Il cambiamento tecnologico

 

Il cambiamento ecologico

Tra il 1870, termine del processo di formazione e stabilizzazione degli stati nazionali, e il 1914, inizio della prima guerra mondiale, in Europa cambia radicalmente Ia vita economica e sociale grazie ad una serie di scoperte scientifiche, applicazioni tecnologiche, mutamenti organizzativi nel campo dell’economia, ossia della produzione, dei commerci, della finanza e del lavoro.
Negli ultimi decenni dell’800 si ha una serie di perfeziona menti tecnici di diverse invenzioni e la costruzione di impianti per la produzione sempre più complessi e precisi.
L’elettricità veniva sempre più applicata e se nel 1837 vi era già il telegrafo, nel 1892 il telefono inventato da Meucci nel 1871 collegava già New York e Chicago; nel 1881 fu istallata la prima centrale elettrica e nel 1897 prese avvio l’impianto idroelettrico del Niagara. Tra il 1830 e il 1903 vi fu una serie di invenzioni che sfruttarono quelle della prima rivoluzione industriale in modo da trasformare radicalmente i sistemi di comunicazione, trasporti, produzione e lavoro, dal motore elettrico del 1831 a quello a scoppio, del 1854, a 4 tempi del 1876, a benzina del 1884, Diesel del 1892; dalla locomotiva elettrica del 1879 al dirigibile del 1900 e all’Aeromobile del 1903; dal telegrafo Morse del 1837 a quello senza fili di Marconi del 1897 sino alla fototelegrafia di Korn del 1904; dalla rotativa da stampa del 1847 alla macchina compositrice di caratteri del 1884; dalla macchina fotografica del 1839 al cinematografo del 1895; non vanno dimenticati il cemento armato del 1867, il calcestruzzo del 1907, Ia dinamite del 1867 e tutta una serie di importantissime altre scoperte scientifiche nel campo della fisica, della biologia, della chimica e delle medicine.
L’invenzione del motore a scoppio fa apparire ben presto automobili nelle strade al posto delle carrozze tirate da cavalli e aerei nei cieli, con la conseguente inaugurazione dell’era del petrolio come risorsa vitale per l’economia mondiale e Ia vita quotidiana; i progressi della chimica sono portentosi e portano a miriadi di mutamenti nella produzione agricola e industriale e nelle comunicazioni: vengono scoperti nuovi fertilizzanti artificiali che cambiano radicalmente l’agricoltura e gli esplosivi che permettono i primi trafori delle Alpi come quelle del Moncenisio del 1873 e i grandi canali di Suez nel 1869 e di Kiel nel 1895, seguiti poi da quello di Panama nel 1914. L’elettricità per l’illuminazione delle strade e delle abitazioni è già diffusa e nel 1870 compare un altro apparecchio destinato a cambiare la vita del mondo: il telefono ad opera di Meucci (Bell per gli americani), mentre nel 1901 Marconi dà inizio all’era delle comunicazioni via radio.
Un impulso grandioso ha la produzione dell’acciaio, grazie al miglioramento dei procedimenti di lavorazione del ferro e della fortissima richiesta di tale lega per l’industria pesante, in prima luogo la ferrovia che va vertiginosamente moltiplicando Ia sua rete di comunicazioni.
La Gran Bretagna detiene da tempo il primato della produzione dell’acciaio, ma va via via perdendo terreno a favore della Germania, così come l’Europa intera ne va perdendo a favore degli Stati Uniti che nei primi anni del ‘900 avranno ormai già sorpassato in tutto il vecchio mondo, dall’agricoltura all’industria, grazie soprattutto, oltre che a diverse e migliori condizioni di approvvigionamento delle materie prime e di disponibilità di forza lavoro, ad una diversa e più efficiente organizzazione del ciclo meccanizzato della produzione a tutti i livelli e in tutti i settari.
Nell’industria, se l’Inghilterra ebbe il vanto di intraprendere per prima grazie alle circostanze storico sociale di quel paese  la trasformazione industriale, fu negli Stati Uniti che l’evoluzione della tecnica, la disponibilità di nuove fonti di energia, l’aumento della produzione e dei consumi interni oltre che esterni, l’espansione della ferrovia, l’aumento demografico con un reddito pro-capite in espansione portarono ad un’attenzione particolare verso i problemi organizzativi della produzione industriale.
L’impresa moderna di grandi dimensioni e con unità multiple va prendendo il posto dell’impresa tradizionale ma non è solo una differenza di dimensione.
Nelle nuove imprese la dimensione, con il concorso delle nuove tecnologie e dello sviluppo delle comunicazioni e dei trasporti, rende possibile un coordinamento non più basato solo sui meccanismi di mercato. E’ un coordinamento gestionale di tutti i fattori produttivi che tiene conto di diversi parametri oltre alla immediata domanda del mercato con una attenzione alle possibilità di sviluppo, anche a lungo termine, alla maggiore produttività, alla possibilità di diminuzione dei costi per elevare complessivamente i profitti.
Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 con il diffondersi della grande impresa moderna si studiarono e precisarono le tecniche di gestione e organizzazione, attraverso pubblicazioni, corsi istituti nelle Università sin dal 1881, l’attività delle associazioni professionali.
In una di queste, l’Associazione Americana degli Ingegneri Meccanici, furono diffusi gli studi di Frederick Taylor diretti all’aumento di efficienza del sistema produttivo attraverso un "sistema di organizzazione basato sull’attribuzione di compiti prefissati e ben definiti" che prevede soprattutto la selezione scientifica della manodopera e lo sviluppo di conoscenze specifiche inerenti l‘impresa su basi scientifiche. Si tratta di una completa razionalizzazione della produzione tesa innanzitutto a suddividere e standardizzare i compiti e le responsabilità e ad identificare metodi migliori di compiere le operazioni, sino a vietare ogni tipo di sconfinamento: tutta l’attività intellettuale deve essere eliminata dall’officina e concentrata nell’ufficio programmazione, riservando ai capi-squadra e ai capi-reparto il lavoro di carattere strettamente esecutivo; il loro compito deve limitarsi a curare che le operazioni programmate e dirette dall’ufficio programmazione vengano sollecitamente poste in esecuzione nell’officina; suddividere il lavoro organizzativo in modo tale che ogni uomo, dall’aiuto sovrintendente in giù, abbia il minor numero possibile di funzioni da espletare.
La sistemazione scientifica dell’organizzazione del lavoro insieme con l’evoluzione tecnologica è uno dei fattori determinanti del diffondersi della produzione e del consumo di massa caratteristici dell’epoca contemporanea.
Il lavoratore svolge il suo compito con modalità fisse dalla cui corretta esecuzione dipende il rendimento della lavorazione. Nascono nuovi compiti e nuovi mestieri limitati ad operazioni brevi e precise. Si diffonde il lavoro in serie e a catena.
I  principi dell’organizzazione scientifica del lavoro vengono via via applicati oltre che nell’industria meccanica in molti altri tipi di produzione che prevedono un “flusso continua”, una lavorazione cioè con fasi conseguenti l’una all’altra senza interruzioni, e persino nel lavoro impiegatizio e in quel lo dei servizi.

 

Home Su Il liberismo economico

Copyright © Centro Arte 1999-2000