Giulio Monteverde
Bistagno, Alessandria, 1837 - Roma, 1917
Dopo gli studi elementari, Monteverde viene
mandato dalla famiglia a Genova presso un intagliatore, come apprendista.
Contemporaneamente frequenta i corsi di ornato e figura all'Accademia di
Belle Arti, dimostrando subito un'evidente inclinazione per la scultura.
Il
Colombo giovinetto del 1870,
in cui l'artista si rivela scultore sicuramente dotato, ispirò il Carducci
il sonetto a Giuseppe Mazzini: "Da quelli scogli, onde Colombo infante,
Nuovi pe'l mar vedea mondi spuntare...".
Cecioni nel suo sonetto intitolato Realismo, rimprovera la falsa idea di
un Colombo che già da ragazzino pensava di attraversare i mari alla ricerca
di nuovi continenti: "mente Colombo, allor che giovinetto, langue sul mar
che traversare agogna...".
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Colombo giovanetto
Genova, Castello d'Albertis, 1870 |
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Edoardo Jenner prova sul figlio l'inoculazione del vaccino
Genova, Palazzo Bianco, 1873 |

Il pensiero |
Successivamente si trasferisce a Roma per perfezionarsi, e qui si stabilisce
definitivamente.
Con il Genio Franklin
opera di spiccato realismo, ottiene un notevole successo, confermato dalle
numerose commissioni che gli venivano dall'Italia e dall'estero.
Nel 1879 scolpisce l'opera considerata ben
presto come il suo capolavoro: Edoardo
Jenner prova sul figlio l'inoculazione del vaccino. Il dramma
dello scienziato-padre che sperimenta sulla propria creatura il vaccino
del vaiolo, combattuto tra la certezza della sua scoperta e il timore di
recare danno al figlio, non poteva che suscitare una forte emozione. Era
il contrasto tra scienza e coscienza che nell'opera veniva adombrato, tra
il diritto alla ricerca e la morale. Monteverde aveva centrato il soggetto
e ne aveva dato un'immagine efficace, tale da colpire la fantasia e i sentimenti.
E vi era riuscito, questa volta, con un linguaggio realisticamente essenziale,
puntando sul contrasto tra il nudo guizzante del bambino ignaro e la concentrazione
del padre che ne sta incidendo la tenera carne.
Le sue opere, esposte nelle principali città
italiane e straniere, ricevono premi e riconoscimenti. Lo scultore diviene
uno dei protagonisti più rappresentativi del gusto dell'Italia borghese.
Tra le sue opere più note vanno ricordate:
il Pensiero per il
monumento a Vittorio Emanuele a Roma, il monumento a
Mazzini a Buenos Aires,
il monumento equestre a
Vittorio Emanuele a Bologna e la scultura
Volere e potere a Madrid.
Del 1882 è il monumento a
Vincenzo Bellini a Catania:
Alto 15 metri, dalla sua base si dipartono sette gradini (le 7 note musicali)
che finiscono in un basamento a forma quadrata e su ogni lato si trovano
le statue raffiguranti la Norma, il Pirata, la Sonnambula e i Puritani.
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Monumento a Vincenzo Bellini
Catania, 1882 |
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Giuseppe Saracco
Acqui Terme, piazza Italia, 1917 |
La sua ultima opera è la statua di
Giuseppe Saracco, del
1917, l'anno della sua morte. Con tale scultura Monteverde rendeva omaggio
all'uomo politico nato come lui a Bistagno, protagonista dei vari governi
a partire dal 1851, capo del governo dopo Pelloux e presidente del Senato
sino al 1904. E' sorprendente come Monteverde, già ottantenne, abbia saputo
concepire questo monumento, che fu inaugurato solo nel 1922. Il realismo
più semplice e diretto ne ha guidato l'ispirazione.
Le sue sculture si trovano oggi in varie
Gallerie Nazionali d'Arte Moderna.
Gran parte dei gessi preparatori dello scultore,
si trovano nella Gipsoteca di Bistagno a lui dedicata:
Gipsoteca Giulio Monteverde
Corso Carlo Testa
Bistagno (AL)
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