Sandro Botticelli
Sandro
Filipepi detto il Botticelli, nato a Firenze nel 1445.

Adorazione
dei Magi
1470-1475
tempera su legno,
Galleria degli Uffizi,
Firenze |

Compianto
su Cristo morto
1490-1492 tempera su tavola
Alte Pinakothek,
Monaco |

San
Sebastiano 1473
tempera su tavola
Staatliche Museen
Gemäldegalerie,
Berlino |
Fu uno dei maggiori
pittori del '400 fiorentino. Figlio di Mariano Filipepi, un «caligajo»
o conciatore di cuoio, prima di avviarsi alla pittura andò, a spese
del fratello maggiore, detto Botticello, «a leggere» in una scuola;
poi, secondo il Vasari, frequentò la bottega di fra Filippo Lippi.
Nel 1470 per il tribunale della Mercanzia dipinse una Fortezza, oggi
agli Uffizi di Firenze, che venne aggiunta alla serie delle Virtù di
Antonio Pollaiolo. In quest'opera, pur in un'indipendenza di linea,
vi sono reminiscenze del Lippi.
Nei successivi lavori, come nel S. Sebastiano del 1473 (Berlino), appare
l'influenza di Andrea del Verrocchio. Botticelli collaborò col Verrocchio
per le decorazioni della giostra organizzata da Giovanni de' Medici
in onore di Simonetta Vespucci e celebrata da Angelo Poliziano in un
suo poema, che forse ispirò Botticelli per la famosa Primavera (Uffizi).
Altri dipinti non esattamente databili come Pallide e il centauro e
la grandiosa Nascita di Venere (Uffizi) furono ispirati dalla letteratura
e dalla filosofia intellettualisticamente paganeggianti del circolo
dei Medici. Ritratti dei Medici e dei loro amici appaiono nell'Adorazione
dei magi, 1476 (Uffizi), dipinta per la cappella Lami di S. Maria Novella
a Firenze.

Madonna
del melograno 1478
tempera su legno
Galleria degli Uffizi, Firenze |

Incoronazione
della Vergine
(Pala di San Marco)
1490 tempera su legno
Galleria degli Uffizi, Firenze |

Madonna
del giardino delle rose
1469-1470, tempera su legno
Galleria degli Uffizi, Firenze |

Madonna
con Bambino 1483
tempera su pannello
Museo Poldi Pezzoli, Milano |
Nel 1480 Botticelli,
sempre a Firenze, affrescò in Ognissanti S. Agostino e l'anno successivo
si recò a Roma, dove con altri artisti, fra i quali il Ghirlandaio,
il Perugino e il Signorelli, eseguì Gli ultimi giorni di Mosè nella
Cappella Sistina, che era stata da poco eretta.
Ritornato a Firenze, protetto e stimato dai Medici, continuò a lavorare
intensamente e dipinse via via tra l'altro le Madonne del Magnificat
e di San Barnaba.
I due affreschi Lorenzo Albizzi e il consesso delle arti liberali e
Giovanni Tornabuoni riceve Venere e le Grazie, già in una villa fiesolana,
scoperti nel 1873 e nel 1882 e acquistati dal governo francese per il
Louvre, furono presumibilmente eseguiti nel 1486 per il matrimonio di
Lorenzo e Giovanna Tornabuoni.
Nel 1487 su commissione
del comune di Firenze Botticelli dipinse la Vergine della melagrana
(Uffizi) e due anni più tardi una Incoronazione della Vergine (Uffizi).
Dal 1490 preparò dei mirabili disegni per illustrare la Divina Commedia,
ricchi di espressività lirica. Fra i maggiori lavori dopo tale anno
vi sono L'ultima comunione di S. Girolamo e il Miracolo di S. Zenobio
(New York, Metropolitan Museum) e la Calunnia d'Apelle (Uffizi). Nel
'98 per la casa di Guidantonio Vespucci dipinse una Lucrezia (Bergamo).
Quando morì il Savonarola (1498), Botticelli accolse il suo martirio
come segno di un avvento millenario e da questo spirito nacque la Natività
mistica del 1501 (Londra).

Calunnia
1985
tempera su tavola
Galleria degli Uffizi, Firenze |

La
primavera 1482
tempera su tavola
Galleria degli Uffizi, Firenze |

La
nascita di Venere 1477-1478
tempera su tavola
Galleria degli Uffizi, Firenze |

Giuliano
de' Medici 1478
olio su tavola
Staatliche Museen, Berlino |
Lo stile del Botticelli
appare soprattutto nella preferenza per la linea morbida, il movimento
leggero, l'aggraziato tratteggio. Amò rappresentare la natura che, secondo
i dettami dei poeti della corte medicea, interpretò come un grande scenario
ricco di colori, privo di ombre e di dramma.
Eccelse nel dipingere fiori,
teste di uomini e fanciulle, dame seducenti.
Il drammatico misticismo
del Savonarola lo impressionò profondamente e segnò nel suo spirito
come una controparte alla paganeggiante visione di bellezza degli anni
precedenti. Ebbe una vecchiezza amara, accompagnata dalla malattia,
dalla povertà e da una cupa misantropia.
Morì il 17 maggio del 1510 e venne sepolto nella chiesa di Ognissanti.
Nel 1982 la Primavera
è stata restaurata secondo le più sofisticate tecniche. Sono venuti
alla luce effetti originari, tali da permettere un nuovo studio critico
dell'opera.
|