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Alik Cavaliere Allievo di Marino Marini a Brera, dopo l'esordio giovanile all'insegna di un primitivismo postcubista, prese a modellare figurine di soggetto popolare in terra refrattaria, gesso policromo o legno (Lavoratrice, 1957, Suzzara, Galleria d'Arte Contemporanea) secondo un realismo non alieno da accenti ironico - critici che dagli anni Sessanta sviluppò in senso narrativo con i cicli dei Giochi proibiti, delle Metamorfosi e soprattutto delle Avventure di Gustavo B in cui racconta la storia dell'uomo, pigmeo indifeso e deforme, nell'ambiente urbano in cui vive ed opera, e che gli è estraneo.
A partire dal «paesaggio» delle Avventure
- calchi naturalistici reali o fittizi di elementi vegetali (per es.
W la libertà, 1971,
Cagliari, Galleria Comunale d'Arte) non estranei alla fortuna italiana della
pop art - elaborò dapprima
una sorta di scultura-paesaggio, quindi, in scala ambientale, scenografie
ipertrofiche, di gusto barocco, dove la figura umana è chiamata a recitare
la propria anonima vicenda quotidiana. Alik Cavaliere muore a Milano il 5 Gennaio 1998.
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