Sughi Alberto

Alberto Sughi
1928

 

Nato a Cesena nel 1928, si dedica in modo esclusivo alla pittura dopo aver terminato il liceo classico. Le sue prime prove di un certo interesse datano il 1943-44 con evidenti riferimenti a Rosai e Fattori e soprattutto a Lorenzo Viani. Dopo un soggiorno di un anno a Torino nel 1946, vive dal 1948 al 1951 a Roma dove stringe amicizia con Renzo Vespignani e gli altri artisti del così detto Gruppo dei Portonaccia.

Nel 1954 espone alla Galleria del Pincio di Roma con Corrado Cagli e Marcello Muccini e due anni dopo tiene nella stessa galleria la sua prima personale, seguita l'anno successivo da una seconda che precisa la sua personalità e il suo mondo poetico, evidenziando il suo interesse per una cronaca sociale in cui aliti quella sottile e persistente malinconia esistenziale causata dalla vita nelle metropoli. I soggetti di questi quadri sono gli stessi che si rivedranno nelle successive mostre del 1958, prima alla Galleria Bergamini di Milano e poi ancora a Roma alla Galleria Odyssia: interni di cinema, di bar, anticamere, di giocatori di flipper etc. Partecipa alla Quadriennale di Roma del 1999 con una parete. I suoi quadri si fanno più cupi e il racconto acquista un tono gelido e aspro con un'evidente immissione di modi espressionisti, che ritroviamo confermati anche nella personale alla Galleria della Pesa di Roma dell'anno seguente.

 


Nella camera 1960

La Sera del Pittore 1987

Andare dove1991

Andare dove1992

Agli inizi degli anni Sessanta Sughi si muove spesso fra Roma, Milano e Torino per partecipare o promuovere incontri fra gli artisti impegnati ad indagare la realtà contemporanea, sentendo la necessità di rimuovere la situazione d’incomprensione e diffidenza che ancora circonda quest'ambito di ricerca. Nel frattempo allestisce mostre in diverse città italiane e compaiono per la prima volta nei suoi dipinti nature morte di fiori, mentre lo spazio, in cui si muovono le sue figure intente ai gesti della quotidianità, assume un senso bocconiano.

 

Il suo lavoro procede sempre, in modo quasi sistematico, per cicli tematici, che hanno il sapore della sequenza cinematografica. Dal 1971 -73 sono le cosiddette pitture verdi, dedicate al rapporto fra uomo e natura; dell' 75-76 è il ciclo La cena, presentato alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna e alla Galleria del Maneggio di Mosca. Agli inizi anni 80 appartengono i venti dipinti e i quindici studi d’Immaginazione e memoria della famiglia; e dal 1985 e in corso la serie denominata La sera che rappresenta una riflessione dell’artista intorno al proprio ruolo e al valore dell’esistenza nel momento del suo declinare verso una stagione più tarda.

 


Piano-bar 2003

Ragazze e il pianista 2004


Nel 1985 allestisce una mostra auto-logica al Museo Nazionale di Caste Sant'Angelo di Roma, trasferita in seguito al Museo delle Belle Arti di Budapest e alla Galleria Nazionale di Praga, e tre anni dopo tiene un'analoga iniziativa, con settanta dipinti, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara.

 

Nel 1992 la Quadriennale di Roma gli mette a disposizione una sala all'interno della mostra Profili, destinata ad evidenziare i percorsi dell'arte italiana del dopoguerra.


 

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