Kirchner Ernest L

 

Kirchner Ernst Ludwig
Aschaffenburg, 1880 - Davos, 1938

Incisore, pittore, scultore tedesco.


Doris con cuello alto
1906

Mina de arcilla
c. 1906

Nudo di ragazza
con divano verde, 1908

Ragazze che si bagnano
1909

 

In gioventù mostrò particolare interesse per l'arte primitiva e africana, la pittura tedesca del Cinquecento, le stampe giapponesi, la scultura nera e polinesiana, e per autori moderni come Paul Gauguin e Vincent van Gogh, di cui lo colpirono l’immediatezza espressiva e l’uso simbolico e psicologico dei colori.

 

 

 

Dal 1901 al 1905 studiò architettura a Dresda, dove divenne amico di altri tre studenti di architettura, Erich Heckel, Karl Schmidt-Rottluff e Fritz Bleyl, con i quali nel 1905 fondò il gruppo Die Brücke (Il Ponte, tedesco), uno dei primi nuclei dell’espressionismo tedesco.
Scelsero questo nome perché intendevano gettare un ponte verso quegli elementi artistici allora in fermento che si contrapponevano all’arte dominante del tempo.
In questo periodo le opere di Kirchner, soprattutto paesaggi e ritratti, sono caratterizzate da semplificazioni formali, contorni marcati e colori accesi stesi in uno spazio non naturalistico: uno stile simile a quello dei Fauves, carico di vitalità istintiva. Solo dopo il 1911 si riscontrerà un irrigidirsi del contorno in acri deformazioni e verranno trattati temi sempre più di attualità.

 


Ragazza sotto
ombrellino giapponese 1909

Fränzi ante una
silla tallada 1910

Nudo a mezza figura con le braccia sollevate 1910

Artista Modella
1910

 

Kirchner visse a Dresda fino al 1911, poi si trasferì a Berlino, dove entrò in contatto con Blaue Reiter.

Successivamente si spostò a Monaco.


 

 

 

Sarà questo il periodo più caratteristico della sua produzione con scene di strada cabaret, ritratti dalla pennellata nervosa e sommaria e dalla caratterizzazione decisa e marcata; Il suo stile diviene sempre più drammatico, con deformazioni violente e ritmi convulsi.

In quest’evoluzione è rintracciabile il contatto con nuovi movimenti artistici, tra cui il cubismo e l'Art Nouveau.
Oltre ai paesaggi e ai ritratti dipinge immagini urbane, con ampie stesure di colori vigorosi che assumono valore autonomo, al pari delle forme e dei volumi, e che ricordano Gauguin e i selvaggi colpi di pennello di Van Gogh.
 


Il monociclista
1911

Desnudo sentado
con pierna doblada 1912

Due donne con Lavabo
1913

Paisaje con castaño
1913

 

In particolare, nelle immagini urbane le curve e le linee assumono forme irregolari, per sottolineare il contrasto tra la campagna e la grande città, la cui frenetica vitalità lo avvicinò ad interessi psicologici, a temi sessuali e alla polemica sociale.

 

 

 

Nel 1913 il gruppo Die Brücke si sciolse a causa delle forti polemiche e rivalità sorte al suo interno.

Con lo scoppio della prima guerra mondiale Kirchner si arruolò, ma nel 1915 fu colpito da un fortissimo esaurimento nervoso, i cui postumi lo avrebbero perseguitato per il resto della vita.

Al termine della guerra si trasferì a Davos, in Svizzera, dove continuò a soffrire di depressione malgrado il crescente successo delle sue esposizioni personali.

 


Capelli rossi 1914

Due nudi gialli c
on mazzo di fiori 1914

La cala, c. 1914

Escena callejera berlinesa, 1914-1925

 

In questi anni, a contatto con il solenne paesaggio alpino, il suo radicale espressionismo si ammorbidisce in uno stile che diventa sempre più astratto, non privo di allusioni simboliche.

 

 

 

Dopo la presa del potere dei nazisti in Germania, centinaia di sue opere furono sequestrate e rimosse dai musei; molte di queste furono dapprima mostrate nell’esposizione diffamatoria d’Entartete Kunst (Arte degenerata, tedesco) del 1937 e poi distrutte.


Questi avvenimenti, a cui si aggiunge anche un forte aggravarsi delle condizioni fisiche, provocarono in lui un forte shock.
Kirchner si suicidò il 15 giugno 1938 a Davos.

Ormai tutte le pareti grondano di Heckel e Kirchner», lamentava nel 1920 un critico d'arte di fronte all'inflazione di arte espressionista, assurta nella Germania del primo dopoguerra a simbolo culturale della Repubblica di Weimar.


Autoritratto come soldato 1915

Cocina alpina 1918

Donna nella notte 1919

Erich Heckel (1883-1970) ed Ernst Ludwig Kirchner, considerati esponenti principali di questo stile, avevano fondato nel 1905 a Dresda insieme ad altri spiriti affini, il gruppo artistico «Die Brúcke» (Il ponte ), il cui programma, promulgato l'anno successivo, si rivolgeva a una «nuova generazione di creatori e di fruitori d'arte», ai giovani detentori del futuro, a chiunque esprimesse «direttamente e senza mistificazioni ciò che lo spinge a creare.

 

 

 

Kirchner a tempo ormai riconosciuto come la personalità artistica più vigorosa della Brucke», è oggi ritenuto uno degli artisti più importanti della modernità e , non solo limitatamente alla Germania.
Si tratta tuttavia di un consenso ottenuto molto faticosamente.

La critica, in realtà, non ha mai avuto vita facile con la sua colossale produzione artistica, apparente opera di un ossesso. La strabiliante, chimerica capacità di trasformazione di Kirchner si è sempre sottratta a una comoda classificazione.

 


IL mezzogiorno
dei contadini 1920

Harem 1921

Gola nel bosco di Stafel

Junkerboden nevado

 

Il giovane Kirchner era di bell'aspetto, come testimoniano le fotografie. Gli amici dell'artista venticinquenne — la chioma scura, il viso nei tratti marcati, la sigaretta in mano o abbandonata all'angolo della bocca — lo riscrivono sicuro di sé, incurante, orgoglioso, passionale, arso da un incessante furore artistico.

 

 

 

Del carattere intransigente, e autodistruttivo, è una manifestazione incisiva l'Autoritratto del 1914.
Al contrario, il successivo Autoritratto con gatto avvolge la figura dell'artista nella misteriosa aura egittizzante di una divinità felina, le palpebre tagliate schematicamente, orbite profonde, le guance scure e il lungo mento squadrato.

Dopo gli anni orribili della guerra la fisicità di Kirchner si fa ancor più trasparente per l'enigma della psiche. Intense campiture di colore si sovrappongono dense l’una sull’altra. Strati reconditi paiono irrompere dal profondo verso la superficie. La figura umana diventa un palinsesto sul quale la scrittura del presente lascia intuire i segni ricoperti del passato.

 


Natura morta gialla

La coppa di legno

Cavallerizza, 1931-32

Gli inizi dell'espressionismo e, con essi, gli esordi artistici di Kirchner si svolsero in un'epoca ribollente di contraddizioni.
 

Non a torto Guglielmo II, re Prussia e Kaiser dell'impero tedesco, aveva fama fra gli artisti al di fuori della cerchia accademica conservatrice e cortigiana di avere il gusto kitsch e ridondante «di una cuoca o un garzone di fornaio».

 

 

Con dilettantesca saccenteria, l'imperatore condannava altezzosamente l'arte socialmente impegnata di una Kàthe Kollwitz (1867-1945) e l'impressionismo di un Max Liebermann (1847-1935) come «arte da fogna» e tuonava all'indirizzo dei giovani espressionisti. Per non parlare dell'arte d'avanguardia che arrivava dall'estero, che considerava un vero e proprio orrore. Un atteggiamento, questo, ispirato anche dall'invidia inconfessata per Parigi, capitale mondiale dell'arte.

In fin dei conti le svolte rivoluzionarie dell'arte moderna erano maturate tutte in Francia, dove agli impressionisti erano succeduti i postimpressionisti, i grandi solitari Cézanne (1839-1906), Van Gogh (1853-1890), Gauguin (1848-1903) e, fra i seguaci di quest'ultimo, i nabis con il loro modo grandioso di trattare la forma come qualcosa di legato alla superficie e la propensione a un audace decorativismo. Dai primi anni del Novecento furono poi i fauves a schiudere nuove prospettive. Fuori della Francia la modernità trovò un esponente di primaria importanza nel norvegese Edvard Munch (1863-1944), ma anche questo artista doveva moltissimo, anche se certamente non tutto, ai diversi anni di studio trascorsi a Parigi.

 

Home Su Kitaj Ron B

Copyright © Centro Arte 1999-2000