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Pino Pascali Bari 1935 - Roma 1968 Dopo gli studi all'Accademia di belle arti a Roma, lavorò come grafico pubblicitario e scenografo per la televisione proponendo interventi su grande scala e sviluppando una vocazione per l'environment e le invenzioni scultoree poveriste basate su assemblaggi di materiali di recupero che, insieme a un'ironia giocosa di derivazione pop e a uno sperimentalismo neodada, hanno rappresentato una costante della sua breve e vitalissima parabola artistica (Pascali mori prematuramente in un incidente con la moto).
Al ciclo dei Frammenti di donna, pezzi anatomici femminili realizzati con tele sagomate e centinate (tra cui Omaggio a Billie Holiday-Labbra rosse, 1964, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna, colta parafrasi di T. Wesselmann), seguì quello dissacrante delle Armi (1965), sculture-giocattolo in legno e tela che riproducono fedelmente cannoni, mitragliatrici, bombe.
Dal 1966 la natura divenne la principale ispiratrice dei suoi lavori: dal ciclo degli Animali (Ricostruzione di un dinosauro, 1966, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna) alle diverse versioni del Mare (1966-67), simulato con tela bianca su centine di legno e bacinelle d'acqua colorata, dai Bachi da setola (1968), grandi bruchi in setole sintetiche, alla Vedova blu (1968), enorme ragno di legno e pelo acrilico: alle Liane (1968) in lana d'acciaio intrecciata.
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