Stile Impero

 

STILE IMPERO

dal 1804 al 1815

Fu questo uno stile che ebbe dominio indiscusso nell'arte francese ed europea durante il primo quarto del secolo, protagonista assoluto ne fu l'ultimo dei grandi sovrani mecenati, quel piccolo corso che nel 1804 in Notre Dame conobbe la propria apoteosi imponendo alla Chiesa l'inconorazione a Imperatore, un riconoscimento che per certi versi era stato concesso così incondizionatamente al solo Carlo Magno, mille anni prima.

Napoleone seppe riconoscere all'arte la funzione primaria di veicolo di diffusione della propria fortuna politica e a buon ragione si può affermare che i più grandi artisti della sua epoca furono al suo servizio, che con un imponente programma di commissioni pubbliche favorì la ripresa delle attività artigianali.

Protagonisti indiscussi della civiltà dell'arredo napoleonico furono due architetti, Charles Percier e Pierre Fontane, che seppero mirabilmente combinare le esigenze di fasto e grandiosità, espressi con elementi simbolici e allegorici, con la ricerca di grazia, intimità e leggerezza ben ravvisabile in ogni interno riconducibile alla loro attività, interventi che abbracciarono ogni minuto particolare delle arti decorative, dal mobile al bronzo, dalla porcellana agli argenti. Tra i motivi firmati dai due architetti troviamo la N incorniciate entro serti di alloro, le api, le aquile, i cigni araldici, disposte in sapienti equilibri tra ornati ancora a valenza archeologica, o con reminescenze egiziache.

Con l'Impero, nel mobile giunge a definitivo compimento la rigorosa ricerca filologica delle forme e delle decorazioni classiche; in questa fase storica sono ben riconoscibili due diverse tendenze: una eroica, grandiosa e solenne, l'altra contenuta, discreta, privata. L'insieme determina arredi dall'eleganza sobria e misurata, pur nel fasto programmatico che si addice alla corte imperiale.

 

Mobili in uso

Il mobile di stile impero si presenta solido e maestoso, e vanta proporzioni sempre  armoniose e sapientemente equilibrate, la metrica spaziale è sempre lineare e presenta veste lignaria di norma in radica o massello di mogano, con superfici di norma spoglie da altre essenze lignee. L'ornato è demandato all'inclusione di forniture bronzee dorate o in ottonella rifinita a sbalzo.

In questo periodo i sedili di moda presentano la caratteristica unione della gamba anteriore con il supporto del bracciolo, a volte risolto a intaglio scultoreo in forma di cigno, leone alato, sfinge, cariatide o erma, anche la versione a gondola già nota in epoca Direttorio conosce ampi consensi. Torna di moda la poltrona-trono, con esigenze di parata, riccamente ornata da intagli e rifinita a foglia d oro. Tra i sofà furoreggia la méridienne e torna in auge lo sgabello a X, anche in ragione del fatto che l'usanza a corte impone l'uso delle poltrone per etichetta riservato alla sola coppia imperiale o alla madre del Bonaparte. Le consoles continuano a godere di immutata fortuna, ma si prediligono forme strette e allungate, e nel contempo si impone al pubblico la nuova tipologia a mezzaluna. Le commodes conoscono diffusione capillare e rispetto alla mobilia di epoca neoclassica si è altamente differenziata, per ospitare lungo le pilastrate colonne ebanizzate a emiciclo o a tutto tondo, incamiciate entro capitelli di stile dorico, prolungano l'intera cintura rispetto al filo dei cassetti inferiori, e montano caratteristici piedi a plinto fasciato, detti anche a zampa da elefante , un piede che insieme alla tipologia a zampa ferina , a triclinium o a mondo lambito da artigli d aquila , costituirà l'intero organigramma dei sostegni di epoca Impero. Spesso i mobili montano piani in marmo italiano o in granito belga.

Fra i complementi d arredo di dimensioni contenute si segnala l'immancabile guéridon, dalla tipica foggia a tripode, a piano talvolta girevole e con tre gambe innestate su predella sostenuta da piedi ferini, si segnala ancora l'athénienne, con uso di piccoli lavabo o giardiniere. La toilette conserva la foggia a console già introdotta in periodo Direttorio e la psiche diventa un elemento d arredo immancabile presso le nuove classi sociali di potere, insieme all'arpa, che da strumento musicale si arricchisce di valenze di così alta ebanisteria da poter essere considerata a tutti gli effetti un mobile.

Le scrivanie incontrano diffusione capillare, di norma sono del tipo a bureau plat, ma si diffonde una nuova tipologia - peraltro prediletta da Napoleone - detta bureau méchanique, munita di un largo ripiano che si apriva a scatto, sostenuto da due solidi corpi laterali di cassetti, è inoltre in auge un tipo di bureau particolarmente di lusso, concepito come un immaginario arco di trionfo, di cui è pregevole esempio l'esemplare realizzato per Giuseppina dai fratelli Jacob, oggi conservato alla Malmaison.  

I letti svolgono una funzione coreografica di primo piano, in ogni caso sono del tipo con il lato lungo appoggiato alla parete della stanza. Tipici del periodo sono i letti en bateau , a doppie testiere laterali diritte o sagomate a tulip oppure del tipo detto lit à l'antique , dotato di un unica testiera. Ai lati del letto fa la sua comparsa il somno , un tipo di tavolino eseguito di norma nella stessa essenza lignea del letto e munito di piano marmoreo e adorno di fregi bronzei e iscrizioni dotte.

 

Tecniche costruttive

E bene sottolineare che la mobilia francese in epoca Impero è altamente differenziata per tecnica di costruzione e finiture cardaniche o decorative rispetto agli esemplari realizzati in Italia nel medesimo periodo. Oltralpe si è ormai giunti a uno standard costruttivo che per certi versi si può definire già modernista. Segnalo la presenza costante di impiallacciature di spessore contenuto, chiodature a filo o a testa umbonata, controsoffitti al cassetto, schiene a doppia fodera entro montanti, serrature a incasso e di norma eseguite in bronzo o ottone dorato e fissate a mezzo di viti, ornamenti in fusione a cera persa di bronzo e rifiniti a lumeggiatura aurea. Tagli lignari eseguiti a mezzo di seghe meccaniche.

 

L' Impero in Italia

In Italia, benché il fiorire di mobilia in sintonia al gusto Impero francese abbia di fatto conseguito una penetrazione capillare e trasversale giungendo ad arredare l'abitazione di ogni strato sociale, si rileva un arretratezza tecnica che in più casi non consente di differenziare esemplari costruiti tra gli Anni Settanta-Ottanta del Settecento se raffrontati a esemplari realizzati tra gli Anni Trenta dell'Ottocento. Preciso fin d ora che lo Stile Impero italiano conobbe una vita straordinariamente lunga, tanto da essere continuativamente realizzato fino al 1850 e oltre.

Ebbene, nella nostra penisola per tutto il primo quarto dell'Ottocento si continuò a vestire gli scheletri dei mobili con lastre di radica (in noce e solo di rado in mogano), i tagli lignari continuano ad essere effettuati con seghe ad acqua o manuali, le schiene continuano ad avere fasciame ad assicelle verticali, solo rarissimamente si segnala presenza di controsoffitti, le serrature sono ancora del tipo a ferro forgiato, con scatola larga e serrata, le guarnizioni metalliche sono in ottonella stampata entro calchi lignei e poi rifinite a mano o godronate e lievemente lumeggiate a oro, di gran lunga meno costose delle preziose finiture francesi.

Nondimeno la mobilia realizzata in Italia è comunque di ottima fattura, e in taluni casi si segnala per qualità elevata, come nei casi di Lucca (dove era attivo l'ebanista Youf alla corte di Elisa Baiocchi Bonaparte), di Parma e Piacenza.

 

Il Mobile Impero

Nel 1799 Madame Bonaparte, che divenne poi l'imperatrice Giuseppina, ingaggiò gli architetti Percier e Fontaine per decorare e arredare la sua residenza nel castello di Malmaison. Da parte sua Napoleone  dovendo affermare la sua credibilità, come imperatore presso gli altri monarchi europei, non trascurò l'importanza di un immagine che  era fatta anche di palazzi riccamente e sontuosamente arredati. Così i mobili di Percier e Fontaine divennero parte di un enorme palcoscenico.

Il disegno era a tal punto subordinato all'espressione del messaggio "imperiale" che rendeva eccessivamente monumentale il mobile.

 

Mobile austero

L avvento dell'Impero, per il rigido squadrarsi delle strutture, per l'austerità delle masse scure e piene, per l'uniformità delle decorazioni bronzee, valse a calare su tutto l'arredamento un manto di severa misura e di compostezza tali da escludere ogni possibilità di abbandono inventivo costringendolo entro moduli prestabiliti, generando così un senso di freddezza e di silenzio.

Seppe tuttavia produrre arredi di una nobile dignità, di una grazia elegante e contenuta evitando ogni leziosaggine.

Il mobile Impero obbedisce sempre ad un rigoroso senso della misura.

E solido ma non opprimente, proporzionato e mai volgare con carattere sempre aristocratico.

Il mogano scuro e lucente, usato principalmente in Francia, sostituisce le infinite varietà di legni preziosi quali Bois de Rose, Bois de Violette, Bois Satinè ecc., usati per intarsi e filettature.

 

Essenze in uso

La nuova moda delle larghe superfici in legno rese popolari le essenze a grana molto fine come l'amboyua e la tuia, il cui bell'alone era ottenuto impiegando le parti del fusto più vicine alle radici.

Le impiallacciature si estendono in ampie superfici su ogni lato dei cassettoni, dei tavoli, che non sono più ravvivati da filettature e intarsi leggeri e sfumati con colori tenui; ora si hanno i riflessi dorati delle decorazioni di bronzo con motivi desunti dal repertorio mitologico del più severo classicismo.

Il mogano, legno proveniente dalle Antille e da Cuba, di grana finissima, compatto molto resistente al tempo, con le sue molte varietà (a marezzature, a fiamme, a fiori), fu largamente usato per mobili aulici. Tuttavia, dopo il blocco continentale, l'importazione dei legni esotici si fece più difficile e si fece ricorso all'acero, alla radice dei tasso, all'olmo fiorito, al noce, all'ulivo. In rarissimi casi troviamo mobili in legno dipinto, per lo più bianchi con lumeggiature in oro oppure interamente dorati.

 

Fisionomia del mobile

Sui mobili impero spariscono i segni delle modanature; gli sportelli si presentano assolutamente lisci o ornati sobriamente di sculture in bronzo che ne sottolineano la struttura geometrica  quali sfingi, teste leonine, aquile intagliate nel legno o nel bronzo.

Molto diffuso l'ornamento a colonna o a colonnette  cilindriche generalmente poste agli angoli in maniera da lasciare in vista lo spigolo del mobile. I basamenti sono pesanti: ritorna in  auge lo zoccolo pieno per i cassettoni, armadi, scrittoi e consolles.

I piedi sono generalmente corti, a forma di cilindro o di parallelepipedo e sovente costituiti da zampe di leone, sfingi, grifoni o corte colonne cinte da anelli metallici. I marmi sono scelti tra i grigi, i bianchi, i rossi ed i neri. Ma la decorazione per eccellenza è rappresentata dai bronzi dorati in oro opaco o brillante.

 

Ornamenti e decorazioni dominanti

Motivi dominanti delle decorazioni di tutta l'epoca imperiale, è la famosa "N" e la "I" di Napoleone Imperatore, maiuscole chiuse in una corona d alloro che appare sui troni, sulle sedie, sui tappeti, sui tessuti con le api napoleoniche, l'aquila con le ali spiegate, le stelle ecc....

Assai caro all'imperatrice Giuseppina fu l'emblema del cigno che diventa l'elemento ornamentale dei braccioli di poltrone, di appliques ecc. Uccelli. grifoni, delfini, centauri completano il lessico di ispirazione animale.

Nelle bocchette delle serrature troviamo corone di alloro o di rosette, rami, foglie di acanto stilizzate, vittorie alate, sfingi, figure di egiziani, spade e lire.

Logicamente i caratteri celebrativi di fasto, solennità, potenza, si ritrovano solo  nella produzione più alta, destinata ad ambienti di rappresentanza dove le direttive stilistiche di Parigi vengono seguite con grande attenzione.

 

La produzione minore

Nella produzione minore, priva di simboli imperiali e modesta nelle decorazioni, sono presenti solo la bella linea rigida e sicura e la grande pulizia dei piani lisci senza cornici e modanature.

Talora la semplicità di questi pezzi, costruiti  all'ombra dello stile ufficiale, unita alla severa e rigorosa impostazione di linee, raggiunge risultati di grande bellezza.

Nella produzione francese sono presenti a volte le leggere e belle filettature metalliche e una decorazione bronzea, mentre in quella italiana l'uso del bronzo è più misurato e spesso sostituito con elementi in legno intagliato e dorato.

La produzione italiana, e non solo questa, prolunga il gusto neoclassico ben oltre il 1830 con temi e modelli, specie nel mobilio più diffuso, che si rifanno tanto a Luigi XVI quanto al Direttorio e all'Impero. Di conseguenza è difficile datare i pezzi minori con esattezza; spesso sono minimi particolari che rivelano se la fabbricazione è Ottocentesca o Tardo Ottocentesca.

 

Home Su Carlo X