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GOTICO INTERNAZIONALE Tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento si affermò in Europa un linguaggio artistico omogeneo, definito "gotico internazionale". Questa denominazione sottolinea, da un lato, la continuità con la tradizione artistica gotica, dall'altro mette in evidenza la molteplicità e l'internazionalità dei centri di elaborazione del nuovo stile. In effetti, nonostante il legame con il passato, il gotico internazionale ha caratteri di ricerca originale e costituisce, lungo tutto il Quattrocento, una vera e propria alternativa allo stile rinascimentale. 1 caratteri principali di questo linguaggio sono: il realismo minuto ed epidermico, che analizza tutti gli aspetti del reale e della natura e che convive con esasperazioni grottesche e atmosfere idealizzate; la predilezione aristocratica per una narrazione elegante e pacata; l'amore per il flusso; l'interesse per l'antico. I viaggi degli artisti e la circolazione delle opere, in particolare taccuini di disegni, manoscritti miniati e oggetti preziosi e raffinati, favorirono la diffusione di questo stile.
INDAGINE DELLA NATURA E ATMOSFERE DA FIABA II linguaggio artistico del gotico internazionale è ricco di contraddizioni che riflettono i contrasti di un'epoca difficile della storia europea, seguita da un periodo di pestilenze e carestie. Al profondo dissesto economico e sociale, si unì il declino delle istituzioni che avevano retto il mondo medievale, il papato, l'impero e i comuni. Contemporaneamente la classe nobiliare andò perdendo il proprio ruolo attivo all'interno della società, per rappresentare soltanto un modello di vita e dì comportamento. Non mancarono comunque segni di ripresa: il rafforzarsi della monarchia in Francia e in Inghilterra; l'ascesa economica della borghesia; il diffondersi di una nuova sensibilità religiosa, più intimista, che privilegiava un rapporto più diretto tra il fedele e Dio. Non è perciò casuale che l'arte abbia cercato di evocare atmosfere da fiaba, che potessero in qualche modo compensare il disagio della vita reale.
Un mondo perfetto, esemplare sui modelli dell'aristocrazia, viene riproposto nei cicli decorativi, spesso dedicati a temi profani e cavallereschi. All'interno delle stesse rappresentazioni, tuttavia, i particolari sono indagati con estrema minuzia e con un'adesione al vero che denota il diffondersi di un nuovo modo di guardare alla natura. Infatti in questo periodo si sviluppò nelle università uno spiccato interesse per le scienze naturali e per le enciclopedie di piante medicinali.
La passione per il romanzo che si diffuse tra le classi colte indusse a rappresentazioni anche monumentali di cicli di argomento profano. Al 1407 risale il Ciclo dei mesi nella torre dell'Aquila del Castello del Buonconsiglio a Trento. Qui il soggetto, assai diffuso nella miniatura, viene trasposto per la prima volta nella dimensione della grande parete, ma nei riquadri e negli schemi compositivi mantiene rimpaginazione delle pagine miniate. Straordinaria per la qualità pittorica è la decorazione della sala baronale del castello della Manta, presso Saluzzo.
Il ciclo, ritenuto perduto e riscoperto soltanto nel 1969, è rimasto allo stato di sinopia: non è da escludere che i lavori siano stati interrotti dallo stesso committente, che a un certo punto orientò i suoi gusti verso le novità provenienti dall'ambiente fiorentino. D'altro canto, attorno alla metà del secolo, l'interesse per le rappresentazioni cortesi e l'apprezzamento per lo stile "fiorito" sono ancora documentati da alcuni cicli decorativi lombardi: quello delle Storie della regina Teodolinda, affrescate dagli Zavattari in una cappella del duomo di Monza, e i dipinti murali della sala dei Giochi di palazzo Borromeo a Milano.
Nell'ambito del fiorire della cultura gotica internazionale, si diffusero, nell'Italia settentrionale e in particolare in Lombardia, taccuini o libri di modelli che sono veri e propri repertori di temi iconografici e di esempi stilistici. Nei fogli che li componevano veniva codificata un'ampia serie di immagini, generalmente desunte non dalla realtà ma da esemplari scolpiti o dipinti, che fornivano un repertorio di modelli comune agli appartenenti allo stesso atelier. La funzione di queste raccolte era pertanto, in primo luogo, didattica. L'esempio più noto è il taccuino dei disegni di Giovannino de' Grassi, conservato nella Biblioteca civica di Bergamo, composto da trentuno fogli eseguiti nella stessa bottega, anche se non tutti di mano del maestro. Contiene disegni e studi dal vero, alcuni eseguiti con tecniche grafiche, altri coloriti come vere e proprie pitture.
LA RAPPRESENTAZIONE DEGLI ANIMALI Tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento, il risveglio dell'interesse per le scienze naturali portò a una nuova attenzione per la rappresentazione della natura. Tutti gli aspetti del reale furono ritenuti degni di essere raffigurati e vennero analizzati minuziosamente. Gli animali, soprattutto, trovarono un nuovo spazio all'interno delle rappresentazioni, sia sacre, sia profane come i cicli decorativi delle dimore nobiliari dell'arco alpino. In alcuni casi queste rappresentazioni appaiono ancora molto convenzionali, legate a modelli codificati nei taccuini anche se alcuni di questi studi denotano un'accuratezza e una freschezza di esecuzione tale da suggerire che essi siano stati tratti direttamente dalla natura e non da modelli preesistenti. Quest'uso verrà ripreso da Pisanello, i cui studi dal vero rivelano uno spirito di indagine straordinariamente moderno. In altri casi, invece, documentano proprio un modo nuovo di guardare e descrivere la natura, basato sull'osservazione diretta.
AMORE PER IL LUSSO E GUSTO NARRATIVO
Il gusto estetico del gotico internazionale è improntato dall'amore per il lusso, per oggetti piccoli e preziosi, per decorazioni raffinate, per materiali costosi.
La preziosità delle vesti dei Magi, che rispecchiano la moda fiorentina del tempo, sembra essere in relazione con l'attività del committente, mentre la profusione di oro e altri pigmenti pregiati ne ostenta la ricchezza. L'interesse per la letteratura cortese portò al diffondersi di un gusto narrativo che dai soggetti di carattere profano si estese a quelli di argomento religioso.
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