il cromatismo vivace e irreale.
NATURALISMO
Movimento artistico nato intorno al 1870 in Francia in continuità col Realismo. Di questo sviluppa l'allontanamento dall'idealismo classico e romantico a favore di un allargamento del campo di interesse artistico anche ai soggetti meno aulici ed edificanti, affermando in ciò il valore di tutta la realtà oggettiva, senza discriminazioni di carattere sociale. A questo si aggiunge l'attenzione alle contemporanee ricerche delle scienze naturali, che in quel periodo hanno uno sviluppo straordinario, in relazione con gli ideali del positivismo. Dalla Francia il movimento si estende alla Germania, affermandosi nell'opera di artisti come A. Von Menzel e H. Thoma, e dei paesisti delle scuole di Worpswede e di Dachau; al Belgio, con gli artisti C. Meunier e Ch. de Groux; all'Italia, soprattutto grazie agli stretti contatti con la Francia stabiliti dai fratelli Palizzi e da S. De Tivoli, influendo sulla formazione dei macchiaioli.
NOVECENTO
Movimento artistico che investe sia le arti figurative che la letteratura e la musica, negli anni '20 e '30 del nostro secolo. Si inserisce nel generale clima del "ritorno all'ordine", ispirandosi alle forme pure e nette dei Primitivi già esaltati dalla forma-volume di Valori Plastici. I soggetti preferiti erano la natura morta, il paesaggio, il ritratto, e scene di vita quotidiana fissate in una dimensione immobile e atemporale. Nel campo della pittura i suoi inizi vanno fatti risalire alla mostra del 1922 alla Galleria Pesaro di Milano, dove espongono artisti quali A. Funi, E. Malerba, P. Marussig, U. Oppi e M. Sironi. Il movimento ha la consacrazione ufficiale alla Biennale di Venezia del 1924, e si afferma decisamente con la Prima e Seconda Mostra del Novecento Italiano, svoltesi a Milano nel 1926 e 1929. Il principale sostegno teorico veniva dato da M. Sarfatti, che cerca di definire l'intero movimento. Tuttavia questo rimane composito, riunendo artisti di varia tendenza, che infatti prendono posizioni differenti rispetto ai valori epico-popolari imposti dal regime fascista negli anni Trenta.
OPTICAL ART
Movimento artistico contemporaneo emerso alla fine degli anni Cinquanta in clima postinformale. Il termine, entrato nel lessico artistico a seguito della mostra The Responsive Eve, che raccoglie a New York (1965) gli artisti europei impegnati nella ricerca visuale, si riferisce a un vasto arco di ricerche sperimentali sui processi percettivi basate sui fondamenti della Gestalt Psychologie (psicologia della forma). Quale derivazione del processo di astrazione geometrica, l'Optical Art offre suggestioni visuali del movimento (talora impresso da un apposito meccanismo) attraverso la matematica organizzazione di forme geometriche e combinazioni di colori puri in modo da agire sulla sensibilità psicofisica percettiva dello spettatore, che viene coinvolto così in un'attiva partecipazione.
POP ART
Espressione introdotta dagli studiosi L. Flieder e R. Banham e adottata nel 1961 dal critico inglese L. Alloway, per indicare un movimento artistico di avanguardia nato parallelamente in Inghilterra e negli Stati Uniti intorno al 1955, come reazione alla pittura degli espressionisti astratti. Gli artisti della Pop Art attingono forme e linguaggio dal vastissimo repertorio dei mass-media; essi si servono di immagini e di oggetti già esistenti che manipolati e prelevati in vario modo si caricano di una nuova espressività. Scopo del movimento é quello di sottrarre l'operazione artistica al suo carattere di esperienza unica e soggettiva, per riaccostare invece l'arte alla realtà quotidiana.
PRERAFFAELLISMO
Gruppo di pittori inglesi riunitisi in una Confraternita a Londra nel 1848. Vi aderiscono W. Holman Hunt, J. Everett Millais e il poeta e pittore D. Gabriel Rossetti, mentre F. Madox Brown sostiene il movimento senza però prendervi parte. I Preraffaelliti intendono opporsi alla cultura accademica, agli effetti negativi dell'industrializzazione e al convenzionalismo vittoriano, per ritornare invece ad un'arte pura, vicina alla natura e ad un'espressività genuina, "spontanea". Questi valori vengono individuati nella pittura precedente Raffaello, di cui si vuole riprendere non tanto lo stile quanto la presunta diretta rappresentazione della natura. La pittura preraffaellita si nutre dello spirito della poesia romantica, infondendo ai suoi quadri un afflato poetico che li distacca nettamente dai modelli antichi a cui si ispirano. I soggetti delle opere sono improntati ad un intimismo borghese, a temi populisti o letterari. I Preraffaelliti subiscono l'influsso della poetica del preromantico W. Blake. Al movimento (che viene criticato dal pubblico ma sostenuto da Ruskin), aderiscono E. Burne-Jones e W. Morris, importante per la successiva elaborazione dell'art nouveau.
PUNTASECCA
Tecnica di incisione su lastra di rame. Si utilizza uno strumento con una robusto ago d'acciaio o una punta di diamante (detto puntasecca) per tracciare, quasi verticalmente rispetto alla lastra, il disegno. Si possono ottenere solchi sottili, superficiali o profondi a seconda della pressione esercitata, ed anche sbavature o barbe che aumentano gli effetti pittorici dell'incisione. La puntasecca risulta più duttile del bulino (che fa solchi più larghi e netti) ma non altrettanto capace di sfumature come l'acquaforte. Si ottengono poche tirature da una lastra di rame incisa a puntasecca, perché le fragili barbe vengono presto schiacciate dalla pressa. Se l'acciaiatura della lastra avviene per elettrolisi si possono avere tirature più numerose. Originariamente la puntasecca veniva adoperata per integrare le incisioni a bulino; spesso è stata abbinata all'acquaforte.
PURISMO FRANCESE
Movimento francese chiamato Purismo (da non confondere con il Purismo italiano di Bianchini, Minardi, Tenerani, della prima metà dell'800) prende avvio nel 1916 con gli scritti del pittore Amédée Ozenfant sulla rivista L'Elan da lui fondata. Ozenfant approfondisce poi le sue teorie insieme con il pittore P. Dermée e il pittore e architetto C. E. Jeanneret (Le Corbusier). Il manifesto del Purismo da essi redatto, Dopo il cubismo, viene pubblicato nel 1918 sulla rivista Esprit Nouveau. Il punto di partenza del Purismo viene riconosciuto nelle conquiste del Cubismo, che ha permesso di liberare il linguaggio artistico da ogni forma superflua. Da queste premesse bisogna poi procedere recuperando le ricerche di Ingres, P. Cézanne, G. Seurat e H. Matisse. Nelle loro Nature morte, Ozenfant e Jeanneret vogliono affermare il valore intrinseco della realtà dell'oggetto e l'armonia dello spazio.
QUADRIENNALE
La Quadriennale viene istituita con Decreto del dicembre 1928 e giunge nel 1937 alla trasformazione della mostra romana in ente autonomo, con il corollario obbligatorio dello statuto. L'impostazione generale della Quadriennale si deve al lavoro di Cipriano Efisio Oppo, segretario generale durante le prime quattro edizioni della mostra romana, che sa tradurre in termini amministrativi un insieme di aspettative ed esigenze degli artisti italiani e nello stesso tempo un gran numero di intellettuali e di uomini politici. Un ruolo determinante viene occupato da una concezione centralista dell'intervento statale nel campo dell'arte contemporanea che il regime fascista potenzia, dopo averla ricevuta dai precedenti governi. La Seconda Quadriennale, tenuta nel 1935, viene vista come la più riuscita manifestazione artistica degli anni Trenta.
REALISMO MAGICO
La definizione di Realismo magico applicata all'arte, viene utilizzata per la prima volta dal critico tedesco Franz Roh nel 1925 in riferimento agli aspetti meno espressivi della Neue Sachlickeit (Nuova Oggettività). Il termine passa ad indicare il minimo comune denominatore di una serie di correnti artistiche europee di primo novecento, come il Purismo, il Neoespressionismo, la Nuova Oggettività. In Italia viene usato per la prima volta da Massimo Bontempelli per esprimere una sorta di neoclassicismo, un'arte che sappia "indicare il surreale nel reale", capace cioè, di trarre dalla realtà quotidiana i lati irreali e fantastici, grazie alle facoltà dell'intelletto e dell'ironia. Caratteristica del Realismo magico è la rappresentazione di interni domestici o di scene di vita quotidiana colti in una dimensione di staticità irreale e di fissità espressiva. I principali rappresentanti del Realismo Magico in Italia sono Emanuele Cavalli, Antonio Donghi, Riccardo Francalancia, Ubaldo Oppi, Felice Casorati, Carlo Carrà.
SCUOLA DI MILANO
La definizione di Scuola di Milano viene utilizzata dal critico P. M. Bardi in un articolo apparso sulla Rassegna dell'istruzione artistica del 1931 in cui viene recensita la I Quadriennale romana svoltasi in quello stesso anno. A Milano Bardi riconosce un'importante funzione polemica, in contrapposizione alla più accademica Roma. Milano invece viene considerata una "libera, accogliente, confortante palestra" pronta ad accogliere artisti provenienti da ogni parte d'Italia. I più importanti esponenti di questa scuola vengono indicati nei pittori Mario Sironi, Carlo Carrà, Achille Funi, Arturo Tosi e nello scultore Adolfo Wild.
SCUOLA ROMANA
Con Scuola romana (detta inizialmente Scuola di via Cavour) si definisce un movimento artistico sorto intorno al gruppo di pittori che espone nel 1928 alla Galleria Doria di Roma. I partecipanti a quella mostra sono Scipione, M. Mafai (che vanno considerati i promotori della Scuola), A. Raphael, G. Ceracchini, G. Capogrossi. Malgrado le premesse novecentiste, gli artisti della Scuola Romana sono accomunati da una ricerca di carattere espressionista, da una pittura dominata da un "tonalismo" caldo, e da un recupero della pittura barocca vista nei suoi aspetti di più coinvolgente drammaticità. Di particolare rilievo è anche l'esperienza parigina e la cultura orientale della Raphael. La ricerca tonale viene proseguita, in chiave più intimista, da G. Capogrossi, A. Ziveri, E. Cavalli, G. Omiccioli e soprattutto G. Stradone. Alla Scuola Romana si affiancano anche scultori (M. Mazzacurati) e alcuni letterati e critici (L. De Libero, G. Ungaretti, B. Barilli, R. Longhi).
SECESSIONE
Con il termine Secessione si indica una serie di movimenti artistici sorti in vari paesi europei tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo in opposizione all'arte ufficiale delle accademie e all'eclettismo ottocentesco. I paesi in cui la Secessione acquisisce un carattere più definito sono l'Austria e la Germania. Alle mostre della Secessione che si tengono in quegli anni a Monaco (1892), Vienna (1897) e Berlino (1898) emerge la complessità del movimento, che coinvolgeva la pittura, la scultura, l'architettura, l'illustrazione e le arti decorative. I motivi stilistici e iconografici di fondo della Secessione, linearismo, stilizzazione di motivi vegetali, essenzialità del disegno, vengono associati a quelli dell'Art nouveau, sorta parallelamente in Francia e in Belgio.
SECESSIONE ROMANA
Il clima in cui nasce e si sviluppa la secessione degli artisti romani è quello dell'insofferenza nei confronti del gruppo di artisti, critici, personalità emergenti della cultura e del mondo politico, che esercitano un'egemonia indiscussa nell'ambito delle arti figurative. L'Associazione nasce nel gennaio 1912, quando sono ancora vivi gli echi delle polemiche suscitate dall'Esposizione Internazionale di Roma, all'interno dei festeggiamenti per il Cinquantenario dell'Unità. In quella circostanza la Società degli Amatori e Cultori, presente nei diversi Comitati delle Celebrazioni, ha non soltanto orientato gli acquisti pubblici, ma monopolizzato le scelte espositive, incorrendo in clamorose esclusioni e in superflue presenze. La secessione avviene di fatto nei confronti della Società degli Amatori e Cultori, da cui si staccano in un primo momento circa trenta artisti, con la motivazione che la Società non è in grado di coagulare intorno alla città di Roma le presenze internazionali necessarie per produrre un autentico rinnovamento delle arti. Insieme con gli artisti - tra cui troviamo Balla, Prini, Noci, Innocenti, Cataldi, D'Antino - organizzano la secessione due personalità di grande rilievo nel panorama culturale romano: il conte Enrico di San Martino che è stato Presidente degli Amatori e Cultori fino al 1910 e Tommaso Bencivenga, che ne è stato più volte segretario. Costoro garantiscono sia il rapporto con le Istituzioni, sia l'adesione dei più importanti artisti italiani e stranieri alle mostre della secessione, che si terranno al Palazzo delle Esposizioni dal 1913 al 1916. La partecipazione internazionale alle singole edizioni è molto incoraggiante per gli organizzatori e assolutamente inedita per il pubblico. Si vedono Rodin, Bourdelle, Cézanne e gli impressionisti francesi, Munch e gli espressionisti tedeschi, Matisse, Klimt e i Secessionisti austriaci. Tra gli italiani, Viani, Casorati, Cambellotti, Grassi, Cataldi, Morandi, Noci, Innocenti, Melli, Oppo, Ferrazzi, Carena, Spadini, Primo Conti, Selva.
IL SELVAGGIO
Il Selvaggio nasce come rivista politica, fondata nel 1924 a Colle Val d'Elsa. Dopo qualche anno, nel 1927, viene trasferita a Firenze dove, sotto la direzione di Mino Maccari, è trasformata in rivista di letteratura e d'arte. Anche sotto questa nuova veste mantiene lo spirito originario, caratterizzato dalla volontà di rivalutare le radici popolari della cultura italiana. Il Selvaggio è infatti, insieme a L'Italiano di Leo Longanesi, il periodico che maggiormente diffonde e sostiene il movimento letterario chiamato Strapaese. Questo, affermatosi tra 1926 e 1932, si affianca alla politica fascista, sostenendo il valore della continuità delle tradizioni paesane e contadine della cultura italiana, in opposizione alla rivista Novecento di Massimo Bontempelli e a certi atteggiamenti cosmopoliti. Il Selvaggio tuttavia si impone più sotto l'aspetto grafico, per la graffiante satira politica di Maccari e Longanesi. Tra i letterati che collaborano alla rivista vanno segnalati G. Papini, A. Benedetti e R. Bilenchi.
SIMBOLISMO
Corrente artistica sorta in Francia intorno al 1885. Lo spunto di partenza è la reazione al naturalismo e all'impressionismo, a sostegno invece di una visione spirituale e sensoriale della realtà. Il primo manifesto del Simbolismo viene pubblicato su Le Figaro da G. Moréas nel 1886: l'arte deve esprimere la fusione tra percezione sensoriale e spirito. Lo stretto legame con la letteratura decadente è attestato dalla presenza dei nomi di alcuni artisti (Moreau, Bresdin e Redon), nel romanzo-emblema del decadentismo, Au reboirs di Huysmans. A quest'ambiente appartengono G. Moreau, F. Rops, F. Khnopff, M. J. Whistler. Ma il primo vero esponente del Simbolismo è O. Redon, nella cui opera la realtà si mescola al sogno, il visibile all'invisibile. Tra 1880 e 1890 il Simbolismo si va maggiormente definendo sia a livello teorico (la rivista Le Mercure de France è il portavoce del Simbolismo), sia pittorico. Con Gauguin il Simbolismo assume un carattere più marcato, espresso in una visione sintetica, "ideista" e decorativa, ottenuta attraverso i colori puri à plat (a zone circoscritte). La mostra che Gauguin e i pittori a lui vicini tengono al Caffè Volpini a Parigi nel 1889, segna il momento più rappresentativo del Simbolismo.
SINDACATO FASCISTA DEGLI ARTISTI
La Prima Mostra del Sindacato Laziale Fascista degli Artisti si svolge nel 1929. Le mostre sindacali sono promosse da Cipriano Efrisio Oppo, allora Segretario Nazionale del Sindacato Fascista degli Artisti. La realizzazioni delle esposizioni è preceduta da una legge di carattere accentratore (legge n.1162 del 24-6-1929, dal titolo Riconoscimento al Sindacato Nazionale degli Artisti di attribuzioni in materia di disciplina di esposizioni e mostre d'arte), la quale di fatto sopprime le preesistenti società nelle quali erano fino a quel momento accorpati gli artisti.
SINTETISMO
Con Sintetismo ci si riferisce all'orientamento assunto dai pittori della scuola di Pont-Aven, riuniti intorno alla personalità di P. Gauguin (E. Bernard, M. Denis, C. Laval, H. de Chamaillard) che, in opposizione all'impressionismo, affermano la necessità di superarne il carattere aleatorio della visione e di ridurre questa ad una sintesi in cui siano compresi tutti gli aspetti della rappresentazione: dalla costruzione prospettica, alla definizione lineare, alla campitura cromatica. Una nuova superficie bidimensionale, realizzata attraverso nette campiture di colore come negli smalti cloisonné, esprime una nuova visione della realtà, profondamente influenzata dalle concezioni simboliste pronunciate da Gauguin.
SOCIETA' AMATORI E CULTORI
La Società nasce nel 1829 per opera di affermati artisti quali Bertel Thorvaldsen, Pietro Tenerani e Horace Vernet, ma emerge particolarmente dopo l'Unità, così a Roma, come in altre città italiane. Incoraggia un tipo di produzione ancora accademica e sostanzialmente chiusa alle novità che pure interessano il mondo della cultura figurativa italiana del XIX secolo e annovera continuativamente tra i Presidenti e i Segretari membri dell'aristocrazia e della cultura ufficiale romana. Dal 1884 la Sede dell'Associazione, e delle mostre, si trasferisce da Piazza del Popolo al Palazzo delle Esposizioni. Nelle edizioni degli Amatori e Cultori successive al 1895 -anno in cui alla I Biennale di Venezia vengono presentati artisti contemporanei stranieri di grande rilievo- si affacciano, accanto a quelli consueti, interessi nuovi che essenzialmente si evidenziano nell'approfondimento di temi sociali e di tecniche innovatrici. In occasione dell'edizione del 1908 il critico Vittorio Pica, recensendo la mostra su Emporium, commenta: "Trasformarsi completamente in modo da corrispondere alle esigenze odierne dell'arte o scomparire". In realtà la trasformazione auspicata da Pica non avviene; gli artisti che compongono la Commissione di accettazione delle opere e i consiglieri cultori rimangono per anni gli stessi: Balla, Cambellotti, Coromaldi, Costantini, Eroli, Guastalla, Innocenti, Sartorio, privilegiando aspetti diversi, ma mai radicalmente innovatori, delle arti figurative. L'esempio più clamoroso è costituito dallo stesso Balla, che mentre aderisce al movimento futurista, alle Esposizioni degli Amatori e Cultori continua a presentare opere più facilmente accettabili dal vasto pubblico e dalla critica. Il consenso alla linea culturale delle Esposizioni è confermato dai finanziamenti pubblici e dagli acquisti, che sia lo Stato sia il Comune di Roma effettuano regolarmente; acquisti che confluiscono nelle collezioni della Galleria Nazionale e della Galleria Comunale. La Società rimane attiva fino al 1930.
STILI POMPEIANI
Con Stili pompeiani si indicano le varie fasi della pittura parietale romana, esemplificate nelle case di Pompei del periodo tra la fine del II secolo a.C. al fatidico 79 d.C. Tale classificazione cronologica e tipologica è stata compiuta dallo studioso tedesco A. Mau sulla base della trattazione di Vitruvio sulla pittura, contenuta nel suo VII libro del De Architectura. Il primo stile pompeiano è detto a finte incrostazioni, poiché imita un rivestimento della parete a lastre marmoree su un alto zoccolo (Casa del Fauno); nel I secolo a.C. si afferma il secondo stile, che inserisce nella partizione geometrica della parete sfondi architettonici, paesaggi, megalografie con abile gioco illusionistico (Villa dei Misteri). Il terzo stile arriva fino alla metà del I sec. d.C. e si contraddistingue per il carattere ornamentale e policromo, dove quadri "riportati" vengono inseriti nella parete a tinta unita (casa di Lucrezio Frontone). Lo stile più esuberante, fino all'esasperazione, è il quarto, che si afferma in età neroniana: si distacca dagli altri per l'inserimento di architetture fantastiche e fortemente scenografiche (Casa dei Vettii, e a Roma, Domus Aurea).
SURREALISMO
Movimento artistico-culturale nato a Parigi nella seconda metà degli anni Venti; nel 1924 lo scrittore A. Breton, guida spirituale del movimento, legato alle concezioni psicoanalitiche di Freud, firma il Primo Manifesto Surrealista. L'importanza attribuita alla dimensione onirica dell'uomo comporta la necessità di liberare le forze dell'inconscio anche nello stato di veglia ed il rifiuto delle leggi della logica, per una libertà completa di espressione fondata su nuovi rapporti regolati dall'inconscio, dal fortuito, dall'automatico. L'arte viene intesa come veicolo di conoscenza irrazionale poiché sostituisce l'occulto e l'ermetico al palese e al lineare. Accanto a poeti (G. Apollinaire, P. Reverdy, A. Breton), pittori di diversa provenienza aderirono al S. (M.Ernst, Y.Tanguy, A.Masson, R. Magritte, S. Dalì, P. Delvaux, J. Mirò, V. Brauner), recando così personalissimi apporti al movimento che ha una vastissima diffusione fino alla vigilia della II guerra mondiale
TONALISMO
Il Tonalismo nell'arte del XX secolo rappresenta la componente fondamentale della ricerca pittorica di un gruppo di artisti i cui principali protagonisti sono E. Cavalli, G. Capogrossi, F. Pirandello, R. Melli, C. Cagli -per i quali la visione pittorica deve realizzarsi come "assoluta", svincolata dalla dipendenza al colore e alla luce naturali. Bisogna invece giungere al tono, cioè il valore assoluto del colore: "l'arte della pittura è rapporto di colore che suscita l'architettura del dipinto, la distribuzione dei suoi spazi, l'essenzialità tipica delle sue forme...". Questi concetti vengono elaborati prevalentemente da E. Cavalli a partire dal 1927, ed espressi nel Manifesto del Primordialismo plastico firmato da Cavalli, Capogrossi e Melli nel 1933. Le mostre più significative per l'affermazione di questo nuovo cromatismo antinaturalistico e sintetico si svolgono a Roma tra 1927 (Pensione Dinesen: Cavalli, Capogrossi e F. Di Cocco) e 1932 (Galleria di Roma: Cavalli, Cagli, Capogrossi e altri), giungendo alla piena espressione del tonalismo plastico della Scuola Romana.
TROMPE-L'OEIL
Con il termine francese Trompe-l'oeil, che si può tradurre in italiano con "inganno ottico", ci si riferisce ad un genere pittorico che vuole dare l'illusione di una realtà che non esiste. La struttura della composizione, la descrizione analitica ed il virtuosismo prospettico sono le basi su cui si costruisce tale inganno. Viene usato in vari periodi della storia dell'arte, ma prevalentemente durante il Barocco.
VALORI PLASTICI
Rivista mensile fondata e diretta a Roma (1918-21) da M. Broglio, che si avvale della collaborazione di artisti italiani e stranieri. Valori Plastici è espressione di un particolare periodo culturale italiano, volto da una parte verso aperture europeistiche, dall'altra all'affermazione di artisti italiani (C. Carrà, G. De Chirico, G. Morandi, Martini) fino a rivendicare, in campo morale ed estetico, il primato italiano nella tradizione Quattrocentesca.
XXV DELLA CAMPAGNA ROMANA
XXV della Campagna Romana è il nome di un gruppo di venticinque pittori attivi a Roma che, nel 1904, decidono di fondare una società finalizzata allo sviluppo della pittura dal vero. Il gruppo si rifà all'insegnamento del pittore Nino Costa, che è tra i primi in Italia ad indicare l'importanza della ripresa dal vero, a diretto contatto con la natura. Ogni domenica mattina alle otto i "XXV" si ritrovano alla stazione Flaminia o Termini di Roma per andare in qualche località della campagna nei pressi di Roma, a dipingere dal vero. Il luogo deve rispondere a due requisiti basilari: offrire un paesaggio interessante dal punto di vista pittorico, ed avere una buona osteria nei paraggi. I XXV della Campagna Romana riprendono l'abitudine diffusa tra i pastori laziali di darsi soprannomi di animali allusivi ai tratti somatici o al carattere di ciascuno. Ad esempio Lorenzo Cecconi è chiamato il "gallinaccio", tramutato poi in "pollo d'India" in seguito ad un viaggio nel paese asiatico; Camillo Innocenti viene soprannominato "il pechinese"; Enrico Coleman è "il birmano" a causa del suo temperamento mite e contemplativo.
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