Brown Ford Madox

 

Ford Madox Brown
(1821-1893)

 

Ford è nato a Calais. figlio di un commissario di bordo, studia in continente: a Bruges, a Gand, poi all’Accademia di Anversa. A Parigi conosce la grande pittura: da Rembrandt agli spagnoli, ai romantici contemporanei. A Londra, nel 1844 partecipa alle gare per la decorazione del palazzo del Parlamento; a Roma, nel 1845-1846, entra in contatto con i nazareni. Stava sperimentando uno stile primitivo dal taglio chiaro, con effetti e colori delicati, quando Rossetti, nel marzo del 1848, gli si rivolse per lezioni di pittura. Successivamente condividerà i moduli della P.R.B., adottando la tecnica del fondo bianco umido, la minuzia di esecuzione, l’attenzione ai soggetti contemporanei, coltivando anche, unico del gruppo originario, la pittura di paesaggio.
Due sue opere sono particolarmente importanti nel quadro del realismo sociale dei
preraffaelliti: La partenza dall’Inghilterra (1855) e Il lavoro (1852-1863). La prima è notevole anche dal punto di vista artistico. L’ovale del formato concentra l’immagine dignitosamente disperata della coppia di piccoli borghesi che si congedano dal loro paese.
La partenza di Woolner per l’Australia, un contemporaneo progetto dello stesso Brown di emigrare in India, fanno coincidere il soggetto con un sentimento personale. «L’opera è storica nel senso più stretto» dirà l’artista. «Vi si tratta del grande movimento dell’emigrazione che ha avuto il suo culmine nel 1852.


La partenza dall'Inghilterra


Il Lavoro

Le persone educate sono legate al loro paese da vincoli diversi da quelli delle classi subalterne... Ho inteso rappresentare la scena della partenza nel suo significato più pieno e doloroso, scegliendo una coppia medio-borghese, abbastanza elevata per educazione e finezza da apprezzare tutto quanto deve lasciare, ma abbastanza depressa nei mezzi da doversi adattare ai disagi e all’umiliazione di un’imbarcazione che non prevede distinzioni di classi... Senza rapportarmi all’arte di alcun periodo o paese, ho cercato di rendere la scena nella sua realtà» (1865).
 

 

Nel diario, alla data 2 settembre 1855, troviamo annotato: «Oggi la fortuna sembra favorirmi: è stato molto freddo, né sole né pioggia; molto vento, ma per me era il tempo più dolce, poiché era giusto per la mia pittura e mi rendeva le mani blu per il freddo, proprio come è richiesto dall’opera».

Il lavoro, ispirato alla filosofia di Passato e presente di Carlyle, riflette anche le avanzate concezioni sociologi che predicate dal Rev. F.D. Maurice e diffuse da Henry Mayhew nel suo London labour and the London poor (1851-1852). Nato da dati di osservazione della realtà, il quadro vuole rappresentare un panorama delle classi sociali: dagli sterratori, presentati in atteggiamento epico, ai pezzenti, alle signore della borghesia, agli oziosi a cavallo. E inoltre disoccupati, vagabondi e, in lontananza, una miriade di frequentatori della strada dei tipi più vari. In posizione eminente, a destra, gli intellettuali Carlyle e Maurice che «pur sembrando pigri lavorano determinando il lavoro ben ordinato e la felicità degli altri» (come si leggerà nel catalogo della Piccadilly Gallery, dove l’opera sarà esposta nel 1865). Composizione affollata ma singolare, dipinta al caldo sole estivo, con colori brillanti, in contrasto con le ombre fonde degli alberi. Rossetti, perplesso, si era chiesto se fosse giusto dedicare tanto sforzo a un argomento così banale, per lui del tutto privo di qualsiasi fascino.

La successiva carriera dell’artista si svolgerà in un’area periferica rispetto alla storia preraffaellita, anche se sarà fertile disegnatore nella Firm di Morris, progettando mobili e cartoni per vetrate. Attività che influenzerà il suo stile tardo, nel quale tornerà alla pittura di storia (vedi gli affreschi per la municipalità di Manchester, dal 1878) combinata con un gusto decorativo caratterizzato da espressioni e gesti enfatici.

 

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