Secomandi Giovanni

 

Secomandi Giovanni

Giovanni Secomandi
Monte Marenzo 1894 - Salsomaggiore 1990

 

Galleria


Quotazioni da  €  800,00  a  €  22.000,00

Suo primo maestro è il pittore Frisia, di Merate. In questo periodo incontra G. Verdi ospite a Caprino, del prete Agrati. Entra nel collegio militarizzato di S. Celso e poi nel collegio T. Tasso di Varese, dove compie gli studi ginnasiali. Con una borsa di studio entra nel collegio di Celana, sotto la guida di Don Andrea Castelli, umanista e compositore. Conosce Giovanni Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, che gli diviene amico. L'amicizia con il papa buono continuerà nel tempo, e li farà incontrare a Parigi, a Venezia e alla Madonna del Bosco.
Frequenta il liceo artistico a Venezia, sotto la guida di Cesare Tallone.  Apprende l'affresco dagli affreschisti bergamaschi Terragni, Zanetti, Fasciotti, Gamba e Pezzotta e conosce Mosè Bianchi.
Con i professori Lombardi e Daelli, a Brera, esegue affreschi per conto degli stessi. Collabora col professore Venegoni, pittore e decoratore, nello studio di Via Volta, fino alla fine della guerra. Contemporaneamente, dopo il corso ufficiali all'Accademia di Modena, ottiene incarichi particolari per l'acquisita conoscenza dell'arte militare, capacità di adattamento e geniale capacità di risolvere situazioni.
 

Durante il conflitto dipinge all'aria aperta ed ha modo di constatare la diffusa situazione di disagio delle classi sociali meno abbienti, specie quella operaia ed in particolare quella delle donne lavoratrici.
Sempre schierato dalla parte del debole, nemico delle prepotenze, degli intrighi e dei soprusi, si batte per aiutare chiunque abbia necessità, attirandosi a tale proposito, inimicizie e rancori.

 

Dopo la guerra conosce l'Architetto Portalupi e l'Architetto Beltrame. Diventa attivo collaboratore di quest'ultimo per la copertina della «Domenica del Corriere».
Frequenta, Morandi, Carrà, De Chirico, Dei e Messina.
Riprendendo il suo pensiero umanitario e rinvigorito dall'esperienza bellica, si fa promotore di un'iniziativa a favore dei contadini, delle filandiere e delle mondariso, creando un Comitato Sociale, affiancato dal professore Barnabeo di Lecco, dal professore Farina, da Don Andrea Castelli e dal professore Zanini. Con lui agisce, il Cardinale Schuster che gli diviene amico sincero. Scopo del Comitato è di ottenere le 9 ore giornaliere, paga sufficiente, un posto dove dormire durante la stagione del raccolto e trattamento più umano, anticipando certe posizioni sindacali non spinto da ragioni politiche o di poltrona, ma esclusivamente dal suo cuore generoso.
Una tale battaglia gli costa inimicizie e odio da parte di certi partiti politici per cui, all'inizio del 1920 è costretto a fuggire in America.

Arriva in americana con l'aiuto del conte Suardi di Bergamo, col nome di Giuseppe Sermans. Qui ritrova Zanetti e Terragni e in Messico conosce Egidio Bontempi.  A Guadalupe lavora alla Basilica per conto del governo. Nel 1925 in Bolivia, nel periodo rivoluzionario, aiuta i missionari a curare i lebbrosi e gli affetti da febbre gialla.  A Miami fa affreschi nelle ville dei signorotti con il nome di Seco.

 

In Bassa California affresca cappelle e café-chantant, rievocando scene di ballo e generosi nudi.
Si mischia con i cow-boys, partecipando a gare di cavallo. Frequenta la scuola di boxe e di fioretto.
 

 

 


Su invito dei vescovi di Montreal e di Ottawa, va in Canada mantenendo sempre epistolarmente contatto con amici influenti.
Fu Mussolini a richiamarlo in patria, facendogli ammenda e prosciogliendolo dalle accuse. Tornato in Italia, Il Cardinale Schuster lo invita ad affrescare e restaurare il Duomo di S. Ambrogio e la Madonna delle Grazie.
Conosce il nobile Manzi, il principe Belgioioso, il principe Notarbartolo di Sciacca, il principe Borromeo, la contessa Santambrogio, il Duca Visconte di Modrone, il conte D'Avanzo di Torino ai quali presta la sua opera di provetto artista affrescando le loro ville.  Con gli architetti Fagnani ed Araca, fa cartelloni pubblicitari per l'Ente Fiera di Milano. Insegna disegno e pittura all'Umanitaria ed alla Università Popolare.
Si sottopone ad un'intensa attività affrescando chiese lombarde e piemontesi. Lavora alacremente a fianco del professore Daelli è scenografo alla Sacala di Milano e all'Opera di Parigi, prima come collaboratore, poi come sostituto. Va in Kenia e nel Tanganica. In Spagna presta la sua opera di restauratore nella Basilica di S. Stefano, a Salamanca e a Palma di Majorca.

 

Durante l'ultima guerra vengono distrutte alcune sue tele e figura uno dei pochi pittori indennizzati dal governo.
Testimoni i professori Daelli e Lombardi e Modigliani, cugino del grande artista italiano. Nel 1946 col professore Scavia e professore Bontempi, per conto del conte Suardi, va in Ucraina ad effettuare affreschi e restaurare alcune chiesette lavorando indefessamente fino al 1972

 

 

Apre, infine, una permanente ad Olginate (Como). Nel 1974 spinto da amici e fedeli, presenta la sua prima personale al « Ljceum » di Milano, alla quale fa seguire quella di Roma al « S. Marco » e un'altra a Sesto San Giovanni alla Galleria d'Arte Gelmi.
Da allora prosegue le sue mostre in tutta l'Italia fino a quando in tarda età si ritira a Salsomaggiore Terme esponendo le sue opere nel suo studio personale.
Fedele ai canoni figurativi tradizionali e postimpressionistici, immette nelle sue opere una spontaneità creativa che assume spesso i toni del canto. La natura, con la quale entra in perfetta comunione, viene descritta con un linguaggio lineare e l'immagine viene restituita in tutta la bellezza della sua vita naturale.

 

Lettera al Pittore Giovanni Secomandi presso Sig. Cesare Longhi MONTE MARENZO.

 

 

 

 

SOVRINTENDENZA ALLE GALLERIE - MILANO Via Brera, 28 - Tel. 88.387 - 80.985
Milano, 26 novembre 1946 N. di Prot. 1509
Oggetto: DANNI DI GUERRA

La Commissione dei Professori dell'Accademia di Brera La invita a presentare in esame a questo Ufficio qualcuno dei dipinti di Sua mano danneggiati in seguito a incursione aerea e a dichiarare nome e indirizzo di qualche persona competente in grado di riferire intorno ai dipinti da Lei perduti.

IL SOPRINTENDENTE (Ettore Modigliani)

 

Su invito della Sovrintendenza alle Gallerie - Milano - Via Brera, 28, con lettera del 26 novembre 1946, il Maestro G. Secomandi fu risarcito dei danni subiti dai suoi quadri per i bombardamenti effettuati sulla città di Milano. I testimoni furono i professori Daelli e Lombardi.

Links:
http://www.galleriagelmi.it

http://web.artprice.com
http://www.domuspacis.it
http://www.catalogobibliotecheliguri.it
http://openlibrary.org

 

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