Eugène
Delacroix
Charenton-Saint-Maurice, 1798 - Parigi, 1863

Delacroix Eugene

Pittore e incisore francese

Dopo aver ricevuto una buona preparazione umanistica al liceo, fu allievo poco brillante di Guérin e della Scuola di belle arti. Inizialmente romantico e grande amico e ammiratore di Géricault, di Victor Hugo e di Dumas, si dedica in seguito alla costruzione di grandi opere di vitalità, di passione e di potenza drammatica, spesso ispirate ai grandi della letteratura come Dante, Shakespeare, Byron, Goethe. Il suo primo lavoro di grande impegno Dante e Virgilio (1822) stupì e lasciò ammirati i contemporanei. Seguirono altre tele dalla notevole forza espressiva per disegno, colore, luce: Il massacro di Chio, La morte di Sardanapalo, L'assassinio del vescovo di Liegi, Il ratto di Rebecca.

Di grande interesse anche le diciannove litografie che illustrano la traduzione del Faust. In diversi lavori echeggiano i ricordi di un viaggio in Marocco e in Spagna, mentre una specie di ossessione del mondo antico si manifesta con l'Ingresso dei crociati a Costantinopoli, la Giustizia di Traiano, la Medea, la Cleopatra, la Morte di Marco Aurelio. L'ultima fase della sua attività comprende le grandi composizioni murali di Palazzo Borbone e del Lussemburgo; del Salone della Pace dell'antico Hotel de la Ville, della cappella dei Santi Angeli, dove egli si rivela sempre attratto dalla maestà del mondo greco e romano, mentre si ispira ancora a Dante nei Campi Elisi della cupola del Lussemburgo.

Tra le sue quasi 2000 opere si trovano quasi tutti i generi: soggetti storici, nature morte, paesaggi, soggetti di genere. E tutte le tecniche: affresco, olio, pastello, acquerello. Uomo di vasta cultura, ebbe idee chiare ed originali sull'arte che manifestò in un ricco epistolario, in un diario e in articoli, qualcuno dei quali di grande interesse, come quelli su Michelangelo e su Raffaello. Fu accolto nell'Accademia soltanto nel 1857.

Delacroix fu definito "principe dei romantici" e al contempo "puro classico", proprio per la varietà di temi proposti e per l'intensità che sprigionano, e proprio per questa ambivalenza, spesso voluta, ispirò artisti di stile molto diverso. Comunque, è predominante il suo carattere romantico, che vuole l'esplosione di colore e di sentimento, che vuole colpire al cuore lo spettatore e farlo vivere con trasporto il movimento e la tragicità della scena. La sua pittura non risparmia niente a chi guarda: la sua pittura vuole scavare un solco. 

Critiche accademiche: per Delacroix conta la crudezza e la disumanità del gesto, in un forte e brutale realismo mettere a contrasto la bellezza della carne e delle ricchezze con il sangue dell'eccidio, far palpare allo spettatore la mollezza della corte e la brutalità dell'uccisione di donne e cavalli messi alla pari, far sentire il profumo degli incensi e l'odore del sangue.


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