Fazzini Pericle

Grottammare, Ascoli Piceno, 1913 - Roma 1987
 

Formatosi nella bottega del padre, artigiano del legno, studiò disegno e scultura a Roma dal 1929.

Negli anni Trenta e nell'ambito della Scuola romana si colloca il momento più intenso della sua esperienza artistica, sviluppatasi nei termini di una decisa anticlassicità come Ritratto di Ungaretti, 1936, Roma, Gall. Naz. d'Arte Mod.

 


Ungaretti, Roma, 1936

Resurrezione, Vaticano, 1975

Altre bellissime sculture in legno di questo stesso momento sono il Giovane che ascolta, la Danzatrice e il Giovane che declama, mentre del'39 è l'Anita in piedi e del '40-'44 il Ragazzo coi gabbiani, tra le sue creazioni più felici nelle quali il realismo delle figure («.., voglio che la figura umana, fisica, sia sempre il mio limite, o meglio, il mio punto di riferimento», son sue parole) appare animata da un sottile e trepidante lirismo.

 

 

 

 

Ma contemporaneamente a queste statue isolate il Fazzini affrontò delle grandi composizioni a più figure, come gli altorilievi della Danza in legno e della Tempesta in peperino nei cui possenti volumi investiti da un moto di pànica violenza («voglio fare una scultura di peso... le masse pressate e sovrapposte le une sulle altre formano i miei corpi ideali», dichiarò) si realizza un nuovo concetto di movimento che, in contrasto con quello dello stesso Martini, sembra configurarsi in una ripresa originalissima e di spirito acutamente moderno di certi modi della scultura barocca: e un apice di drammaticità verrà raggiunto nel grande altorilievo in pietra di Nenfro degli Orrori della guerra esposto alla Quadriennale di Roma del '55, nel quale più complesso e movimentato, e pur serrato, appare l'articolarsi delle masse plastiche fortemente aggettanti.

Gia il Fazzini aveva manifestato la sua commozione di fronte agli eventi tragici della guerra modellando in gesso nel '44 la sconvolta statua del Fucilato vagamente michelangiolesca, una delle più significative opere ispirate alla Resistenza.

Tra quelle di soggetto sacro del Fazzini si segnalano, per l'impeto quasi neobarocco del volo, il bellissimo Angelo nella cappella di S. Francesca Cabrini in S. Eugenio a Roma (1950), la porta modellata nel '65 per la chiesa dell'Autostrada del Sole e la grande scultura della Resurrezione (m. 20X7X3) in bronzo e ottone del '75 che fa da sfondo alla sala delle Udienze in Vaticano, nella quale l'immagine di Cristo risorgente si leva gloriosa e benigna non dal sepolcro ma da un vastissimo e folto intrico di forme semiastratte simboleggianti l'orto di Getsemani dove Egli soffrì l'agonia e che accompagnandone il moto ascensionale con saettanti elementi lineari proiettati nello spazio, evocano l'apocalittica potenza di una esplosione atomica.

 

Tra le altre opere ricordiamo inoltre La Sibilla, 1947, New York, Mus. of Mod. Art; Busto d'uomo, 1951, Venezia, Gall. Internaz. d'Arte Mod. Ca' Pesaro). In opere più tarde si nota infine la tendenza a una libera rievocazione fantastica (La fontana, 1961-65, Roma EUR, palazzo dell'ENI).

Nel centro della città di San Giovanni Rotondo è possibile ammirare un suo pregevole monumento bronzeo dedicato a Padre Pio, eretto nella vecchia Piazza degli Olmi, oggi Piazza Padre Pio

 

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