Max Beckmann
(1884-1950)
1884, nasce a Leipzig, Max Beckmann.
Il padre, commerciante, muore quando Beckmann aveva soltanto dieci anni.
A quindici anni, Beckmann decide di diventare pittore.
1900, è ammesso alla Grossherzogliche Sächsische Kunstschule di Weimar.
1903, termina gli studi e si reca in viaggio a Parigi, città che rappresenterà il massimo per la sua realizzazione artistica.
1906, sposa Minna, da cui ha un bambino, Peter.
Si sposta a Berlino e partecipa alle mostre "Berlino Secession", con i maggiori esponenti della pittura tedesca moderna come, Lovis Corinth, Liebermann e Slevogt.
1910, diviene membro del consiglio esecutivo di "Secession", dal quale si dimette l’anno seguente per dedicarsi esclusivamente alla pittura.
Durante gli anni della I guerra mondiale, il lavoro di Beckmann si evolve nelle grandi composizioni degli oggetti religiosi e mitici nella tradizione d’Eugène Delacroix, Peter Paul Rubens e Rembrandt van Rijn.
A causa della guerra interrompe il suo lavoro, per un anno.
1920, Beckmann diventa uno dei primi pittori moderni della Germania.
1925, Beckmann riceve l’incarico per insegnare al Kunstgewerbeschule dello Städelsches Kunstinstitut di Francoforte fino al 1933.
1925, divorzia da Minna e sposa Mathilde (Quappi) von Kaulbach, soggetto di molte sue pitture.
1926, prima mostra negli Stati Uniti, alla galleria J. B. Neumann New di New York.
1928, il direttore G. F. Hartlaub organizza, una mostra retrospettiva al Kunsthalle Mannheim.
Nello stesso anno, Beckmann riceve, uno dei più alti onori della nazione nelle arti e una medaglia d'oro dalla città di Düsseldorf per il riconoscimento dei suoi successi artistici.
1930, La Städtische Galerie di Städelsches Kunstinstitut allestisce una mostra permanente per l'arte di Beckmann.
Due anni più tardi la Nationalgalerie di Berlino, gli dedica una stanza esponendo dieci suoi quadri importanti.
1933, con l’avvento dei nazisti, l’arte moderna è considerata socialmente e moralmente corrotta.
Il lavoro di Beckmann, con quello di molti artisti tenuti fino allora in alta considerazione, improvvisamente diviene degenerato e i commercianti d’arte che lo avevano sostenuto, sono costretti ad abbandonarlo per timore delle persecuzioni naziste.
1937, le opere di Beckmann sono rimosse dai musei tedeschi, seicento dei suoi dipinti sono confiscati.
A luglio dello stesso anno, i nazisti riescono definitivamente ad estinguere l’avanguardia in Germania, costringendo Beckmann e la moglie a fuggire definitivamente ad Amsterdam, dove soggiorna per parecchi anni.
Immigrato negli Stati Uniti, Beckmann, vi muore a dicembre del 1950.
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