Guglielmo
attivo a Pisa nella seconda metà del sec. XII
Tra il 1159 e il 1162 scolpì i rilievi del
pulpito del Duomo di
Pisa, trasportati nel 1312 nella Cattedrale di Cagliari, dopo che Giovanni
Pisano ebbe ultimato il nuovo pulpito.
Smembrato e arbitrariamente ricomposto in
due amboni, il pulpito
si componeva in origine di una cassa rettangolare su quattro colonne portate
da leoni, da cui sporgevano due gruppi figurati con funzione di leggii:
in uno San Paolo appare
affiancato da due apostoli, nell'altro il
tetramorfo accompagna la figura di un angelo con il
rotolo in mano.
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Ambone di destra
Cagliari, Duomo, 1159-62 |
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Ambone di sinistra
Cagliari, Duomo, 1159-62 |
Gli altorilievi del parapetto, delimitati
da una cornicetta con iscrizioni e motivi fogliacei, illustrano invece la
vita di Cristo, che inizia con l'Annunciazione e si conclude
con l'Ascensione.
Gli episodi si dispongono su due registri, addensandosi in un unico riquadro,
altre sviluppandosi su due livelli la scena dell'Annunciazione, ad
esempio, affianca quella della Visitazione così che la figura di
Maria si ripete due volte nello stesso spazio, nella Resurrezione
le Marie al sepolcro occupano il riquadro su e i soldati dormienti quello
sottostante.
Uno dei soldati, che precipita dall'alto
e viene ghermito da un diavoletto nudo, funge da collegi tra le due scene.
Le figure emergono potentemente dal piano
di con proporzioni tozze e un saldo volume, avvolte da pesanti panneggi,
rivelando un rinnovato interesse per la scultura antica, che si fonde con
una ricerca cromatico - luministica. Qua e là elementi paesistici e architettonici
accennano a un'ambientazione spaziale, che in genere però si risolve nel
trattamento a niello dei fondi. Riprendendo una tecnica utilizzata nell'oreficeria,
Guglielmo riempie di pasta nera le incisioni praticate nel marmo,
rivestendo la superficie di motivi floreali e decorativi.
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Pulpito, leone e drago
Cagliari, Duomo, 1159-62 |
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Pulpito, San Paolo
Cagliari, Duomo, 1159-62 |
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Pulpito, il tetramorfo
Cagliari, Duomo, 1159-62 |
Non è nota la sua origine, ma si è pensato
che provenisse dall'Italia settentrionale a causa dell'impostazione volumetrica
delle sue figure.
Guglielmo ebbe probabilmente contatti
con la cultura provenzale e in particolare con il cantiere di Saint - Gilles,
come suggerirebbero anche certi comuni richiami alla scultura classica.
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