Arte corti d'europa

 

L'ARTE NELLE CORTI D'EUROPA

Tra i centri artistici più propositivi per la creazione dello stile gotico internazionale, un ruolo particolare venne svolto da Avignone. Sede della curia papale fino al 1376, la città si caratterizzava già nella prima metà del Trecento per un clima culturale cosmopolita estremamente fecondo.
Al principio del Quattrocento continuava ancora perciò a esportare modelli di indiscusso prestigio: così nel 1406 re Martino d'Aragona chiese, per decorare la propria cappella, una copia della decorazione della cappella di San Michele,eseguita più di cinquant'anni prima da Matteo Giovannetti per il palazzo avignonese dei papi.



 



Gentile da Fabriano
Adorazione dei Magi particolare,
1423 circa Firenze, Galleria degli Uffizi

Arazzi dell'Apocalisse l'esercito equestre
1378-80 Castello di Angers

Ancora in Francia, particolarmente rilevante fu il contributo degli artisti parigini, soprattutto di miniatori e orafi, che diedero vita a una produzione estremamente raffinata di oggetti di lusso destinata a soddisfare le esigenze di un pubblico elitario e amante dello sfarzo.

Proprio in questo clima si diffuse la moda dell'arazzo nato dalla collaborazione tra pittori, che fornivano i modelli per la composizione, e tessitori specializzati.

 

 
 

Destinato ad essere appeso alle pareti, l'arazzo aveva un valore decorativo, accresciuto dalla preziosità dei materiali impiegati (accanto alla lana, la seta e i filati metallici), ma svolgeva anche la funzione pratica di difendere gli ambienti dal freddo e dall'umidità.

Più a est, la Boemia fu un'altra regione interessata dalla diffusione del gotico internazionale; qui esso assunse una declinazione particolare, caratterizzata dall'idealizzazione fisionomica delle figure, dalla ricerca di uno stile dolce, dalla fluenza ritmica della linea di contorno.


 

L'ARTE PREZIOSA DI GENTILE DA FABRIANO

 
 


Arte francese
Valva di scatola da specchio
in avorio con assalto cortese
al castello d'amore,
1350 c.
 Firenze, Museo del Bargello

Gentile da Fabriano
Polittico di Valle Romita 1400c.
 Milano, Pinacoteca di Brera

Gentile da Fabriano
Madonna con il Bambino,
inizio del XV secolo Perugia,
Galleria Nazionale dell'Umbria

Gentile da Fabriano
Madonna con il Bambino
1425 Orvieto, Duomo

In Italia, uno dei protagonisti del gotico internazionale è stato Gentile da Fabriano. Le sue prime opere, eseguite per la città natale come il polittico con l'Incoronazione della Vergine per il convento di Valle Romita presso Fabriano, mostrano un linguaggio inedito per l'Italia centrale, aggiornato sui caratteri internazionali, in particolare lombardi e transalpini. Le elegantissime figure dei santi, definite dallo squisito disegno lineare delle pieghe delle vesti preziose, si librano senza peso su prati fioriti. L'oro del fondo, finemente operato, intesse anche le stoffe e a da luce alle figure, così da rendere l'opera straordinariamente preziosa.

 


 

 

Abbandonata Fabriano, Gentile si recò nei più importanti centri artistici italiani, Venezia, Brescia, Firenze, Orvieto e Roma, contribuendo a diffondere il gusto internazionale. Purtroppo nulla resta dell'attività veneziana del pittore, chiamato nel 1408 a eseguire affreschiraffiguranti la Battaglia tra Ottone III e i veneziani nel Palazzo Ducale.


 


Gentile da Fabriano
Madonna con il Bambino 1415-16
Pisa, Museo Nazionale di San Matteo

Gentile da Fabriano
Presentazione al tempio 1423 Parigi,
Musée du Louvre

Gentile da Fabriano
Polittico Quaratesi,
 Nascita di san Nicola da Bari, 1425
Roma, Pinacoteca Vaticana


Tuttavia l'influenza di Gentile sulla pittura lagunare fu notevole e stimolò il distacco dalla tradizione bizantina.

Degli affreschi eseguiti tra il 1414 e il 1419 per Pandolfo Malatesta al broletto di Brescia restano soltanto alcuni frammenti con vedute di città, riscoperti e riferiti al pittore marchigiano.
 A Brescia incontrò papa Martino V che lo invitò a Roma per realizzare un ciclo in San Giovanni in Laterano, ora perduto.


 

 

Restano invece a documentare la grande arte del pittore le opere risalenti al periodo fiorentino, come l'Adorazione e il Polittico Quaratesi che denotano una profonda maturazione dell'artista.

 

 


Gentile da Fabriano
Polittico Quaratesi, San Nicola da Bari
placa il fortunale in mare, 1425
Roma, Pinacoteca Vaticana

Gentile da Fabriano
Polittico Quaratesi, San Nicola
 da Bari dona palle d'oro
a tre fanciulle povere 1425
Roma, Pinacoteca Vaticana
 
Gentile da FabrianoPolittico Quaratesi,
San Nicola da Bari resuscita
tre fanciulle 1425
 Roma, Pinacoteca Vaticana

Le figure vi appaiono solidificate da un chiaroscuro più marcato, anche se fatto di pennellate sottilissime e analitiche, rivelando l'influsso dell'arte di Masaccio e di Masolino.
 
Anche i panneggi acquistano una maggiore consistenza e i volti dei personaggi una intensa verità, ma senza che il pittore rinunci al carattere aristocratico della sua arte.

 

 



L'ORATORIO SI SAN GIOVANNI A URBINO E I FRATELLI SALIMBENI

 


Lorenzo e Jacopo Salimbeni
Crocifissione part. dei dolenti s
otto la croce, 1416 Urbino,
Oratorio di San Giovanni Battista


Lorenzo e Jacopo Salimbeni
Crocifissione part. 1416 Urbino
Oratorio di San Giovanni Battista


Lorenzo e Jacopo Salimbeni
Crocifissione 1416 Urbino,
Oratorio di San Giovanni Battista


Lorenzo e Jacopo Salimbeni
storie di San Giovanni Battista,
Battesimo di Gesù 1416 Urbino,
Oratorio di San Giovanni Battista


Il ciclo pittorico realizzato dai fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni nell'oratorio di San Giovanni Battista a Urbino documenta la precoce adesione dell'ambiente artistico marchigiano ai modi del gotico internazionale. Datati 1416, gli affreschi raffigurano sulla parete di fondo della piccola chiesa, dal soffitto a carena di nave, un'affollata Crocifissine.



 


 

Colpisce il contrasto stridente tra la drammaticità della scena principale - che raffigurazione del cattivo ladrone tocca punte di tragico espressionismo - e il disperdersi della narrazione in mille episodi indifferenti al dramma che si svolge nella parte superiore della composizione.

 


Nelle Storie di san Giovanni Battista, dipinte sulla parete destra, la narrazione è più pacata e distesa.

I personaggi vestiti all'ultima moda con cappelli fantasiosi e vesti sontuose, l'amore per il dettaglio, il gusto di raffigurare particolari tratti dall'osservazione della realtà denotano un'adesione del tutto personale allo stile tardogotico.

La qualità pittorica è sempre molto alta e tocca vertici di virtuosismo negli angeli del Battesimo di Cristo, dalle ali variopinte e intarsiate con applicazioni di madreperla a restituire, ancora una volta, la preziosità dei dipinti su tavola alle pitture parietali.


 

LA STORIA DI LUCIA DI JACOBELLO DEL FIORE


 


Lorenzo e Jacopo Salimbeni
storie di Santa Lucia
davanti al tiranno 1410-20
Fermo, Pinacoteca Civica


Jacobello del Fiore

storie di Santa Lucia
Santa Lucia, attaccata ai buoi
1410-20 Fermo, Pinacoteca Civica


Jacobello del Fiore
storie di Santa Lucia
Comunione di Santa Lucia

1410-20 Fermo, Pinacoteca Civica


A Venezia, l'arte del primo Quattrocento si rinnovò nel segno del gotico internazionale senza rompere traumaticamente con la tradizione bizantina. I due linguaggi artistici hanno in comune la tendenza all'astrazione, il gusto per gamme cromatiche accese e la sontuosità decorativa.

Esempio significativo dell'interpretazione veneziana del linguaggio tardogotico sono le Storie di santa Lucia di Jacobello del Fiore, conservate nella Pinacoteca Civica di Fermo.

 

 

Eseguite all'inizio del secondo decennio del secolo, le Storie di santa Lucia riflettono l'influsso determinante di Gentile da Fabriano, presente nella città lagunare già nel 1408.

 

I particolari più sontuosi, come le vesti della santa realizzate in stucco dorato, si stemperano nel tono fiabesco della narrazione ambientata in paesaggi irreali, che rievocano le tipologie bizantine care alla tradizione veneziana trecentesca.


 

Tuttavia i prati su cui poggiano i protagonisti delle scene sono trapunti da erbe che sembrano tratte dai coevi repertori botanici, in linea con gli interessi naturalistici della più aggiornata cultura internazionale. Anche il gusto per la rappresentazione dei costumi contemporanei, evidente soprattutto nella scena del Rogo di santa Lucia, riporta alla temperie culturale dell'epoca.

 

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