Antonio Galeazzi AGAL



Nell'immensità

Pittore.
Vive ed opera a Pescara, Via Mario Mantini n. 18, Tel. 085-74039.
Accademico di Merito, International Academy of Sciences and Arts, San Mateo, California USA.
Dottore in arte, North West University, Londra.
Pluriaccademico, insignito di prestigiosi titoli accademici ad Honorem.
Ha esposto in numerose città italiane ed estere.
Nel corso della sua carriera artistica ha ricevuto ambiti premi, tra gli ultimi, nell'anno 2000, Premio " ROMA URBS ARTIS ET IUBILEI", nella sala degli Angeli di Palazzo Barberini a Roma.
Una sua opera "La crocifissione" è stata donata a Sua Santità Giovanni Paolo II dai Gruppi di preghiera di Padre Pio.

I
mportanti critici d'arte hanno espresso positivi giudizi critici; fra i quali:
Remo Brindisi: .."in Agal i colori e la poesia della sua terra d'Abruzzo".


Il Gabbiano

Felice Ludovisi: .."raggiunge una astrazione lirica in una dimensione squisitamente cromatica, indubbia testimonianza artistica".
Luigi Tallarico: .."in Agal la magia del colore".
Aldo Riso: .."lievita nella migliore tradizione della pittura figurativa".
"Alla radice della ricerca di Agal (Antonio Galeazzi), troviamo l'esperienza di un pittore che ha seguito con intelligenza le vicende artistiche dell'arte contemporanea. Con un suo stile, coltivato nell'intensa Partecipazione al mondo circostante. Agal, animato da moderne esperienze di un postimpressionismo, rivissuto da un'intensità plastica del colore, congiunge nell'opera «La Crocifissione» la materia coloristica alla linea segnica resa tattile e pastosa dalla tecnica a rilievo. Il paesaggio, altro tema caro all'artista, invaso da una luce magnetica, descritto con pochissime forme, e rappresentazione onirica tra sogno ed immaginazione.


Sant'Angelo di Casoli (Abruzzo)

«L'annuncio di un pomeriggio d'estate» ora attraversato da un blu rosso, ora da un azzurro mare, si apre ad un manierismo luminoso di reportage pittorico, superamento del naturalismo tradizionale.
 
Il piacere di raccontare il Paesaggio non significa per Agal ritornare al classico, alla pura narrazione descrittiva, ma pervenire ad una sintesi e cogliere la perfezione lirica della natura nella sua continua trasformazione naturale, in una ricerca sempre aperta a nuove dimensioni.

L'orchestrazione delle sue vedute (oggetti, nature morte, Paesaggi) coinvolge ormai ogni cosa e fonde, con lo spazio circostante, trasparenze più intuite che concepite ed acquietate.
Della realtà naturale, l'artista riconquista i caratteri essenziali riconducendo ogni struttura alla sola apparenza descrittiva e raggiunge un’astrazione lirica in una dimensione squisitamente cromatica, ove i giochi chiaroscurali ripropongono all'osservatore attento, «l'immagine del confronto» con l'Abruzzo D'Annunzio: un amore per la sua terra, una testimonianza per un passato sereno un ricordo vero e presente di indubbia testimonianza artistica." (Felice Ludovisi)


Marina d'Abruzzo

"Spesso, oggi, il recupero del reale, in arte, si risolve in atteggiamenti di contrasto, di accademia, di semplice esempio iconografico.
Non è questo certamente il caso di Antonio Galeazzi che pare aver sempre lavorato su un teso filo di continuità, in colloquio con la realtà, con la consapevole Potenzialità di chi, non naif, non figurativo, non esclusivamente almeno, non realista, risolve le sue istanze in spazialità giovo cromatico, Partecipazione psicologica.

L’artista, parla un linguaggio che convive dialetticamente con natura, uomo, terra, cielo, Passato, Presente, pene tra in profondità il momento che lo circonda, per farlo suo, sia esso mondo, creato, impulso, fatto religioso, realizza una sorta di dimensione sognata e immersa in una luce che sa di galassia lontana, immemorabile lontana, persa nei meandri delle nevrosi, dei ricordi, delle passioni.


Madonna

Ma più che di onorismo io direi che quello di Agal è un compiacimento narrativo, gioia di svelare agli altri, a se il volo del «Gabbiano» che spazia, immenso, possente e pur senza peso l'universalità spirituale e corporea del cosmo.

Oggetto, caso, visione, mossi da uno scabro sentore si affinano in un lirismo freudiano di intensità cerebrali, che si astrae in colore, linee pastose, masse.

Agal rivela un amore per l'io sublimato della natura, nel paesaggio, in quell'humus vitale che lo attrae, che lui familiarizza e stravolge attraverso se stesso."
(
Ruggero Battaglia)

 

 

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