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Jasper Johns Nasce nel 1930 ad Augusta, Georgia.
Sin da giovanissimo sogna di diventare artista. Per questo e per fuggire alla difficile situazione familiare, nel 1952 si trasferisce a New York. Qui decide di iscriversi a un corso d'arte. Lavora come fattorino.
Inizia a lavorare in una libreria. Verso la metà degli anni Cinquanta Jasper Johns si impose nella scena artistica americana instaurando un nuovo rapporto tra immagine reale e immagine dipinta. La sua attenzione era rivolta alla realtà del quotidiano, del comune e del banale, in Tre bandiere, tripla rappresentazione della bandiera statunitense realizzata nel 1958 con la tecnica dell'encausto attuò infatti una rappresentazione piatta e tautologica del soggetto, al limite del figurativo. Nell'inverno del 1954 Jasper Johns incontra per la prima volta Robert Rauschenberg. È l'inizio di un'importante sodalizio artistico. Si trasferisce in un loft affacciato su Pearl Street. Alterna l'attività in libreria con quella di vetrinista per Bonwit Teller e Tiffany. Nel 1955 realizza Flag, primo dei quadri piatti a collage ed encausto su tela. Rauschenberg occupa il piano superiore dello stesso edificio.
Nel 1958 la personale alla Leo Castelli Gallery riscuote grandi consensi. Il Museum of Modern Art acquista varie opere. Partecipa anche alla Biennale di Venezia. Nel 1959 il suo dipinto Grey Numbers vince il Premio Carnegie alla Biennale di Pittsburgh. Espone alla Galerie Rive Droite di Parigi e alla Galleria del Naviglio di Milano.
È presente anche alla collettiva "Sixteen Americans", realizzata dal Museum of Modern Art di New York. Nel 1961 introduce nei suoi lavori il motivo della Mappa. Prende parte alla mostra "Le Nouveau Réalisme à Paris et à New York", organizzata dalla Galerie Rive Droite di Parigi.
Collabora con scenografie e costumi all'attività di Merce Cunningham. Nel 1962 espone con Leslie, Rauschenberg e Stankiewicz al Moderna Museet di Stoccolma e alla Kunsthalle di Berna. L'anno dopo partecipa a una collettiva al Solomon R. Guggenheim Museum di New York. Nel 1964 espone al Jewish Museum di New York e alla Whitechapel Art Gallery di Londra. Partecipa alla Biennale di Venezia e alla Dokumenta di Kassel.
Jasper Johns è una delle figure di maggior spicco dell'arte americana e di tutta l'arte internazionale del dopoguerra.
Le sue opere iniziali si basano su poche figure fondamentali: bandiere, lettere, numeri, bersagli. Elementi banali, che trovano una precisa rispondenza nella vita di tutti i giorni e inducono a riflettere sul rapporto tra arte e realtà. Precedendo le ricerche concettuali, Johns si interroga sul rapporto tra oggetto e immagine, quadro e superficie. Accetta l'equivalenza tra oggetto e immagine, ma, a differenza di Rauschenberg, non distrugge l'idea di quadro e resta ancorato alla pittura.
Nelle sue opere, gli oggetti non hanno un valore a sé stante; mescolati ai colori, stesi con pennellate imperfette ma ben amalgamate, servono ad arricchire la pittura, a realizzare un "quadro".
Intorno agli anni '60, passa dalla raffigurazione al prelievo di oggetti d'uso comune o personale (pennelli, barattoli di colori, telai) e la sua pittura conosce i toni freddi e spogli del grigio (Fool's House, 1962). Contemporaneamente inizia a interessarsi all'incisione.
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