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Pierre Bonnard
Pierre Bonnard nasce il 3 ottobre del 1867, a Fontenay-aux-Roses , nei dintorni di Parigi, da Eugène Bonnard, capo gabinetto al Ministero della guerra, e da Elizabeth Mertzdorff, alsaziana.
Lavora all'Ecole des Beaux-Arts e all'Académie Jullian, dove fa amicizia con Vuillard, Roussel, Maurice Denis, Sérusier, Ranson e Vallotton. Si forma così il gruppo dei «Nabis» (nome ebraico che significa «Profeti»), riunito intorno a Sérusier, reduce da Pont-Aven, dove ha ricevuto gli insegnamenti di Gauguin. Disegna anche progetti di mobili e decorazioni per paraventi.
1894, è un anno particolarmente importante per l'arte e la vita di Bonnard: Thadée Natanson gli affida l'affiche de « La Revue Blanche » e gli acquista alcuni dipinti. Bonnard frequenta il gruppo di letterati della rivista, fra i quali Octave Mirbeau, Henri de Régnier, Jules Renard, Tristan Bernard, Felix Fénéon. Ma, soprattutto , è l'anno dell'incontro con Marthe, che da allora divide la sua vita e diventa la sua unica ispiratrice, sempre ritratta con immutato entusiasmo 1896, prima mostra personale di Bonnard, da Durand-Ruel. Lavora anche per il « Théatre des pantins », fondato da Franck Nohain, Claude Terrasse e Alfred Jarry. Espone con il gruppo « La libre Esthétique» con Vuillard e Lautrec a Bruxelles. Disegna con Sérusier le scenografie per «Ubu roi » di Jarry, andato in scena il 10 dicembre. 1897, illustra «Marie» di Nansen; i suoi disegni sono favorevolmente commentati dal vecchio Renoir.
La sua fama si sta intanto diffondendo per l'Europa. Espone in Svezia e in Norvegia.
In questi primi anni del secolo, Bonnard illustra numerose opere del tempo, come « Daphnis et Chloé » edito da Vollard, le «Histoires naturelles » di Renard> « 628-E8 » di Mirbeau. 1903, partecipa alla Secessione di Vienna. 1908, partecipa alla Secessione di Monaco. 1910, si reca nel meridione della Francia. 1926, si reca negli Stati Uniti e in Europa.
1945, a guerra finita, compie un breve viaggio a Parigi per esporre guazzi, pastelli, acquerelli e disegni, e dipinge un San Francesco di Sales per la chiesa di Assy. 1946, Bernheim-Jeune organizza una retrospettiva di trentaquattro capolavori di Bonnard. 1947, il 23 gennaio, Bonnard muore al Cannet. L'ultimo quadro, non del tutto finito, è L'Amandier en fleurs. La realtà e il suo sogno in un'unica entità poetica, in una sola complessa e semplice immagine "Gli occhi di Bonnard, sottili obliqui, miopi dietro le lenti montate in metallo: intenti e pazienti, tra stupore e ironia, eccoli bruciati dall'intensità di fissare e indagare, per tutta una vita, instancabili, la luce e le forme del vero, negli autoritratti degli ultimi anno: Ma Bonnard non è un <occhio>, come Monet; il suo realismo non è la continuazione del naturalismo degli impressionisti, la sua visione non genera l'immagine serenamente oggettiva che era propria di quei Maestri per i quali l'identità di <individuo-ambiente-natura> era un dato di fatto, una condizione di cultura e di vita, il punto di partenza e di arrivo.
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