Francesco Jerace
Polistena, Reggio Calabria, 1853 - Napoli, 1937
Dopo aver ricevuto i primi insegnamenti dal
nonno scultore, si trasferisce a Napoli dove frequenta l'Accademia di Belle
Arti con Tito Angelini e si inserisce nell'ambito delle ricerche realiste.
Esordisce all'Esposizione napoletana del
1878 con il gruppo Eva e Lucifero
e Guappatiello.
Nell'80 con
Victa,
Marion e i
Legionari di Germanico
partecipa al triplice concorso dell' Esposizione Nazionale di Torino con
successo. Espone inoltre nell'82 a Londra e nell'87 a Parigi.
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Victa
Napoli, Museo Civico
Gaetano Filangieri, 1880 |
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Vittorio Emanuele II Napoli,
Palazzo Reale, 1888 |
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Beethoven
Napoli, Conservatorio di musica
S.Pietro a Maiella, 1895 |
Artista fecondo, ha realizzato opere in tutti
i campi della scultura, dai busti di donna in marmo ai ritratti di celebri
personaggi, alle statue di uomini illustri, ai monumenti celebrativi.
Nel 1888 gli è stata affidata una delle grandi
sculture per la facciata di Palazzo Reale, a Piazza Plebiscito:
Vittorio Emanuele II.
Nel 1895 realizza
Beethoven, un marmo collocato
a Napoli presso il Conservatorio di Musica "San Pietro a Maiella", una delle
sue opere più libere ed orginali.
Nel
monumento a Gaetano
Donizetti a Bergamo (Piazza Cavour, 1897), Jerace ha realizzato
un' opera celebrativa in cui ha rotto tutti gli schemi classici del monumento,
che imponevano i soliti eroi celebrati in cima al piedistallo. Il modo con
cui gli ha dato fisionomia è sorprendente e anticipatore. Su di una base
di granito, Jerace ha costruito un'esedra semicircolare dove, dal lato sinistro,
sta seduto Donizetti, mentre in piedi, sulla destra, la musa Melopea suona
sulla cetra melodie ispiratrici. Non c'è tensione o drammaticità in questa
composizione. C'è invece un senso di malinconia soavità in Melopea,
che tocca le corde, e un assorto ascoltatore da parte di Donizetti,
che sta per trascriverne le note sui fogli tenuti sui ginocchi. La novità
non è solo nell'impostazione generale dell'immagine, è in ogni dettaglio.
La stessa collocazione di Melopea, non al centro e non del tutto a destra
come la figura di Donizetti, crea nel ritmo compositivo una discontinuità
che ne rompe la simmetria; e così la diversa distanza tra Donizetti
e Melopea e tra Melopea e il limite destro dell'esedra.
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Monumento a Gaetano Donizetti
Bergamo, Piazza Cavour, 1897 |
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L'Azione
Roma, Vittoriano, 1909 |
La fama di Jerace, per queste sue eccezionali qualità,
andò rapidamente crescendo. La sue sculture varcarono presto i confini napoletani
e italiani per allargarsi all'Europa. Londra, Madrid, Monaco, Berlino, Varsavia,
Atene, Odessa sono alcune delle città in cui le sue opere cominciarono presto
a figurare in chiese, musei, e collezioni private.
Tra le prime di queste
opere che andarono oltre frontiera vi sono due gruppi di rilievo, tra i
più importanti della sua carriera, quelli che egli scolpì per la Chiesa
di Santa Maria a Varsavia:
La Conversione di Sant'Agostino,
eseguita l'anno dopo il Donizetti, e
Sant'Anna e la Vergine
del 1904, due gruppi danneggiati nel corso dell'ultima guerra, ma sollecitamente
restaurati.
Una delle sue opere più famose è il gruppo
allegorico in bronzo L'azione
realizzato per il Vittoriano di Roma, opera tuttavia considerata plasticamente
disordinata.
È stato professore onorario della Accademia
di Belle Arti di Milano, Napoli e Bologna, e membro della Commissione permanente
di Belle Arti.
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