Bartolomeo Ammannati
Settignano 1511 - Firenze 1592

Scultore

Fu uno dei più tipici rappresentanti del tardo manierismo tosco-romano. Come scultore si formò alla scuola di Jacopo Sansovino col quale collaborò alla libreria di San Marco. Nel 1550 si recò a Roma, alla corte di Giulio III, e diede inizio alla sua grande attività da architetto operando con il Vignola e il Vasari alla Villa Giulia.


Cerere

Nettuno

Tornato a Firenze, progettò per Cosimo I l'ampliamento di palazzo Pitti e costruì il solenne cortile (1560-1568) nel quale si aggerma il suo grandioso stile architettonico. Di poco posteriore il ponte a Santa Trinità (1570), distrutto nel 1944 e ricostruito in copia (1958).

Dopo avere esordito come scultore nel Duomo di Pisa, eseguì vari monumenti funebri tra i quali quello, affidatigli col beneplacito di Michelangelo, di Antonio e Fabiamo del Monte in San Pietro in Montorio a Roma (1550-53).

Ma il meglio dell'Ammanati si manifestò soprattutto con due fontane: la prima commessagli da Cosimo I, poi smembrata, di cui appartenne la statua di Cerere, ora al Bargello, il cui nudo spicca davanti allo svolazzare del serico drappo, che con i più sentiti e vivaci accenti pittorici, esalta la purezza formale di quelle splendide membra sulle cui integre superfici trascorrono livissime ombre.

Assai nota anche la fontana di piazza della Signoria , col colossale Nettuno, in cui a contrasto con la statica massa della brutta statua del dio (Biancone), sta la guizzante mobilità degli stupendi bronzi di satiri e ninfe attorno al bacino, delle variatissime pose nelle quali il gusto michelangiolesco dei "contrapposti" appare tradotto in espressioni di suprema eleganza lineare.


centro@www.centroarte.com
Copyright © Centro Arte 1999-2000

Home Su Andreotti Libero