Antonio Gaudì
Architetto, nato a Riudoms, nel 1852 e morto a Barcellona nel 1926. Uno degli architetti più originali e innovatori del Novecento, "il primo fra i geni" secondo Joan Mirò. A più di 150 anni dalla sua nascita, mentre Barcellona ha provveduto a celebrare l'anno gaudiano (organizzando decine di esposizioni e iniziative culturali), è cominciato anche il processo di beatificazione di Gaudí. E non si tratta, per una volta, della solita, scontata e alquanto laica "beatificazione" in senso culturale, ma proprio nel senso strettamente religioso del termine. Uomo profondamente devoto, Antonio Gaudì venne soprannominato già dai contemporanei "l'architetto di Dio" e la sua opera, secondo l'arcivescovo di Barcellona cardinale Ricard María Carles, è comparabile al "Cantar espiritual" di san Giovanni della Croce. Questo visionario architetto era uomo dal temperamento appassionato e dotato di una intelligenza fuori dal comune. Nato il 25 giugno 1852 a Riudoms, Antonio Gaudì Cornet, oggi considerato uno dei più grandi architetti degli ultimi due secoli, discendeva da una famiglia di modeste origini sociali. Il padre, il nonno e il bisnonno furono calderai (artigiani che costruivano caldaie e manufatti in rame o lamiera), ma lui, portato per gli studi e la riflessione, frequentò prima la scuola degli Scolapi di Riudoms, e poi, nel 1870, la Scuola di Architettura di Barcellona. Il 4 gennaio 1878 finisce finalmente gli studi di architettura e il 15 marzo ottiene il titolo di architetto, che gli consente di aprire un ufficio nella barcellonese Via Call. Questo è l'anno in cui invia a Parigi, dove si inaugura l'Esposizione Internazionale, il progetto della "Cooperativa Mataronense".
Nel 1883 realizza un viaggio a Banyuls, Elne e Barcellona ed assume l'incarico della realizzazione del progetto del già citato tempio della Sagrada Familia. Fra il 1890 e il 1894 si trasferisce in Andalusia, a Leon e Astorga, città queste in cui lascerà una profonda impronta architettonica. Il 3 settembre 1901 ottiene il Premio dal Municipio di Barcellona per la realizzazione della Casa Calvet. Nel 1910 ottiene un enorme successo nell'Esposizione del "Societè Generale des Beaux Arts" di Parigi. L'anno dopo, purtroppo, nel visitare Malta si ammala gravemente contraendo una rara specie di febbre. Considerato l'architetto emblematico del modernismo novecentesco, Gaudì fu anche rappresentante di una corrente culturale e spirituale che opponeva all'anarchismo e ai fervori socialisti dei primi del '900, valori profondamente cristiani, quasi mistici. E mistico era lui stesso, come dimostra bene una vita di povertà e solitudine spesa a servizio della sua professione, ma con un fine più alto: costruire la città di Dio nella città degli uomini.
|
Copyright © Centro Arte 1999-2000