CENTRO ARTE

Carla Accardi
Trapani 1924

1943, dopo la maturità classica consegue da privatista la maturità artistica. 
Frequenta poi i corsi all'Accademia di Belle Arti di Palermo e di Firenze, spinta dalla naturale inclinazione verso le arti visive.
1945, breve soggiorno romano insieme ad Antonio Sanfilippo.
1949, sposa Antonio Sanfilippo, si trasferisce a Roma dove trova un ambiente culturalmente stimolante e dove tuttora vive e lavora. Conosce negli studi di via Margutta Consagra e Turcato con i quali stabilisce rapporti di amicizia e di lavoro; frequenta il circolo dell'Art Club e lo studio di Consagra dove si incontra con Attardi, Dorazio, Guerrini , Maugeri, Perilli, Sanfilippo, Turcato.
1947, costituzione del gruppo Forma 1. Partecipa con il gruppo Forma a numerose collettive in Italia e all'estero.
1950, prima personale alla Galleria Numero di Firenze, seguita nel da quella alla Galleria Age d'Or di Roma presentata da Turcato.
Fino al 1952 l'opera di Carla Accardi si muove sulla linea della pittura costruttivo-concretista, per volgersi poi verso una ricerca fondata sulla poetica del segno che la porterà a partire dal 1954 a realizzare opere articolate essenzialmente su insiemi di segmenti pittorici bianchi su fondi neri. Questa scelta espressiva la mette in relazione con le ricerche dei maggiori artisti dell'Informale, come Wols, Mathieu e Tobey. Michel Tapi, critico e profeta dell'arte informale, segue il lavoro dell'Accardi invitandola, tra il 1954 e il 1959, alle mostre da lui curate in Italia e all'estero, presentandola in alcune personali in gallerie che diventeranno punti di riferimento della nuova avanguardia.
Negli stessi anni l'artista partecipa a numerose collettive, presentata da critici come Michel Seuphor, Palma Bucarelli, Giulio Carlo Argan, Lionello Venturi.
A partire dagli anni Sessanta recupera un linguaggio incentrato sul rapporto segno-colore, accentuando il valore cromatico in bicromie luminescenti.
1964 presente con una sala personale alla Biennale di Venezia, presentata da Carla Lonzi con la quale instaura un importante sodalizio che la porterà alla militanza femminista. La ricerca basata sul segno-colore trova un'ulteriore radicalizzazione nelle opere successive allorché la Accardi utilizzerà come supporto le superfici trasparenti in silicofoil, trasformando il supporto in diaframma trasparente, variabile a seconda della intensità della luce.
1976, espone alla Biennale di Venezia opere concepite come vere e proprie strutture "abitabili" e percorribili dallo spettatore.
1978, espone alla Biennale di Venezia e in numerose personali e collettive, partecipa a mostre retrospettive del gruppo Forma 1 e dell'avanguardia italiana degli anni Cinquanta.
Negli anni Ottanta l'artista avvia una nuova ricerca, nella quale tuttora impegnata; nelle sue opere l'utilizzo della tela grezza lascia emergere la visione di intrecci di larghi segni colorati, dove diverse stesure cromatiche si giustappongono creando campi energetici differenti.
Nell'ultimo decennio la sua attività espositiva si intensifica; partecipa alla Biennale di Venezia dell'88 e alle principali rassegne storiche dell'arte italiana del '900 in Italia e all'estero.
1996, viene nominata membro dell'Accademia di Brera.
1997, fa parte come consigliere, della Commissione per la Biennale di Venezia.

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