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CARAVAGGIO
Allievo a Milano di Simone Petranzano, risente in parte dell'influenza di pittori veneti come Lotto, Savoldo, Campi, che avevano mitigato il luminismo veneto con le forme ancora vive dell'arte lombarda. Recatosi a Roma, conosce momenti di miseria, lavorando con il Cavalier d'Arpino e con Prosperino delle Grottesche.
Grazie alla protezione del cardinale dal Monte gli vengono commissionati
dipinti sulla vita di San Matteo per la chiesa di San Luigi dei Francesi, la
chiamata di S. Matteo, il Martirio di S. Matteo, S. Matteo e l'angelo (in due
edizioni, dopo che la prima gli viene respinta dai committenti per eccessivo
realismo e che fu conservata a Berlino fino alla distruzione durante la guerra
del 1939-45).
A Roma lascia
altre sue opere di grande valore, il Riposo dalla fuga in Egitto, il
Canestro dell'Ambrosiana, la Maddalena, la Buona ventura, il
ritratto di Maffeo Barberini, la Cena in Emmaus di Brera, le
Madonne dei Pellegrini e dei Palafrenieri, il Davide della
Borghese, le splendide tele della Conversione di San Paolo e del
Martirio di San Pietro della chiesa romana di S. Maria del Popolo, la
superba Deposizione della Vaticana, la Morte della Vergine,
rifiutata dai committenti, ora apprezzata al Louvre. Il soggiorno a Napoli è breve, ma vi esegue i Sette atti di Misericordia
per l'omonimo Pio Monte, la Flagellazione di Cristo e il Davide
di Vienna. Quindi è a Malta, dove lavora al ritratto di Alof de Wignacourt e
all'Amorino dormiente della Galleria Pitti, da dove è costretto a recarsi
in Sicilia per aver offeso un Cavaliere. A Siracusa dipinge la
Sepoltura di S. Lucia, a Messina l'Adorazione dei pastori e la
Resurrezione di Lazzaro, a Palermo un'altra Adorazione dei pastori.
Caravaggio rappresenta uno dei cardini fondamentali della pittura italiana ed europea, la sua arte, profondamente classica, segna l'inizio della pittura successiva, sia per il naturalismo nella scelta dei soggetti, sia per il suo particolare luminismo, ottenuto da un gioco di luci che movimenta il dipinto, sintetizzando con pochi elementi tutta l'umanità della sua arte, alla quale si ispirarono poi non solo i caravaggeschi dichiarati, ma i più grandi esponenti della pittura europea successiva, da Vermeer a Rubens, da Rembrandt allo Spagnoletto.
La sua storia Figlio di Fermo, «maestro di case» poco meno che architetto al servizio del marchese del luogo, Michelangelo Merisi nasce in Caravaggio il 28 settembre del 1573; appena adolescente, che non ha undici anni, è già a Milano, nella bottega di Simone Peterzano, impegnato per quattro anni da un contratto di discepolato; ed è tutta qui, in Lombardia, la rapidissima formazione: quando ancora molto giovane si trasferisce a Roma "prima del '90", è già capace di dar vita ad opere impegnative, e tali da rivoluzionare la pittura del tempo.
Sul finire del secolo giunge la prima commissione importante, per la Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi, ed a questa succedono altre per molte delle maggiori chiese di Roma. All'apparenza un successo rapido e sicuro, anche se da più parti contrastato; e tuttavia a giudicare dalle vicende biografiche intese come cronaca di eventi quotidiani, precocità ed ingegno non riescono mai a disgiungersi da sregolatezza di vita e di abitudini: sempre in rotta con il bargello e con i birri, con i compagni di taverna e quelli di lavoro, randagio e rissoso, più volte chiamato in giudizio, e sempre pronto a dar di spada per ragioni di giuoco e di donne e non si tratta di leggenda: i documenti sono tutti lì a circostanziare. Del 1600 è la notizia
di una sua lite con il pittore Marco Tullio, composta poi per l'intervento
dell'architetto Onorio Longhi; nel 1601 ferisce un certo Flavio Canonico;
l'anno successivo è chiamato in giudizio,un processo famoso, tutto fissato
nelle carte d'archivio da Giovanni Baglione, che lo accusa d'aver divulgato uno
scritto diffamatorio (con lui sono citati il già ricordato Longhi, amico
inseparabile, il Gentileschi ed il Trisegni).
E in quell'occasione viene anche arrestato, ma è rilasciato subito per intervento dell'Ambasciatore di Francia. La deposizione dell'artista in quel processo resta un documento fondamentale per rendersi conto delle convinzioni estetiche e della sensibilità di questo singolarissimo personaggio.
Nuove denuncie si susseguono nel 1604, perché litiga con un servitore dell'osteria del Moro, poi perché prende a sassate le guardie, e di qui altro arresto; successivamente fermato di notte, ancora dalle guardie, perché mostri il permesso di andare armato, non sa trattenersi dall'insolentire con frasi ingiuriose, e va di nuovo in n prigione.
Rimesso in libertà non passa
qualche mese ed eccolo ritornare in carcere a causa di una certa Laura e di sua
figlia Isabella. Per un'altra donna, una tale Lena, che sta in piedi a Piazza
Navona, ed, è una donna di Michelangelo, si legge nel verbale, viene a lite con
Mariano Pasqualoni, sostituto del notaio Spada, e lo ferisce. Scappa
a Genova ma
rientra qualche settimana più tardi e rifà la pace col Pasqualoni. E però non
finisce qui la serie degli atti di intemperanza e di violenza di questo «cervello stravagantissimo», come lo definiva il Cardinal Del Monte: è
nuovamente denunciato perché, una sera, si abbandona ad una sassaiola contro le
finestre di Prudenzia Bona, che è stata sua affittacamere e gli ha
trattenuto certe masserizie quando è andato via senza pagare il fitto; ma
l'incidente più grave, quello che deciderà del suo destino, è del 29 maggio
1606. In un'ennesima lite insorta per futilissimi motivi, un «giudizio dato sopra un fallo» in un campo di gioco «alla racchetta» dalle
parti di Villa Medici, Caravaggio ammazza un tale Ranuccio Tomassoni da Terni, e
deve lasciare Roma di urgenza "sebbene anch'egli gravemente ferito"
nascondendosi prima nella campagna romana, tra Palestrina e Zagarolo, sotto la
protezione di Don Marzio Colonna, e .infine rifugiandosi a Napoli.
Tutte opere da dislocarsi a partire dal '90 e prima del '95. In aperta
opposizione ad ogni indugio culturalistico lo scandaglio amoroso della realtà
che ogni altro intento o emozione assorbe ed annulla e, di conseguenza, un
riconoscimento affatto nuovo per glielementi "minori" che partecipano alla
composizione, drappi, frutta, bocce e fiale di vetro, erbe e fiori, che valgono
di volta in volta a richiamare e a ristabilire, con assoluta fermezza, i termini
della maggiore concretezza terrena.
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